Settembre 2011
Alcuni li chiamano “mini coassiali”, nome molto rappresentativo trattandosi di cavi coassiali di dimensioni ridotte. Tutto è più piccolo, il conduttore interno, l’isolante interno o dielettrico e di conseguenza il diametro esterno. Il mini coassiale più diffuso oggi sul mercato vanta un diametro esterno di 5 mm e tutti i costruttori di cavi coassiali ne presentano uno a catalogo, Ma perché tanto successo? Un cavo di questo tipo può davvero sostituire quello convenzionale più grande? Quali sono gli effetti della riduzione della dimensione? Vediamo di dare risposta a queste domande.
Quando nasce l’esigenza di aggiungere una presa Tv in più nello studio o nella stanza dei ragazzi può essere necessario infilare nuovi cavi coassiali nelle tubazioni esistenti, ma la cosa non è sempre facile per l’esiguità dello spazio a disposizione che porta, a volte, a rinunciare.
Grazie alle dimensioni più contenute un mini coassiale da 5 mm può essere infilato facilmente anche nelle tubazioni “impossibili”, là dove un normale cavo coassiale non passa. Diventa quindi più facile “cablare” il nostro appartamento per portare una presa TV e SAT in ogni stanza.
Prestazioni: quali compromessi?
I mini coassiali derivano dai normali cavi coassiali con diametro esterno compreso tra 6 e 7 millimetri.
Ne esistono di diversi tipi ma il più diffuso e presente sul mercato è quello da 5 mm. Rispetto a un cavo più grande, le prestazioni di quello mini sono di poco inferiori e si notano solamente sulle lunghe distanze. I mini coassiali sono ottimizzati per trasportare sia i segnali TV con frequenze comprese tra 40 e 862 MHz sia quelli SAT con frequenze più elevate, comprese tra 950 e 2150 MHz.
I mini coassiali rappresentano un buon compromesso tra prestazioni e dimensioni e il loro impiego è solitamente limitato ai casi in cui sia impossibile utilizzare cavi normali, ad esempio in canaline o tubazioni esistenti costipate, limitatamente a tratte di lunghezza contenuta. Tuttavia, tenendo conto della maggiore attenuazione, un cavo da 5 mm può essere usato anche per realizzare un intero impianto TV e SAT.
Nella tabella sopra indichiamo le diverse prestazioni dei mini coassiali rispetto a quelle di un normale cavo da 6,6 mm facendo la media tra le caratteristiche dei modelli di alcuni tra i maggiori costruttori. Da questa tabella possiamo ricavare l’attenuazione di tre distinti tipi di cavo alle diverse frequenze che caratterizzano i segnali TV in transito. Sono state scelte le frequenze massime di ogni banda TV, 200 MHz per la banda VHF terrestre, 860 MHz per la banda UHF terrestre e 2150 MHz per la banda IF satellite.
I dati di questa tabella sono molto importanti per stabilire la lunghezza massima di un cavo prima che la qualità di un segnale in transito si degradi a tal punto da non essere più ricevibile. Con i dati riportati in tabella si possono quindi calcolare le massime lunghezze dei tratti di cavo da aggiungere nel nostro impianto domestico come indicato nel paragrafo seguente.
Calcoliamo la lunghezza
La lunghezza massima utilizzabile per un cavo coassiale con diametro esterno di 5 mm è inferiore a quella di un normale cavo da 6/7 mm. Questo è dovuto a una maggiore resistenza elettrica, al passaggio dei segnali, introdotta dai conduttori o meglio dal conduttore interno, ovviamente più piccolo di sezione rispetto a quello di un normale cavo TV.
Ecco un semplice procedimento matematico per calcolare la massima lunghezza di un collegamento con mini coassiale. È necessario conoscere il livello di segnale disponibile nel punto di partenza, ossia il punto da cui il cavo deve partire.
Nelle applicazioni “domestiche” questi punti possono essere quelli indicati nella tabella qui sotto ovvero, l’uscita di una antenna individuale SAT o TV, l’uscita di un amplificatore TV, l’uscita libera di un Multiswitch, una presa TV o SAT esistente.
Sempre nella tabella mostriamo anche quale possa essere la massima lunghezza possibile di un cavo da 5 mm (0,8 mm diametro conduttore interno) per questi casi tipici, partendo dai livelli di segnale normalmente disponibili al punto da cui deve partire un nuovo tratto di cavo.
Per chi volesse, invece, fare i calcoli da sé, per trovare la lunghezza massima di un cavo coassiale Lmax forniamo di seguito un semplice procedimento di calcolo.
Si deve prima di tutto conoscere l’attenuazione su 100 metri offerta dal cavo da utilizzare Ac e i livelli del segnale disponibile Sd e di quello minimo ancora sfruttabile convenientemente alla fine del cavo Su.
Consigliamo di usare i seguenti valori di Su in funzione del tipo di segnale: 53 dBµV per segnali SAT, 60 dBµV per segnali TV terrestri analogici (PAL) e 50 dBµV per segnali TV terrestri digitali (DTT).
La formula da applicare è la seguente:
Lmax = (Sd-Su) / (Ac/100)
Facciamo un esempio. Si vuole sapere quale lunghezza massima deve avere un cavo SAT per portare il segnale da una presa SAT esistente a una seconda presa SAT utilizzando un semplice divisore a due uscite.
Se il segnale disponibile Sd fornito dalla presa SAT esistente è di 65 dBµV, inserendo un divisore tale valore scende a 62 dBµV. Ammesso che il segnale SAT minimo che posso avere alla seconda presa è Su = 53 dBµV e si vuole utilizzare un cavo coassiale da 5 mm di diametro esterno che ha una attenuazione tipica su 100 metri pari a Ac = 38 dB, si può procedere nel modo seguente:
Lmax = (62-53) / (38/100) = 23,6 metri
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