Home Audio La rivoluzione hi-tech di Radio Rai: digitale per tutti e visual radio

La rivoluzione hi-tech di Radio Rai: digitale per tutti e visual radio

«Oggi il nostro interesse primario, come produttore di contenuti, è che i nostri programmi siano fruibili sull’intero ecosistema digitale – spiega Giovanni Ridolfi, l’ingegnere a capo della struttura di produzione Radio Rai, nonché responsabile operation e technology (impianti di produzione e procedure quotidiane per la messa in onda) per la radiofonia del servizio pubblico.

Un’affermazione che implica naturalmente un radicale cambio di paradigma – poiché il mondo va sul digitale, dobbiamo essere in grado di intercettarne tutti i segmenti e tutte le diverse componenti dell’utenza nella loro mobilità, nella loro stanzialità, in auto piuttosto che nel salotto di casa, i giovani piuttosto che gli anziani, gli esperti piuttosto che i tecnofobici, rispetto a tutto ciò che il digitale oggi offre. Ed è una sventagliata infinita: si va dal DAB (Digital Audio Broadcasting), che è il digitale storicamente più antico, fino alle app, agli smartphone, alle smart tv, al digitale terrestre, al DTT via satellite e quant’altro».

Radio rai
Giovanni Ridolfi, responsabile produzione Radio Rai

Nello scenario contemporaneo, insomma, il DAB è una componente essenziale ma non è certo l’unica. «Nell’automotive, che in Italia è rilevante, data la forte componente di ascolto in mobilità dovuta al pendolarismo, ormai tutte le auto montano un ricevitore digitale. La cosa importante, per noi, è essere presenti ovunque ci sia un ricevitore della filiera digitale, si tratti appunto del DAB, presente in tutte le auto di fascia medio-alta, o del chip dell’Apple CarPlay. Ma proprio per non escludere nessuno, non ci sono nemmeno, per i prossimi 5-6 anni, previsioni di spegnimento del segnale FM».

Radio Rai: la rivoluzione in cifre

12 chilometri di fibra ottica posati all’interno del palazzo di via Asiago
40 telecamere robotizzate 4K
3.000 metri cubi di volume per la sala A
200 proiettori a Led in sala B
8 tonnellate di strutture metalliche per sostenere i nuovi palcoscenici
140 mq di ledwall
1/3 di consumi elettrici rispetto ai precedenti allestimenti

Nuova macchina produttiva

In quest’ottica si colloca il lancio a fine settembre 2020 della Visual Radio, fruibile attraverso l’app di RaiPlay, a ribadire che questa diventando, per tutti, una modalità normale di fruizione dei contenuti targati Rai. «Non stiamo facendo un’operazione di facciata, ma una profonda ristrutturazione della macchina produttiva, al servizio del prodotto, con l’obiettivo di dare un’offerta completa all’utente», assicura Ridolfi.

«La scommessa, in questo caso, è creare valore per il nostro contenuto costruendo show caratterizzati da un arricchimento del linguaggio e ricollocando il mezzo radiofonico, che ha naturalmente un suo specifico, nell’ambito di un flusso evolutivo che interessa tutti gli utenti e coinvolge anche gli altri media».

L’avvento della visual radio ha implicato un sostanziale riallestimento degli studi di Radio Rai ed è stata l’occasione per ripensare dotazioni tecnologiche e relativi consumi. «Il passaggio totale al Led per un bene sostanziale come l’illuminazione ha comportato un risparmio di un terzo dei consumi elettrici rispetto alle lampade di vecchia generazione, a incandescenza, oltre a minori consumi di condizionamento degli ambienti e a una maggiore durata del parco lampade, a tutto vantaggio della green economy e della sostenibilità aziendale».

Radio Rai
La sala “A” di via Asiago a Roma

Radio vs. TV

Restano naturalmente in campo le differenze fra i rispettivi studi e sistemi produttivi di radio e televisione. «Il divario non è tanto visibile sul televisore di casa, dove il prodotto si presenta con pari dignità, ma attiene piuttosto alle strutture e ai tempi di reattività dei radio show più evoluti rispetto ai loro omologhi puramente televisivi: strutture e modelli produttivi più snelli, a fronte di tempi di allestimento molto più rapidi. Su questo, del resto, si gioca la competizione: sulla capacità di reazione, in sintonia temporale con lo sviluppo di un normale prodotto radiofonico».

La trasformazione già in atto procede velocemente. «Le sale già pronte per quello che chiamiamo il nostro “visual di alto profilo” sono attualmente le cinque sale principali (A, B, C, D ed E) di via Asiago, a Roma, con il progetto di trasformare gradualmente tutte le sale presenti in quella sede. In programma anche l’intervento su Saxa Rubra, che rappresenta la cittadella Rai dell’informazione, per realizzare anche lì strutture produttive adeguate alla logica visual. Mentre in via Asiago si realizzano programmi di intrattenimento che alimentano i palinsesti di Radio 2 e Radio 3, la sede di Saxa Rubra lavora su un canale di informazione continua, giornalistica e non, come Radio 1/Giornale Radio: ci sono diversità di genere e linguaggio ma l’idea è di ottenere lo stesso livello di offerta e arricchimento tecnologico».

Analoghi interventi sono previsti per le sedi regionali: «è già stata attrezzata in questo senso la sala M di Milano, che lavora per Radio 2, e appronteremo lì altri due studi, dedicati sempre alla produzione del secondo canale, in modo da allineare velocemente tutti i programmi della rete».

Se l’infrastruttura è identica per tutti, ogni programma ha poi un suo specifico: «una trasmissione come “Radio 2 Social Club”, condotta da Luca Barbarossa in sala B (la più grande di via Asiago), può contare sugli artisti ospiti e una resident band, sfruttando dunque tutte le potenzialità della Visual Radio, compresa la grafica animata su Ledwall. Altri programmi, più focalizzati sulla fisicità del singolo conduttore al microfono, necessitano invece di spazi più intimi. La piattaforma è orizzontale: ogni direttore è nelle condizioni di interpretarla al meglio secondo la filosofia specifica della propria rete».

Radio Rai
Radio Rai, la regia cambia pelle

Regia remota

Un altro passo avanti compiuto dalla struttura di produzione di Radio Rai guidata dall’ingegner Ridolfi è stato l’utilizzo di tecnologie full IP per tutto il trattamento del video: «fra il campus di via Asiago, il campus di Saxa Rubra, già operativo per inserti del giornale radio sul canale Radio 2, e il campus di Milano, ci muoviamo in una logica basata completamente sul protocollo internet. Per cui la regia video di via Asiago si interconnette con tutti gli studi dislocati sul territorio. Più snella e compatta, la radio è immensamente facilitata rispetto alla tv: ci permette come dicevamo di essere più reattivi, utilizzando in questo caso una regia unica, che controlla remotamente il lavoro di più studi, sia che si trovino nello stesso edificio oppure in un’altra città. Mentre la tv è dimensionata per la trasmissione massiva e costante, noi capitalizziamo il vantaggio di essere corsari: non vogliamo fare la tv dei poveri, ma la radio che si vede, sfruttando il gioco di squadra fra diverse professionalità tecniche ed editoriali».

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