Marzo 2014
Dotarsi di un impianto di ricezione satellitare è una scelta che, nel suo piccolo, cambia tanti aspetti della vita quotidiana: maggiore scelta di canali, maggior qualità nelle trasmissioni e qualche grattacapo se vengono sottovalutate alcune operazioni alle quali va invece posta una certa attenzione. Naturalmente non stiamo parlando di un impianto esclusivamente dedicato alla visione di Sky, in quanto questo tipo d’impianto, standardizzato e orientato a un determinato uso, esula dalla visione di qualunque appassionato di TV satellitare, senz’altro più ampia di quella di chi si basa su un unico provider e un solo satellite.
Nonostante l’argomento sia stato trattato più volte, ricordiamo in breve le fasi operative che portano al completamento di un impianto di ricezione satellitare: imperativo avere le idee chiare su quali siano le aspettative e non importa se si passa poco tempo ad apprezzare le proprie realizzazioni, l’importante è che in quel poco tempo si possano vedere tutti i canali ricevibili con l’impianto di ricezione utilizzato. Tra una tranquilla installazione, previa consultazione di un professionista che curi tutte le fasi del lavoro e un sano fai-da-te senza dubbio di maggiore soddisfazione se affrontato con cognizione di causa.
L’installazione è un lavoro di pazienza e precisione, da eseguire con le corrette nozioni ma che in ogni caso è sempre riconducibile al puntamento di un LNB verso una determinata posizione orbitale della fascia di Clarke, senza nulla togliere al lavoro dell’antennista ma semplicemente per affermare che sistemi in apparenza complicati sono sempre riconducibili a operazioni semplici e ripetitive operate su un impianto di base. Persino l’installazione di un impianto motorizzato si riduce in definitiva al puntamento di una singola posizione satellitare, il cui corretto posizionamento iniziale è di fondamentale importanza per far sì che il movimento obbligato del rotore allinei perfettamente l’LNB alla fascia di Clarke.
Configurazione del sistema
Supponendo di avere realizzato il nostro impianto d’antenna secondo il nostro desiderio, la fase successiva è la configurazione del ricevitore, ossia la parametrizzazione necessaria per governare l’intero sistema. La varietà dei ricevitori unita alla mole di firmware installabili, non aiuta di certo, ma in ambiente Enigma la situazione è più semplice, in quanto le procedure in questo segmento di ricevitori sono uniformi.
I ricevitori Enigma operano una distinzione sulla tipologia dell’impianto, Simple e Advanced: all’interno di queste due categorie rientrano tutti i tipi d’impianto configurabili.
Modalità Simple
Questa categoria gestisce i settaggi per gli impianti di tipo semplice, identificabili dal parametro Mode che assume i seguenti valori: Single, Toneburst A/B, DiSEqC A/B, DiSEqC A/B/C/D e Positioner. Vediamoli caso per caso:
– Single: un solo LNB collegato al ricevitore ed è quindi sufficiente associare il satellite verso il quale l’LNB è puntato. Il parametro relativo al DiSEqC è ininfluente in questi casi.
– Toneburst A/B: Mini-DiSEqC, utilizzato per la commutazione tra due soli satelliti. A differenza del DiSEqC, questo sistema può essere gestito da un circuito analogico in grado di rilevare le differenze di tensione, commutando di conseguenza lo switch. E’ chiaro che i parametri da impostare in questo caso siano i due satelliti gestiti dal nostro impianto, avendo cura di associare la porta corretta a entrambi.
– DiSEqC A/B: il caso è analogo al precedente come numero di satelliti presenti nell’impianto ma gestiti con uno switch DiSEqC e quindi valgono le considerazioni del caso precedente.
– DiSEqC A/B/C/D: per questa modalità basta fare riferimento al caso visto sopra, in quanto l’unica differenza è il numero di LNB gestiti dallo switch (quattro in questo caso) che andranno associati ai satelliti puntati dal nostro impianto.
– Positioner: nonostante questa modalità sia sufficiente a gestire un impianto motorizzato, viene considerata come una configurazione semplice, riconducibile al sistema di calcolo USALS, grazie al quale basta valorizzare la posizione geografica dell’impianto perché il rotore possa posizionare qualunque satellite nella fascia di Clarke.
Modalità Advanced
In questa modalità il modo di operare è leggermente diverso: a ogni satellite viene associato un LNB con le proprie peculiarità sia come tipo (universale o altro) sia come caratteristiche (tono e voltaggio). La modalità Advanced permette di configurare gli impianti gestiti dal DiSEqC 1.1 oppure 1.2 semplicemente associando il corretto DiSEqC mode all’ LNB che si sta configurando. Ricordiamo che il DiSEqC 1.1, oltre ai quattro comandi 1.0, dispone di altri quattro comandi svincolati, denominati “uncommitted commands”, per un totale di 2^8=256 segnali sufficienti al pilotaggio di 64 LNB.
Molti parametri correlati al protocollo di pilotaggio sono presenti in questa schermata, quali l’ordine con cui vengono inviati i comandi, le ripetizioni dei comandi e altri indicati per una gestione esperta.
Per fare un esempio chiarificatore nello switch DiSEqC utilizzato per la commutazione di otto LNB su di un’antenna toroidale (vedi test sul numero 232 di Eurosat) configurato come 1.1, i comandi “uncommitted” da 1 sino a 8 corrispondono con le entrate da 1 a 8 dello switch. Ancora più semplice il caso di un impianto motorizzato provvisto di rotore che segua il protocollo 1.2 senza tuttavia utilizzare USALS: la voce Stored position per il satellite X va valorizzata con il numero di posizione assegnato sul rotore d’antenna per lo stesso satellite.
Procedure elementari
Come abbiamo visto i ricevitori Enigma-based, pur essendo quelli più indicati per le sperimentazioni più ardite e complesse, si dimostrano altresì molto semplici nella messa a punto degli impianti, grazie sia alla standardizzazione delle procedure, le stesse su tutte le immagini (in quanto parte del kernel del sistema operativo) sia per la molteplicità dei parametri sui quali intervenire.
La vitalità nello sviluppo del sistema Enigma è senza dubbio un grosso vantaggio soprattutto in presenza di nuove tecnologie, quali gli LNB SCR, la cui gestione è stata prontamente implementata nei ricevitori Linux-based.
Come già esposto sopra la fase di configurazione, la più delicata per qualunque ricevitore, risulta semplice e lineare, alla portata di qualsiasi preparazione tecnica. Per gli utenti fai-da-te abbiamo aggiunto la scheda tecnica di un misuratore di campo, strumento sempre più indispensabile per chi coltiva la passione del sat allo scopo di apprendere cose nuove.
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