Le grandi capacità di trasporto e la bassa attenuazione introdotta fanno preferire la fibra ottica al cavo coassiale in tutti quei casi dove sono presenti prese TV e Sat molto distanti dalle antenne di ricezione. Grazie alla continua evoluzione di componenti di distribuzione oggi si possono anche realizzare estensioni ottiche di impianti esistenti realizzando quindi soluzioni ibride coassiali-ottiche sfruttando i vantaggi di entrambi i sistemi.
Negli impianti TV e Sat condominiali, si possono realizzare convenientemente reti in fibra ottica nei casi in cui ci sia la necessità di collegare a un unico sistema di ricezione, con antenne terrestri e satellite, reti di distribuzione vicine e lontane sfruttando i mezzi più convenienti, i cavi coassiali per distanze entro i 100 metri e la fibra ottica per distanze più lunghe. In alternativa esiste oggi la possibilità di realizzare una rete interamente ottica per collegare all’impianto ricevente le singole unità abitative, lasciando al coassiale i collegamenti terminali di prese e quindi di decoder e televisori. Nel caso in cui da un impianto esistente realizzato in coassiale si debbano collegare prese di utente lontane per raggiungere le quali servirebbero lunghe tratte di cavo e amplificatori di recupero delle perdite, diventa conveniente ricorrere alla fibra ottica unita a una coppia di convertitori ottici per trasformare i segnali TV e satellitari in segnali ottici e viceversa. Si tratta, quindi, di sfruttare le uscite coassiali disponibili sulla centrale di testa dell’impianto per realizzare “estensioni ottiche”. Lo schema apparentemente semplice è una soluzione “bidirezionale” per soddisfare le necessità di un collegamento d’utente che prevedono il dialogo tra il decoder Sat e la centrale di testa. Ogni presa di uscita della centrale di testa si può collegare quindi indifferentemente in coassiale o in ottico secondo le necessità. In questo caso il segnale ottico e quindi ogni singola fibra può raggiungere un solo utente realizzando quindi il binomio “one fiber/one user”. Ogni ricevitore ottico è perciò assegnato a un solo utente per permettere il collegamento di un solo decoder standard. Usando tecnologie più complesse in testa ovvero se la centrale di testa lo permette, si possono ipotizzare connessioni di utente dedicate al collegamento di più decoder “one fiber/one user/more decoder”. Per un aspetto puramente tecnico-funzionale una tale soluzione con più decoder è opportuno comprenda i decoder di uno stesso utente disposti nelle varie stanze di uno stesso appartamento.
Andata e ritorno
È noto che il cavo d’antenna di un normale decoder Sat trasporta i segnali ricevuti via satellite nel percorso antenna-decoder e, a ritroso, segnali di comando per selezionare i canali desiderati. Questi segnali di controllo sono essenzialmente chiamati V-Lo, H-Lo, V-Hi, H-Hi e corrispondono a combinazioni di tensione 13 / 18 Volt per controllare la polarizzazione V o H, e tono 0 / 22 kHz per controllare la banda Lo o Hi. A questi comandi si aggiungono quelli chiamati DiSEqC e SCR che sfruttano il tono a 22 kHz per poter controllare la ricezione di più satelliti (DiSEqC) oppure per poter usare un solo cavo nel collegare più prese o decoder Sat, Rispetto a quest’ultima funzionalità è opportuno ricordare che il sistema Sat standard non permette di collegare allo stesso cavo più di un decoder mentre con la tecnologia SCR questo limite è stato superato ed oggi è possibile collegare, sullo stesso cavo, anche 4 e più decoder.
Solo andata
Attraverso un’estensione ottica si possono anche realizzare impianti più complessi che, ad esempio, possano comprendere un intero edificio lontano dalle antenne. È il caso di villaggi, complessi condominiali con più edifici e tutte quelle necessità che a partire da una connessione ottica con singola fibra, rendono possibile la realizzazione di un intero impianto coassiale. In questo caso in testa si deve usare una vera “centrale ottica” in grado di trasformare tutti i segnali ricevuti dalle antenne TV e Sat condominiali in segnali ottici. Dalla centrale, quindi, uscirà un segnale ottico che, con l’impiego di appositi splitter digitali, potrà essere suddiviso su più rami ognuno dei quali destinato a ogni edificio del complesso edile. In questo caso la tecnologia utilizzata è monodirezionale ossia tutti i segnali da distribuire vengono trasferiti da una centrale trasmittente in modo contemporaneo sui rami di distribuzione che terminano con un’apposita centrale ricevente. La centrale ricevente ha il compito inverso di quella trasmittente, trasforma i segnali ottici nei segnali TV e Sat originari rispettando totalmente bande e frequenze e fornendo alle singole uscite coassiali i segnali Sat V-Lo, H-Lo, V-Hi, H-Hi e quelli TV. La centrale ottica ricevente è quindi l’origine di un impianto multicavo coassiale con multiswitch a cinque ingressi.
Link ottico, come funziona
Il principio su cui si basa un’estensione in fibra riguarda la generazione di un segnale ottico di trasporto sul quale sia disponibile una banda abbastanza larga da trasportare i segnali desiderati. In un cavo a fibra ottica la banda a disposizione è molto ampia, potendo raggiungere i 6000 MHz. Per avere un’idea possiamo dire che nelle applicazioni condominiali la banda disponibile è almeno 5 volte la banda Sat (1200 MHz da 950 a 2150 MHz), ben 8 volte la banda TV (750 MHz da 40 a 790 MHz). Questa caratteristica dipende dal tipo di fibra utilizzato, (monomodale o multimodale), dalla sua modalità di funzionamento ovvero la finestra ottica scelta che può essere 850, 1310, 1550 nm e dalla sorgente luminosa utilizzata che può essere LED o Laser. Nelle applicazioni condominiali si usa principalmente la fibra monomodale per cui la banda totale disponibile è molto più ampia di quella necessaria.
Per realizzare un collegamento ottico sono necessari due convertitori ottici (un trasmettitore e un ricevitore) che possono essere monodirezionali o bidirezionali, posti alle estremità di un cavo a fibra ottica. Le finestre ottiche maggiormente utilizzate sono quelle dei 1310 e 1550 nm chiamate anche seconda e terza finestra. Nei collegamenti unidirezionali si usa frequentemente la seconda finestra, mentre nelle connessioni bidirezionali si usano entrambe: la seconda finestra in trasmissione e la terza finestra in ricezione.