Inconsuete fonti di tensione

Dicembre 2014
Gli impianti centralizzati per la TV satellite oggi più diffusi fanno uso di multiswitch in due tipiche configurazioni: radiale e in cascata. La prima impiega un multiswitch unico per servire, con una rete a stella, tutte le prese Sat di un edificio. La seconda, sposta la “stella” ai piani, installando a ogni livello dell’edificio un multiswitch derivatore. In altre parole entrambe le soluzioni vedono connessioni di utente radiali (con cavi indipendenti per ogni presa che partono da un solo punto) con un solo multiswitch, nel primo caso, o con più multiswitch interconnessi tra loro da una linea di discesa (colonna) multicavo formata da 4, 8, 16 cavi coassiali in funzione del numero dei satelliti da distribuire (rispettivamente 1, 2 o 4). Entrambi gli impianti richiedono l’impiego di energia elettrica per alimentare sia gli stessi multiswitch sia l’LNB. A questi tipi d’impianto si possono miscelare anche i segnali TV terrestri aggiungendo, solo nel secondo caso, un cavo in più nella linea di discesa. Anche la parte TV terrestre richiede alimentazione elettrica per gli amplificatori d’antenna o i centralini di amplificazione e trattamento dei segnali. Quando, però, l’energia elettrica non è disponibile è necessario ricorrere a quella presente nella rete di distribuzione, proveniente essenzialmente dai decoder degli utenti collegati all’impianto.

Se manca una presa elettrica
Normalmente, le configurazioni possibili per realizzare gli impianti TV e SAT prevedono l’uso di multiswitch concepiti per essere utilizzati in edifici dotati di un impianto elettrico indipendente per le parti comuni (scale, esterni, garage, impianti centralizzati di riscaldamento ecc…) ma si tratta di una sola categoria di edifici costruiti con spazi, accessi e luoghi condivisi da tutti gli abitanti del condominio.
Vi sono, invece, altri edifici, costruiti con criteri diversi e privi di parti comuni che richiedono l’allestimento di un impianto elettrico a parte. È il caso di edifici multifamiliari che hanno gli ingressi delle singole unità abitative disposte in modo tale da non richiedere la condivisione di spazi da illuminare elettricamente, dotate di impianti di riscaldamento autonomi (elettrici, metano o gas), di autorimesse e cantine che non richiedono illuminazione dei transiti e alimentate dai rispettivi contatori elettrici delle singole unità abitative ecc… Si tratta, quindi, di edifici dove manca una presa elettrica condominiale a cui collegare un centralino TV, aspetto del quale si deve tenere conto in fase di progettazione e allestimento dell’impianto collettivo per la TV satellite.

Energia elettrica condivisa
Là dove manca la presa elettrica condominiale sono due i problemi da risolvere: il primo consiste nel trovare una fonte di energia elettrica per alimentare le apparecchiature dell’impianto TV, il secondo è come suddividere il consumo tra i condomini. Fortunatamente troviamo in commercio apparecchiature adatte allo scopo, utilizzabili per distribuire i segnali TV e SAT sfruttando l’energia elettrica fornita dagli impianti elettrici dei singoli utenti ad esempio, attraverso il decoder SAT in grado normalmente di fornire tensione elettrica per alimentare l’LNB negli impianti individuali.

Quali materiali?
La progettazione di un impianto senza alimentatore di rete richiede un approccio diverso dal solito e un particolare impegno nel scegliere i componenti giusti per raggiungere lo scopo.
Il mercato offre fortunatamente tutto il necessario per realizzare una soluzione adeguata. L’obiettivo è ripartire i consumi sia dell’impianto SAT sia di quello TV terrestre tra tutti gli utenti in modo che ognuno di essi possa contribuire con una parte dell’energia elettrica necessaria. Si possono, quindi, usare multiswitch che non richiedono un’alimentazione elettrica esterna ma in grado di alimentarsi dai decoder collegati. In alternativa si possono impiegare partitori che permettono il passaggio di corrente continua, ma vediamo nei dettagli come fare.

Le soluzioni praticabili
Esistono in commercio multiswitch compatti normalmente concepiti per la realizzazione di impianti in cascata e che possono essere utilizzati convenientemente nel nostro caso.
Si tratta di multiswitch derivatori di tipo attivo, ovvero dotati di circuiti interni di amplificazione che recuperano le perdite di ripartizione dei segnali. Com’è noto la distribuzione con multiswitch richiede l’impiego di quattro cavi di distribuzione che partono direttamente dall’antenna parabolica ovvero dall’LNB. Si tratta di LNB speciali che suddividono i canali disponibili in quattro gruppi e li distribuiscono su quattro cavi separati. Dall’antenna, quindi, partono quattro cavi di linea che collegano poi i multiswitch per realizzare gli allacciamenti di utente. Questi stessi multiswitch sfruttano uno dei cavi di linea per la tele-alimentazione dell’LNB prelevando energia da tutte le uscite connesse ai decoder degli utenti. Questi multiswitch si possono collegare in cascata oppure in una configurazione “radiale” secondo le necessità. Per alimentare il centralino TV si deve, invece, ricorrere a uno splitter dotato di diodi di passaggio per la corrente continua. I diodi permettono alla corrente elettrica di passare solo dalle uscite verso l’ingresso, mentre bloccano il passaggio inverso.
Con questi splitter si possono alimentare amplificatori TV da palo o mini-centralini che accettano la telealimentazione, ovvero accettano una tensione di alimentazione di 12 Volt fornita attraverso il cavo di discesa.
Se nell’edificio si possono installare multiswitch in cascata, anche questi dovranno essere del tipo che si autoalimenta dall’energia fornita dai decoder collegati. Questa energia raggiunge l’LNB ovvero l’antenna attraverso uno dei cavi di linea. In testa all’impianto, si potrà collegare un estrattore di tensione dotato di stabilizzatore a 12 Volt, per ricavare la tensione necessaria al centralino TV (figura 3).

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