Le prestazioni di un’antenna tradizionale con filtro 5G / LTE sono paragonabili a quelle di un’antenna di nuova generazione progettata ad-hoc per la futura banda TV UHF (21-48 – 474-690 MHz)?
Un filtro installato in un impianto di distribuzione dei segnali televisivi rappresenta quasi sempre un “correttivo” per un sistema di ricezione concepito per sintonizzare una determinata gamma di frequenze ma che, per varie cause, si trova successivamente ad operare in una banda differente (più ristretta nel nostro caso). Chi possiede già un’antenna o un centralino di produzione abbastanza recente, progettati per operare su tutta la banda UHF (21-69), può tranquillamente aggiungere il solo filtro LTE o 5G in caso di interferenze. Se l’antenna è già LTE Free (cioè tarata per la banda UHF del primo dividendo digitale – 21-60), è caldamente consigliato aggiungere il solo filtro 5G quando nel 2022 gli operatori di telefonia mobile inizieranno ad accendere i primi trasmettitori in banda 700 MHz. In pratica l’aggiunta del solo filtro rappresenta in questi casi la soluzione migliore in termini di costi e benefici. Il discorso cambia totalmente qualora, dopo la metà del 2022, si decida di sostituire antenne e centralini UHF “full” o LTE Free. In tal caso è assolutamente consigliato valutare solo i modelli tarati già sulla nuova banda UHF 21-48 come le Emme Esse 29OPTFSG e 29OPTFG della gamma Optica (vedi foto).
Già in origine queste antenne abbattono con efficacia le frequenze superiori evitando così di affidare il compito ad un filtro aggiuntivo montato a valle. Il filtro 5G potrebbe però essere comunque necessario nei casi più critici dove le interferenze sono talmente insistenti da non poter essere eliminate dalla sola antenna.
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