Impianto TV Sat centralizzato: meglio nuovo o ricondizionato?

Impianto centralizzatoNella progettazione di un moderno impianto centralizzato TV e Sat si pongono due possibili alternative: adattare il vecchio sistema TV anche ai segnali satellitari oppure realizzarne uno ex-novo.  Sono molti i fattori che influenzano questa scelta e le soluzioni praticabili portano a optare per una centrale “in testa” oppure “in rete”, vediamo i criteri da adottare.

 

L’esigenza di centralizzare l’antenna parabolica può nascere per obblighi condominiali dovuti a norme comunali che richiedono di togliere le antenne paraboliche in facciata o semplicemente per il desiderio di fare un lavoro che garantisca a tutti buona qualità.

– Antenne in facciata. Il caso tipico di un condominio con le antenne fissate ai balconi pone l’accento su un aspetto discriminatorio dovuto al fatto che i condomini con balconi non disposti a Sud sono nell’impossibilità di montare l’antenna parabolica perché dal lato Nord dell’edificio i satelliti non sono ricevibili. Vi sono casi in cui lo stesso appartamento è disposto nell’edifico con sfogo sia a Sud sia a Nord, in questo caso nessuna discriminazione è in atto perché l’utente sceglierà il suo balcone a Sud per montare l’antenna. Le cose si complicano se gli appartamenti sono disposti invece sui due lati, Nord e Sud con il corridoio al centro. In questo caso gli inquilini orientati verso Nord sono penalizzati.

– Antenne sul tetto. Questo è altri motivi hanno indotto gli enti competenti a riconsiderare l’obbligatorietà di portare tutte le antenne sul tetto o addirittura usarne soltanto una per tutti. In questi due possibili casi non si hanno discriminazioni ma con le antenne sul tetto si deve dare facoltà ai condomini di trovare un punto di ancoraggio adeguato per la parabola, così facendo ognuno avrà necessità di un sistema di staffe per sostenere il palo sul quale viene fissato il disco. Se nella fase di installare l’antenna sul tetto decide anche di realizzare un vero e proprio sistema centralizzato, il sostegno in questo caso potrà essere uno solo trattandosi una singola antenna per uso condominiale. Rimane da dire che spostando le antenne sul tetto tutti i cavi coassiali terminati sul balcone dovranno estendersi fino al tetto, passando inevitabilmente in facciata. Lo stesso accade se si mette un’antenna unica condivisa, perché anche in questo caso gli utenti necessitano di un cavo individuale indipendente per collegare il decoder. La stessa problematica nascerebbe anche in un impianto ex-novo se l’edificio non fosse provvisto di tubazioni incassate per i cavi coassiali degli utenti.

 

Cavi dentro cavi fuori

Come si può intuire la problematica principale, dopo aver deciso di realizzare l’antenna centralizzata, riguarda i percorsi dei cavi coassiali destinati a ogni utente. Si possono avere condomini nei quali la lungimiranza dei progettisti ha portato a dotare l’edificio di tubazioni incassate installate nella verticale, ossia nel vano scale, predisponendo a ogni piano scatole di raccordo collegate poi a tubazioni che raggiungono la presa o le prese tv dell’appartamento. Questa è la condizione ideale per realizzare la distribuzione incassata senza dover fare opere murarie o posare cavi a vista. Ma non sono rari gli edifici sprovvisti di predisposizioni adeguate o nei quali le tubazioni esistenti non permettono aggiunte di cavi.

 

Adeguamenti lato utente

Viste tutte le problematiche connesse all’antenna e ai percorsi dei cavi, possiamo procedere all’analisi delle diverse soluzioni attuabili, a partire da quello che c’è. In prima analisi possiamo constatare che ad ogni piano è presente un singolo tubo incassato diretto ad ogni singolo inquilino già contenente un cavo coassiale tv destinato all’unica presa TV dell’appartamento. È vero che oggi una sola presa forse non basta, ma in questo caso possiamo realizzare un primo adeguamento possibile, sostituendo il cavo coassiale TV con un cavo Sat, come pure cambiare la presa TV con una presa a due connettori separati per TV e Sat dotata di demiscelatore incorporato. Nella scatola di ripartizione al piano troveremo quindi un solo cavo per portare alla presa di utente sia segnali TV sia segnali SAT. Possiamo anche valutare se nella sostituzione del cavo al posto di una cavo standard con un diametro di 7 mm si possono infilare due minicoassiali ovvero due cavi di minori dimensioni con diametro di 5 mm. Così facendo possiamo predisporre il lato utente a disporre di due prese Sat per collegare due decoder o un decoder doppio tuner con registratore a bordo.

 

Adeguamenti in linea

Il secondo passo riguarda l’adeguamento della linea di discesa partendo dalla scatola di ripartizione al piano. Al suo interno c’è sicuramente un “derivatore tv” chiamato anche TAP. Si tratta di un componente passivo che estrae dal cavo di discesa principale i segnali da portare all’utente.

A questo punto possiamo fare due ipotesi di soluzione: mantenere la configurazione esistente dei cavi dove un singolo cavo di discesa alimenta ai piani i cavi degli utenti attraverso derivatori passivi; oppure trasformare la linea di discesa da “monocavo” a “multicavo” aggiungendo altri quattro cavi destinati ai segnali Sat mantenendo il cavo esistente per i segnali TV. Se questa modifica fosse praticabile allora il derivatore di piano potrà essere sostituito con un multiswitch.

Se, invece, non c’è spazio per aggiungere cavi, potremo realizzare un sistema monocavo TV e Sat sostituendo tutti i cavi esistenti con cavi Sat, cambiando i derivatori TV esistenti con altri in grado di far passare anche i segnali satellitari.

 

Multicavo/Monocavo, cosa cambia?

La differenza sostanziale tra i sistemi monocavo e multicavo riguarda il numero di canali satellitari che dall’antenna possono essere trasferiti alle prese d’utente. Impiegando quattro cavi Sat nella linea di discesa si portano agli utenti tutti i canali ricevibili, senza esclusioni. Con un cavo solo è inevitabile che il numero dei canali distribuiti si limita, in quantità, ad un quarto di quelli presenti in antenna. Questa soluzione richiede perciò in fase d’installazione, la scelta dei canali da distribuire con apposite centraline di testa.

Non mancano poi altri aspetti peculiari dei due sistemi che si trasformano in vantaggi e svantaggi. Ad esempio con un sistema monocavo possiamo anche aggiungere prese tv derivando il segnale dalla presa d’utente. Con un sistema multicavo le prese da aggiungere devono disporre di un loro cavo indipendente fino alla scatola di ripartizione al piano, nella quale sarà montato un multiswitch a più uscite, ognuna delle quali si deve collegare un cavo ed una sola presa.

 

Aggiungere prese Sat in casa

I progressi nella tecnologia di distribuzione dei segnali permette oggi di poter aggiungere prese Sat in casa derivandole da un unico cavo di utente senza perdere canali. Per i vecchi edifici sarebbe la soluzione ideale quella di avere un solo cavo d’utente mantenendo i vantaggi di una rete multicavo. Infatti, per realizzare ciò è necessario che la linea di discesa coassiale disponga di quattro cavi Sat più il cavo TV, mentre dal lato utente invece di avere un cavo per ogni presa ne basta uno per almeno tre prese. Ciò è possibile dopo l’introduzione della tecnologia SCR. Tuttavia questa soluzione funziona solo se i decoder di tutti gli utenti sono compatibili. I decoder più datati sono sprovvisti del sistema SCR e pertanto un impianto di questo tipo non potrà essere realizzato prima di un radicale aggiornamento di tutti i ricevitori collegati. In realtà i progettisti hanno trovato una soluzione tecnologica anche nei casi in cui nello stesso condominio fossero presenti decoder standard e decoder SCR. Infatti, i multiswitch collocati nelle scatole di ripartizione ai piani dispongono di un sistema universale che si adatta ai decoder degli utenti. È opportuno precisare che chi possiede decoder SCR può anche collegarne più di due nella sua abitazione. Chi invece fosse sprovvisto di decoder SCR potrà limitarsi a collegarne uno solo. Senza contare che sostituendo i vecchi decoder con modelli dotati di SCR anche l’utente inizialmente “penalizzato” potrà in un secondo momento estendere il proprio impianto aggiungendo le prese necessarie, senza dover intervenire sulla parte dell’impianto condominiale.

 

La centrale Sat “in testa”

Passando alla scelta dei componenti attivi, ossia le centrali di amplificazione e smistamento dei segnali che favoriscono la condivisione della stessa antenna parabolica da parte di più utenti, troviamo in prima analisi centrali da porre “in testa”, cioè tra le antenne e la linea di discesa. Queste centrali Sat possono essere di tipo monocavo o multicavo. Nel primo caso i segnali ricevuti e da distribuire vengono selezionati e riorganizzati per essere compresi nella banda di frequenze disponibile in un solo cavo, nel secondo caso tutti i segnali ricevuti vengono anche distribuiti così come trasmessi dal satellite, in modo del tutto trasparente. In altre parole dei canali presenti in antenna ne verranno scelti circa 30 durante l’installazione della centrale. Attenzione: stiamo parlando di “canali” o in gergo tecnico “transponder” e non di programmi che invece sono molti di più, circa otto per ogni canale. Con il sistema monocavo i programmi TV effettivamente trasferiti agli utenti sono circa 240. Il vantaggio della distribuzione monocavo sta nell’uso di componenti passivi per dividere, estendere, ramificare la rete di distribuzione, così come già si può fare con i segnali TV terrestri.

Le centrali di testa per la distribuzione multicavo, senza limitazioni di canali, fanno uso di dispositivi più complessi, i multiswitch radiali. Diversamente dalla centrale monocavo, i multiswitch radiali dispongono di tante uscite quanti sono i cavi di utente. Pertanto le prese Sat dei condomini disporranno di un cavo indipendente fino alla centrale. Se le prese sono due saranno necessari due cavi. Questi collegamenti lunghi e tortuosi non sempre sono di facile realizzazione. In alcuni casi si fruttano i cavi di discesa in facciata, diversamente si dovranno predisporre tubazioni o canali adeguati per far passare i cavi necessari. Anche in questo caso, con la tecnologia SCR potremo avere singoli cavi d’utente che alimentano più di due prese Sat.

 

La centrale Sat “in rete”

Passando a un sistema multicavo troviamo anche un sistema versatile che invece di disporre di una sola centrale “in testa” ne colloca una ad ogni piano. Si tratta di centraline compatte, multiswitch, collocate lungo una linea di distribuzione formata da almeno 4 cavi con cui realizzare diverse tipologie di rete: in cascata, in derivazione, in derivazione estesa.

La rete in cascata prevede che a ogni piano sia collocato un multiswitch per mezzo del quale si realizza la connessione delle prese d’utente in modo radiale. Ogni switch diventa così una centrale di piano in grado di gestire 2, 4, 6, 8 o più prese Sat a ogni piano.

La rete in derivazione parte da una linea di distribuzione multicavo “passiva” a cui ad ogni piano viene collocato un derivatore al quale collegare poi un multiswitch.

La rete in derivazione estesa parte sempre da una linea di discesa multicavo, da cui ad ogni piano deriva una linea di distribuzione di piano anch’essa multicavo. Su questa linea si possono inserire uno o più multiswitch in cascata fino a realizzare derivazioni d’utente multicavo. Anche in questo caso grazie alla tecnologia SCR i singoli cavi diretti ai condomini possono collegare più di due prese.

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