MHEV, HEV, PHEV e BEV sono le sigle che identificano le autovetture elettriche pure e quelle ibride di tipo leggero, full e ricaricabili “alla spina”. Scopriamo quali sono le caratteristiche, le peculiarità, i vantaggi e gli svantaggi di ogni singola categoria per non farvi trovare impreparati quando sceglierete la vostra prossima vettura.
Il processo di elettrificazione dei mezzi di trasporto sta procedendo lentamente ma inesorabilmente, guadagnando punti percentuali mese dopo mese a scapito dei motori endotermici puri alimentati a benzina, gasolio, GPL e metano.
Secondo i dati pubblicati da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e riferiti ai primi sette mesi dell’anno, le auto “elettrificate” hanno rappresentato il 47,1% del mercato di luglio e il 46% del cumulato, in aumento rispettivamente del 13,7% e del 10,9%.
Le vetture ibride non ricaricabili hanno registrato un +17,4% nel mese con una quota del 39,9%. Nel cumulato crescono del 15,8% con una quota del 38,9%. Le ibride ricaricabili e quelle elettriche pure rappresentano solamente il 7,2% del mercato del mese e del cumulato con una quota quasi identica (3,3%-3,8% per le ibride plug-in e 3,4%-3,9% per le elettriche).

A conti fatti, quando si sceglie una nuova autovettura la probabilità che sia dotata di uno o più motori elettrici arriva quasi al 50% ma le differenze tra i diversi livelli di elettrificazione sono sostanziali e incidono su tanti fattori come il prezzo finale, i consumi, l’autonomia, le emissioni, ecc.

Ecco perché è importante conoscere le varie tipologie di vetture elettriche e ibride (BEV, MHEV, HEV e PHEV), quali sono le caratteristiche principali, le peculiarità, i vantaggi e gli svantaggi per non farsi trovare impreparati durante le ricerche online o le visite agli autosaloni per valutare l’acquisto di una nuova vettura elettrificata.
MHEV: l’ibrido leggero e low-cost
La sigla MHEV (acronimo di “Mild Hybrid Electric Vehicle”) identifica le autovetture equipaggiate con un propulsore endotermico (solitamente benzina o gasolio) abbinato ad un sistema elettrico (motore e batteria) integrato nell’alternatore o nel cambio (automatico oppure manuale) che supporta il motore termico migliorando la sua efficienza e le prestazioni.
Vengono spesso considerate a tutti gli effetti come vetture ibride al pari delle HEV (Full Hybrid – vedi sotto) mentre, in realtà, il livello di ibridazione è molto basso e il termine “ibrido” ha più una valenza commerciale (marketing) che tecnica e pratica.

I benefici del sistema elettrico MHEV sono comunque interessanti (se rapportati al costo finale – vedi sotto) ma anche limitati: permette infatti solo di recuperare energia in frenata e decelerazione, fornire un maggiore spunto in accelerazione (vettura più pronta e scattante) e alimentare i sistemi elettrici di bordo.

Esistono due varianti di ibrido leggero che si differenziano per la tensione erogata dall’impianto MHEV e la tipologia di motore utilizzato.
I sistemi MHEV di livello base funzionano a 12 volt e spesso vengono chiamati Micro Ibridi. Utilizzano uno speciale alternatore-starter collegato al motore endotermico tramite una cinghia che permette di recuperare energia accumulandola in una batteria secondaria da 12 volt a bassa capacità, alimentare i sistemi elettrici di bordo e, in rari casi, anche fornire potenza e coppia aggiuntive in fase di accelerazione.
La tecnologia MHEV a 48 volt è molto più efficiente perché utilizza quasi sempre un motore elettrico con funzioni di alternatore e motorino di avviamento gestito da un sistema di gestione dell’energia più sofisticato e performante.
Rispetto ai sistemi a 12 volt permette di incrementare l’energia recuperata in fase di decelerazione, migliorare le prestazioni grazie ad un surplus di potenza fino a 10-12 kW/13-16 Cv e coppia fino a 50-60 Nm, spegnere il motore endotermico in fase di veleggio (marcia per inerzia su strade piane a velocità costanti) e fornire l’alimentazione ai sistemi elettrici di bordo.
Grazie ai sistemi MHEV si ottengono riduzioni fino al 10-15% sui consumi di carburante e sulle emissioni inquinanti, tariffe agevolate su bollo auto e assicurazione, libero accesso alle ZTL (solo in alcune città/regioni) ed altro.
Le vetture MHEV non funzionano nella sola modalità elettrica (la spinta principale viene sempre fornita dal motore a benzina o diesel) e non si possono ricaricare dalle colonnine né dalle wallbox.
Il costo della componente MHEV è spesso trascurabile e, di conseguenza, il prezzo finale della vettura è molto simile (se non uguale) a quello dei modelli a benzina/gasolio senza MHEV.
Tra le vetture MHEV più vendute in Italia ricordiamo le Fiat 500 (fine produzione), 600 e Panda (Pandina), Peugeot 208 e 2008, Suzuki Swift (anche Ignis, Vitara e S-Cross), Ford Puma e Volkswagen Golf eTSI.

HEV: 100% ibrido senza cavo di ricarica
Le vetture con tecnologia HEV (Hybrid Electric Vehicle), spesso chiamate “full hybrid”, assomigliano molto alle MHEV appena viste ma adottano una componente elettrica molto più complessa e sofisticata composta da uno o più motori elettrici (solitamente da almeno 50-60 kWh di potenza e 150-200 Nm di coppia) ed un pacco batterie ad alta tensione che contribuiscono attivamente alla propulsione del veicolo in sinergia con il motore endotermico a benzina o diesel.

I motori elettrici e quello termico possono anche lavorare separatamente quando è necessario ricaricare le batterie (solo con il motore termico e senza poter/dover usare fonti di energia esterne come colonnine o wallbox), durante le manovre e con tragitti brevi (in elettrico a basse velocità o fino a 130 km/h a seconda del modello).
L’aggiunta del motore elettrico, del pacco batterie e del sistema di gestione dell’energia comportano un surplus di costo di almeno 4-5 mila euro rispetto alla versione endotermica o MHEV che, tuttavia, vengono facilmente ammortizzati grazie al risparmio sui consumi (20-30% circa in condizioni ottimali) e ai vari benefit già visti per le MHEV (bollo auto, assicurazione, accessi ZTL, ecc.).

Le vetture HEV sono anche più facili e confortevoli da guidare grazie al cambio automatico, sono disponibili in vari formati e misure (dalle city car alle berline, dai SUV alle station wagon) e rappresentano la scelta ideale per i percorsi cittadini dove l’efficienza del doppio motore si fa sentire maggiormente (fino all’80% in elettrico).
Tra le vetture HEV più apprezzate dagli italiani segnaliamo le Toyota Yaris (berlina e SUV), Corolla (berlina, station e SUV), C-HR e RAV4, le Renault Clio e Captur, le Dacia Duster (nuovo modello) e Jogger, le Kia Niro, Sportage e Sorento, la Nissan Juke e vari modelli Honda

PHEV: Full Hybrid con doppia ricarica
La tecnologia PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) rappresenta l’evoluzione della HEV e si posiziona un gradino sotto le vetture Full Electric (BEV) nella scala di transizione dall’endotermico all’elettrico.
Dall’HEV eredita il sistema elettrico a singolo o multi motore e il pacco batterie ad alta capacità (superiore all’HEV) per una sinergia ancora più efficiente con il motore termico ed una maggiore autonomia con la sola trazione elettrica (fino a 70-100 km per alcuni modelli).

Il grande vantaggio delle vetture PHEV è però la doppia opzione di ricarica: oltre al motore termico ed al sistema di recupero dell’energia in decelerazione e frenata è possibile caricare il pacco batterie anche da colonnine e wallbox utilizzando la presa di corrente sulla vettura ed il cavo in dotazione.

Ad oggi le auto PHEV rappresentano la soluzione ibrida “premium” con i maggiori vantaggi (bassi consumi ed emissioni, autonomia mista quasi infinita, autonomia estesa in elettrico, doppia ricarica) e senza le limitazioni dell’elettrico puro (ricarica solo con colonnine e wallbox, autonomia limitata, costo vettura elevato – vedi sotto).
Il loro svantaggio principale è il prezzo, spesso di gran lunga superiore alle HEV ed a volte paragonabile alle BEV in presenza degli ecoincentivi. Non a caso la loro quota di mercato è inferiore al 4% e paragonabile a quella delle elettriche pure.
Tra le PHEV più vendute sul mercato italiano segnaliamo la nuova Cupra Formentor, BMW X1, Volvo XC60, Alfa Romeo Tonale Q4, Volkswagen Tiguan, vari modelli Audi e Mercedes.

BEV, 100% elettrica con ricarica alla spina
Le vetture elettriche pure, in gergo BEV (Battery Electric Vehicle), rappresentano il top della mobilità green poiché non producono emissioni nocive (ZEV – Zero Emission Vehicle) grazie alla presenza del solo motore elettrico (singolo, doppio, ecc.) alimentato da un pacco batterie molto generoso (fino a 100 kWh nelle Tesla Model S/X) ma anche pesante (da 200 a 500 kg in base al modello).

Molto spesso offrono un’accelerazione bruciante (0-100 km/h in soli 2-3 secondi per la Tesla Model S) ma talvolta anche una velocità massima limitata (130-160 km/h) per ragioni di efficienza energetica.
L’assenza del motore termico obbliga a ricaricare le batterie solo tramite colonnina o wallbox come spiegato qui con tempistiche variabili a seconda del sistema di ricarica supportato (AC 220-380 volt oppure DC 480-1000 volt) e della corrente erogata e supportata (7,4 kW, 22 kW, 350 kW, ecc.).

L’autonomia delle vetture BEV va dai 200-250 km dei modelli più piccoli (city car, mini SUV, ecc.) ai 500-600 km delle berline più grandi o dei SUV di segmento C-D. I consumi maggiori si registrano alle alte velocità (autostrade e strade extraurbane) mentre in città sono molto contenuti ed il risparmio economico rispetto ai rifornimenti di carburante del motore endotermico è sostanzioso.
L’elevato prezzo di acquisto di una vettura elettrica (nonostante gli ecoincentivi) viene parzialmente compensato sia dai minori costi per km percorso (fino ad un meno 30%) sia dai risparmi per la manutenzione ordinaria (i tagliandi delle auto elettriche costano meno), il bollo, l’assicurazione, ecc.
In condizioni ideali (tragitto quotidiano cittadino, ricarica da casa con wallbox e impianto fotovoltaico, ricarica da colonnina a prezzi contenuti, ecc.) una vettura BEV può portare ad un risparmio annuo nell’ordine di qualche centinaio di euro con il “plus” dell’ecosostenibilità. In altri casi risulta più conveniente acquistare (o noleggiare) una vettura ibrida full o plug-in in quanto meno costosa, più versatile e pur sempre green (anche se in misura inferiore).
Tra le vetture elettriche pure più vendute sul mercato italiano troviamo Tesla Model Y e Model X, Volvo EX30, Volkswagen ID3 e ID4, BMW iX1 e i4, Audi Q4 e-tron e Cupra Born. Tra le più compatte ed economiche, oltre alla già citata Cupra Born, segnaliamo Fiat 500e, Dacia Spring, DR 1.0 EV, Smart #1 e la nuovissima Leapmotor T03 distribuita da Stellantis.
