Home TV Immagini olografiche e TV del futuro, quanto manca?

Immagini olografiche e TV del futuro, quanto manca?

In occasione del CES 2021 sono state presentate tecnologie per l’invio di immagini olografiche senza utilizzo di occhiali, che finora abbiamo visto solo nei film di fantascienza come Star Wars e Westworld.

Facciamo il punto sugli sviluppi in corso nel settore degli smartphone e della teleconferenza, mentre in quello della TV per ora dobbiamo accontentarci di simulazioni ottiche come quelle utilizzate in occasione dell’ultimo Festival di San Remo.

Distinguiamo fra veri e finti ologrammi

Un ologramma (olo=tutto, gramma=scrittura) è molto diverso dalle immagini 3D che appaiono nei film o in TV. Mentre queste sono immagini su uno schermo piatto che usano trucchi ottici per creare l’illusione, un ologramma ricrea una vera immagine 3D nello spazio. La differenza fondamentale è che se ci si muove intorno all’immagine olografica, sarà possibile vedere il suo lato posteriore e non il retro vuoto di uno schermo.

immagini olografiche
L’olografia di Fiorello nell’intervista di Amadeus è realizzata con un trucco noto come “Pepper’s Gohst”

Negli anni recenti soprattutto in occasione di fiere (come Expo2015) e concerti (come la performance virtuale postuma di Michael Jackson nel 2014) sono stati presentati spettacoli con immagini descritte come olografiche ma in realtà ottenute con simulazioni ottiche mediante proiezione su uno schermo trasparente inclinato di 45° inserito in una scena con personaggi reali.

Trucco noto come “Pepper’s Ghost” dal nome del suo inventore Pepper che lo utilizzò per la prima volta in uno spettacolo teatrale del 1860 per fare apparire un fantasma sulla scena. La RAI è ricorsa a questo trucco in occasione dell’intervista di Amadeus a Fiorello nel TG1 pre-Festival di San Remo, mentre nell’intervista di Fiorello a Vincenzo Mollica l’ologramma di quest’ultimo è stato ottenuto sovrapponendo alla scena una ripresa con chroma-key.

L’olografia di Vincenzo Mollica realizzata sovrapponendo alla scena la ripresa di Mollica ripresa con il chroma-key

L’invio di vere immagini olografiche, come quella della Principessa Leia a Obi-Wan Kenobi e Luke Skywalker nel film Star Wars del 1977, si è rivelata particolarmente motivante per le aziende coinvolte nello sviluppo delle tecnologie necessarie senza l’impiego di occhiali AR (Augmented Reality), negli smartphone e negli apparati per teleconferenza,

Condividere immagini olografiche con lo smartphone

Le nuove generazioni di smartphone, dai medio range fino ai top di gamma, dispongono di sofisticati sensori per la scansione 3D (ToF=Time-of-Flight per Android e Lidar=Laser Imaging Detection and Ranging per iOS) in grado di raccogliere in tempo reale tutti i dati necessari per la descrizione completa di ambienti e persone.

Elaborando i dati raccolti, opportune app come ARCore e ARKit consentono di effettuare il rendering delle immagini con elevata risoluzione.

Aziende come Looking Glass Factory e Sony Spatial Reality Display, per riprodurre immagini olografiche sulla base dei dati raccolti dalla scansione hanno realizzato display senza occhiali che si presentano come scatole di vetro in cui oggetti e video 3D luminosi possono librarsi ed essere visti da un certo numero di angolazioni.

Il visore olografico di Looking Glass Factory si presenta come scatola di vetro in cui oggetti e video 3D possono essere visti da diverse angolazioni

Al recente CES di Las Vegas la società Ikin, con sede a San Diego, ha presentato una tecnologia olografica senza occhiali che fa pensare ai tablet di Westworld. La tecnologia chiamata Ryz applicata a smartphone e tablet consente di condividere immagini olografiche utilizzando un display olografico come accessorio aggiuntivo del telefono, che permette di visualizzare immagini olografiche senza occhiali anche in pieno giorno.

Il display olografico di Ikin gli oggetti 3D estratti dalla libreria dello smartphone

Il display olografico mostra fluttuanti gli oggetti 3D estratti dalla libreria dei dati scansionati dal telefono.

Il fondatore e CTO di Ikin, Taylor Scott e il CEO Joe Ward hanno dimostrato come la loro soluzione vada oltre a quelle sviluppate da altre società, poiché le immagini olografiche possono essere controllate con il tocco delle dita. Inoltre le immagini olografiche 3D sono in grado di riconoscere le superfici e possono nascondersi dietro oggetti reali

Nel visore olografico di Ikin le immagini olografiche possono essere controllate con il tocco delle dita e possono nascondersi dietro oggetti reali

Attraverso app per Android e iOS il display del telefono potrà estendersi in un secondo schermo di tipo olografico, sul quale sarà possibile riprodurre i servizi di streaming del telefono e tutte le funzionalità di chat, i sistemi di messaggistica di testo, i sistemi di posta elettronica, tutto in forma di ologramma – ha affermato Scott -. Il modulo, che utilizza la piattaforma Ryz per trasformare i contenuti dello smartphone in un ologramma, sarà disponibile prima per i telefoni Android a metà anno e successivamente per iOS”.

Olografia per teleconferenze e forse domani per la TV

Soluzioni per inviare immagini olografiche di grandi dimensioni sono state finora utilizzate in occasione di conferenze, per rendere maggiormente realistica la partecipazione di personaggi lontani, e il signage per scopi commerciali, per una migliore interattività con i clienti. Gli sviluppi tecnologici di questo settore sono seguiti anche dai provider per futuri impieghi distributivi dei contenuti.

Primi sistemi proposti al mercato

L’azienda LED Pulse ha sviluppato la tecnologia Dragon O che utilizza stringhe di luci LED per creare display volumetrici per visualizzare qualsiasi tipo di contenuto compresi quelli in movimento. La matrice di questo display 3D, visibile da ogni direzione come un vero ologramma, può essere grande come una stanza. Composta da “cuboidi”, ciascuno di tre metri cubi con 24mila “voxel”, come li chiama l’azienda, assemblabili per creare display più grandi. Il più grande finora è da 6 cuboidi e 144.000 voxel utilizzato per la pubblicità del profumo “Idole” di Lancome.

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L’azienda LED Pulse ha sviluppato la tecnologia Dragon O che utilizza stringhe di luci LED per creare display volumetrici

Portl Hologram è il prodotto della tecnologia olografica presentato al CES di Las Vegas che sostanzialmente permette di trasmettere l’immagine di una persona in piedi a grandezza naturale e con risoluzione 4K.

Misura 2,1×1,5×0,6 metri e costa 60mila dollari. L’azienda ha già venduto un centinaio di dispositivi e ne ha già consegnate diverse dozzine a centri commerciali, aeroporti e cinema. “Gli ospedali e le università li acquistano per inviare medici e professori al di fuori della loro area in stati diversi, in paesi diversi”.

Oggi Portl sta sviluppando una versione desktop per utilizzo domestico per registrare e distribuire gli ologrammi. “I mini verranno forniti in bundle con contenuti come Peloton e altri contenuti molto specifici” dice David Nussbaum, fondatore di Portl Hologram, ipotizzando un abbonamento a circa 39 o 49 dollari al mese.

Portl Hologram permette di trasmettere l’immagine di una persona in piedi a grandezza naturale e con risoluzione 4K

Telepresenza Phygigram di Cisco Webex

Il sistema che oggi consente di realizzare una vera e propria telepresenza di tipo olografico è Phigigramm, ossia al contempo fisico, digitale e con ologrammi, che Cisco Webex ha utilizzato negli ultimi anni per teleconferenze, di cui l’ultima si è svolta il 28 Aprile 2021 al Museo della Scienza e Tecnologia di Milano.

Utilizza l’olografia digitale che è considerata la soluzione perfetta per un’esperienza 3D realistica, autentica e confortevole poiché fornisce tutti gli indici di percezione della profondità che consentono la visualizzazione di un insieme continuo di punti. Oltre a richiedere una grande capacità di trasporto dei contenuti rimane un investimento impegnativo.

In un portale monolitico alto 3 metri l’ospite teletrasmesso viene ricomposto in grandezza naturale con fedeltà e, spostandosi sulla scena, lascia intravedere inalterato il fondo dell’ambiente. Nell’occasione della teleconferenza di Milano il sistema ha richiesto una velocità di circa 300 Mbs ed ha impegnato una ventina di tecnici.

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Il sistema Phigigramm di Cisco Webex che consente di realizzare una vera e propria telepresenza di tipo olografico è stato utilizzato nella teleconferenza svoltasi il 28 Aprile 2021 al Museo della Scienza e Tecnologia di Milano

 

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