Chiariamoci le idee

Giugno 2009.

Footprint
Si definisce footprint di un satellite l’area geografica coperta con il proprio segnale, utile a determinare il diametro della parabola necessario per ricevere ogni transponder.

Esiste una mappa differente per ogni transponder, o per gruppi di essi, in quanto la potenza degli stessi non è unifome: le mappe di footprint mostrano la potenza nelle divese aree (dbW) e il diametro minimo della parabola per la ricezione dei segnali.

Puntare la parabola
I satelliti si trovano nell’orbita geostazionaria a 36.000 Km di distanza dalla Terra: sono collocati in una zona esattamente perpendicolare all’equatore: la posizione esatta del satellite e quindi la direzione della parabola è data da un valore detto azimuth, espresso in gradi.

L’altro valore fondamentale da considerare per trovare il satellite è costituito dall’elevazione che varia a seconda del satellite che vogliamo puntare e dalla zona geografica in cui ci troviamo.

Se ci trovassimo all’equatore la parabola dovrebbe essere puntata verticalmente, al polo nord l’elevazione dovrebbe invece essere praticamente inesistente con la parabola puntata quasi in orizzontale: in Italia l’elevazione varia tra i 35 ed i 45 gradi a seconda del satellite che si vuole puntare.

Nelle figura A possiamo comprendere meglio a cosa corrispondono fisicamente queste due quantità.
L’operazione di puntamento può essere effettuata senza strumenti particolari suddividendo la fase del puntamento in due parti:  prima si esegue una ricerca “grossolana” del satellite utilizzando una bussola e i dati di puntamento relativi all’azimuth, senza preoccuparsi troppo della precisione, quindi si cercherà l’esatta elevazione.

È consigliabile fare la ricerca del segnale utilizzando l’indicatore di segnale del ricevitore digitale al fine di misurarne l’intensità su una frequenza preimpostata, permettendoci poi di trovare il massimo del segnale spostando leggermente in orizzontale e in verticale la parabola.

Fissare l’azimuth
Posizionando accanto alla parabola la bussola, per far sì che risulti perfettamente orizzontale, dobbiamo ruotare la bussola stessa finché l’ago si sovrapponga alla lettera N, che indica il Nord; a quel punto, dovremo andare a leggere sulla scala graduata presente nella bussola il valore di azimuth desiderato.

Se ad esempio (figura B) dobbiamo puntare la parabola in direzione 185 gradi, cercheremo il valore 185 sulla scala graduata; mettendoci poi accanto al palo della parabola con la bussola in mano (sempre con l’ago sul Nord), guardando verso la direzione in cui si trova il numero 185 staremo guardando nella direzione verso cui deve essere puntata la parabola.

Fissare l’elevazione
L’elevazione indica l’inclinazione della parabola rispetto al piano orizzontale.
Conosciuta l’elevazione a cui va puntata la parabola, basta leggere il valore sulla scala graduata presente sul palo su cui è montata la parabola, e muovere verticalmente la parabola finché il valore non è quello desiderato oppure, nel caso non ci siano scale graduate, stabilire orientativamente l’angolo e poi effettuare approssimazioni successive aiutandosi con il misuratore di intensità del segnale o strumenti analoghi.

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