Pionieri dello spazio profondo

Marzo 2010. Per diversi anni e sino al termine dell’ultimo decennio del secolo scorso, era in uso il sistema analogico: sembra quasi preistoria, ma a tutti gli effetti sia RAI sia Mediaset ne facevano ampio uso, soprattutto su 18° Ovest e 11° Ovest, senza dimenticare i 7° Est, territorio prediletto ancor oggi dall’EBU (European Broadcasting Union), ossia l’Eurovisione.

Il Feed Hunting era ancora un’attività pionieristica semisconosciuta, molto di nicchia: ampiamente tollerata dai broadcaster, si fregiava del lusso di poter avere a disposizione segnali di servizio pressoché privi di codifica, tranne sparuti casi. Criptare un feed allora era abbastanza costoso: a differenza di oggi le codifiche non erano già “on board” nei ricevitori delle stazioni di uplink.

L’optional aveva un prezzo non modico e non tutti potevano permettersi attrezzature così sofisticate (per il periodo): tutto di guadagnato, quindi, per i Feed Hunter, i quali effettuavano le loro ricerche chi avvalendosi di misuratori di campo e analizzatori di spettro, chi invece con metodi più rudimentali (ma non per questo meno efficaci), come lo scorrere in rassegna una (più o meno) larga gamma di frequenze pre-impostate dal database.

Con l’avvento dei segnali in formato digitale, a metà strada poi tra vecchi e nuovi modi di concepire i ricevitori Common Interface, figurava il Nokia Mediamaster 9500, versatile e multifunzionale: ricco di menu, sottomenu e una gran quantità di voci, era una delle pochissime macchine in grado di ricavare in automatico sia il FEC sia il Symbol Rate, elementi – specie il secondo – basilari per individuare un segnale con un minimo d’attendibilità.

A queste indubbie prerogative si accompagnava tuttavia una non trascurabile pecca, affatto secondaria per chi volesse attribuire ai medesimi segnali un valido tasso di precisione e accuratezza: il fatto di privilegiare l’aggancio del segnale anche con un margine d’errore largo, ragion per cui anche 6-7 passi di differenza erano assorbiti dal Mediamaster 9500 impedendo di essere certi su quale fosse la reale frequenza.

Laddove due segnali differenti fossero stati collocati a soli 3-4 step (per esigenze di sfruttamento di banda e compressioni varie), il Nokia Mediamaster era in grado di rilevarne solo uno, quello magari con maggior intensità di livello, trascurando il secondo.

Quale Blind Scan?
I ricevitori Nokia rappresentarono una sorta di anticamera ideale per i ricevitori di seconda generazione: la funzione Blind Scan ha infatti dettato una fondamentale quanto decisiva svolta per la ricerca dei segnali satellitari.
Non era, infatti, più necessario pre-impostare un database di frequenze, ovvero organizzare una gamma di dati in forma pregressa e poi lanciarsi alla ricerca in modo più o meno artigianale: con i ricevitori Blind Scan è sufficiente far partire la scansione senza dover più pre-impostare frequenza, FEC o SR.

È necessario distinguere fra Blind Scan software e  Blind Scan hardware: nel primo caso si interviene a livello firmware saggiando tutte le frequenze ricevibili su una scorta più o meno nutrita di Symbol Rate pre-impostati, con l’inconveniente di non poter disporre di una ricerca completa perché possono essere letteralmente saltati quei segnali con symbol rate non compresi tra le combinazioni stabilite in partenza dal software.
La ricerca appare così approssimativa e senza la garanzia che possano essere rinvenuti tutti i segnali al momento attivi.

Nel secondo caso, la funzione Blind Scan è già implementata in fase hardware: il tuner, se particolarmente sensibile, è in grado così di rintracciare tutti i segnali presenti, catturando i Symbol Rate anche più bislacchi, sicché la scansione è nettamente più accurata e precisa.

Tempi di scansione più veloci
Discorso a parte va fatto per i tempi di scansione: i ricevitori Blind Scan di migliore qualità e resa riescono ad affiancare la possibilità di scegliere una fetta di scansione da un range iniziale ad uno finale, insieme alla possibilità di optare per una ricerca su vari ordini di step: il tutto con la migliore velocità e accuratezza.

In concreto è un po’ come la vecchia storia della coperta corta: scansionando con un passo di 1MHz alla volta, il ricevitore impiega necessariamente più tempo ma può snidare molti più segnali (a volte fra loro molto ravvicinati).
Alzando 3-4 volte il passo di scansione, di converso, i tempi di ricerca possono diminuire, ma (a seconda anche della sensibilità del tuner) può accadere che frequenze più deboli o con SR estremamente bassi possono rischiare di non essere agganciate.

Si tratta, perciò, di scegliere la migliore combinazione possibile, ottenuta dall’esperienza pian piano acquisita e senza dimenticare le personali esigenze di ognuno, per cui c’è chi non lamenta particolari problemi ad aspettare pazientemente i tempi di ricerca del caso e chi, invece, annette più importanza alla velocità di scansione per non restare troppo con le mani in mano.

Formati di seconda generazione
Ulteriore capitolo a parte sono i formati di trasmissione di alcuni segnali sempre più capillarmente diffusi: ci riferiamo al DVB-S2, acronimo di Digital Video Broadcasting Satellite Second Generation, trasmesso con una modulazione di seconda generazione e adottato ufficialmente dall’EBU alcuni mesi fa (dopo una prima fase di test e in attesa che le varie emittenti si adattassero al passaggio), la cui utilizzazione va oltre il consorzio europeo dell’Eurovisione.

Il vantaggio, in termini di qualità d’immagine e soprattutto nella possibilità di segmentare un transponder adoperando Symbol Rate di volta in volta anche abbastanza bassi (il che non vuol dire sia necessariamente un obbligo) al fine di ospitare più segnali contigui, è indubbio.

Il DVB-S2 è uno standard decisamente più sensibile e come tale può accusare fragilità di tenuta in presenza di sistemi di ricezione non perfettamente consoni: se visualizzato per esempio attraverso una PC card (come le skystar2), occorre una buona scheda grafica, nonché dei codec appropriati (ad ogni modo liberamente reperibili in rete).

Il DVB-S2 è uno standard decisamente più sensibile e come tale può accusare fragilità di tenuta in presenza di sistemi di ricezione non perfettamente adeguati. Anche i software free più consolidati come Dvbdream (a lato), Altdvb e Skyview possono andare in crash, cioè impallarsi o rallentare considerevolmente, in funzione della fluidità del flusso d’immagine.

Anche i software free più consolidati come Dvbdream, Altdvb e Skyview possono andare in crash, cioè impallarsi o rallentare considerevolmente, in funzione della fluidità del flusso d’immagine.

L’evoluzione del mondo del satellite, come detto, è tale che anche i ricevitori di ultima generazione, in virtù di questa continua tensione allo sviluppo di sistemi sempre più raffinati (e tendenzialmente più fragili), rischiano di essere soppiantati dai nuovi immessi sul mercato, provvisti di accessori più progrediti, tools interni sempre più sofisticati e tutta una serie di funzionalità più o meno vantaggiose e utili, che possono indurre talvolta i meno esperti ad andare in confusione.

Miti inossidabili
Da qualche anno sono disponibili anche per il mercato consumer tutta una serie di ricevitori in grado non solo di integrare la funzione Blind Scan on board, ma anche la possibilità di sintonizzare i segnali in DVB-S2 e quelli in Alta Definizione.

L’abbassamento dei costi di produzione, e la forte concorrenza cinese, ha fatto sì che più di un costruttore di grido abbia dovuto ridimensionarsi se non addirittura chiudere i battenti, disperdendo così preziosissimi patrimoni di conoscenza e innovazione tecnologica (Nokia, Fortec, ecc).

Anche il “mitico” Echostar, vero standard di riferimento per gli appassionati Sat dell’epoca, ha dovuto cedere il passo: un apparecchio rimasto ineguagliato per lungo tempo, per via del sintonizzatore e del posizionatore incorporato senza compromessi.
Chi lo possiede tende ancora a conservarlo come prezioso oggetto di culto… E questo non solo per motivi di nostalgia, ma per ciò che questo ricevitore continua a rappresentare per gli appassionati più irriducibili.

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