Marzo 2010. L’impianto solitamente più usato per ricevere più satelliti è quello multi-feed con più LNB montati nella stessa parabola offset. Tale sistema è certamente più comodo da usare, soprattutto per il cambio istantaneo del satellite, ma presenta grossi inconvenienti per chi non si accontenta di ricevere il “solito”: un numero limitato di satelliti ricevibili (di cui alcuni con guadagno ridotto per la posizione decentrata del relativo LNB) e la necessità di rimettere mani all’impianto se si vuole in seguito estendere la ricezione.
Con la parabola motorizzata, invece, dotata di un solo LNB, possiamo ricevere tutti i satelliti, presenti e futuri, collocati nell’arco polare con il massimo di guadagno consentito dal diametro della parabola utilizzata.
Inoltre il costo di una parabola motorizzata è sicuramente inferiore a quello di un multi-feed, soprattutto se questo è del tipo a 8 LNB (per non parlare di soluzioni più complesse con antenne toroidali e con sistemi fino a 16 LNB!). L’inconveniente da tollerare con la soluzione motorizzata è il tempo di attesa, da 3-4 secondi fino a oltre un minuto, per passare da un satellite all’altro ma che si può ridurre scegliendo rotori più veloci.
Per chi non accetta i limiti e i costi dei sistemi multi-feed la soluzione a motore è dunque quella più naturale.
Un “gruppo” ben assortito
Il motore non è però il solo artefice dell’indiscussa superiorità del sistema motorizzato rispetto ad uno di tipo fisso.
Al suo positivo funzionamento concorrono, infatti, anche altri elementi, per i quali è necessaria la massima attenzione in fase di progetto e nella scelta dei parametri durante il montaggio. Analizziamoli uno per uno:
– Parabola con relativo convertitore LNB;
– Motore;
– Palo di sostegno;
– Cavo attraverso cui passano i segnali Tv, l’alimentazione e i comandi dal decoder al motore: può essere presente nel motore un’uscita per ricevere i segnali di una parabola separata fissa, poi inviati sullo stesso cavo;
– Decoder adibito anche a fornire l’alimentazione al motore e a inviargli i comandi di posizionamento. Funzioni quest’ultime che possono anche essere eseguite da un Posizionatore separato, se il decoder non possiede le caratteristiche necessarie per comandare il motore.
Per quanto riguarda la parabola è indispensabile verificare il tipo d’illuminazione e i limiti di peso e del diametro che il motore può sopportare senza affaticarsi troppo.
Mentre tutti i motori sono adatti per le parabole offset, pochi motori lo sono per le antenne prime-focus, che possono dare problemi di elevazione.
Meno usate per gli impianti amatoriali le illuminazioni tipo toroidale e Cassegrain. Per ridurre il peso a parità di diametro è consigliabile preferire parabole in alluminio a quelle in vetroresina. Per ridurre la resistenza al vento di antenne di grande diametro (superiore ai due metri) è opportuno che la parabola abbia una superficie microforata.
Nel Nord Italia con un’antenna di 80 cm si riescono a ricevere quasi tutti i satelliti con un buon segnale.
Nel Sud della nostra penisola, invece, è consigliabile almeno un’antenna da 100 cm e comunque su qualche satellite si avrà difficoltà di ricezione.
E arriviamo al motore. Sono due le tipologie principali: rotori H-H (ovvero Horizon-to-Horizon) nel quale il motore è direttamente incorporato nel montante (figura A) e attuatori a pistone che spostano la parabola dotata di montaggio polare (Polarmount) (figura B).
I rotori H-H consentono un’escursione maggiore sull’arco polare (fino a 180°); i sistemi Polarmount con attuatore a pistone presentano escursioni inferiori ma, a parità di costo, consentono di azionare parabole di maggiori dimensioni.
Altre soluzioni più sofisticate prevedono l’impiego di un rotore per azionare un montaggio polarmount (es. Eisat Actua).
Il palo di sostegno è decisamente più importante per un sistema motorizzato rispetto all’antenna fissa, dovendo sostenere anche il peso del motore e non avere vibrazioni durante la rotazione.
Oltre ad usare un palo con una sezione adeguata, la distanza fra l’attacco a muro e l’attacco del motore non deve essere troppo grande.
Due parole sul cavo. I nuovi impianti utilizzano generalmente una soluzione monocavo, mentre in precedenza (Tv analogica) si utilizzava spesso un cavo per pilotare il motore separato dal cavo che porta il segnale al decoder.
Il cavo da 75 ohm, con connettore F, dovrà avere sezione tanto maggiore quanto maggiore è la sua lunghezza, dovendo trasportare oltre ai segnali Tv anche la corrente di alimentazione del motore e dell’LNB. Ad esempio: fino a 30 m, conduttore interno di rame Ø = 1,02 mm con resistenza 22 ohm/km; per lunghezze fino a 100 m, Ø 1,13 mm con resistenza 18 ohm/km.
Il decoder digitale deve fornire abbastanza potenza al motore e all’LNB, che a sua volta richiede una tensione da 13V a 18V a seconda della polarizzazione orizzontale o verticale.
Il decoder esiste anche in versione da PC realizzato da Skystar in versione Scheda satellitare PCI SkyStar2 (nota anche come SS2) o in versione SkyStar USB2. Un ricevitore con posizionatore integrato è preferibile in quanto con un solo comando cambia canale e posizione della parabola. Inoltre consente funzioni supplementari di indubbia utilità, come l’autofocus e l’auto-tracking.
Se il decoder non ha il posizionatore integrato o se il motore richiede un posizionatore particolare si deve acquistare un posizionatore esterno, che si occupa di tradurre i comandi DiSEqC 1.2 impartiti dal decoder in comandi elettrici compatibili con gli attuatori a pistone e H-H.
Un posizionatore è “quasi” sempre compatibile con i vari tipi di motore, ma è opportuno verificare la compatibilità con il tipo di sensore usato nel motore.
Alcuni ricevitori hanno la possibilità di interfacciarsi direttamente a un posizionatore della stessa marca, per consentirne il controllo con lo stesso telecomando.