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Smart tag, guida a cinque soluzioni trovatutto

Sono all’ordine del giorno le situazioni dove ci si torva a dover fare i conti con oggetti appena visti o addirittura presi in mano, diventati improvvisamente introvabili. Non solo piccoli come chiavi o smartphone: anche più grandi come borse o bagagli. Sono solo alcuni degli esempi nei quali può tornare utile una smart tag.

Il piccolo dispositivo in grado di indicare la posizione dove è stato attaccato si sta rapidamente affermando come soluzione pratica e a portata di chiunque. Abbastanza discreta per tornare utile anche nel tendere sotto controllo una bicicletta, un monopattino, animali domestici, o addirittura bambini senza necessariamente tenerli sempre a portata di vista.

Samsung, tra i primi a crederci

L’importanza del settore smart tag è confermata dalla presenza di alcuni nomi importanti, pronti a giocarsi la partita con i primi pionieri, cresciuti nel giro delle startup. Tra i primi a rompere gli indugi, Samsung ha visto in SmartTag un’occasione in più per espandere il proprio ecosistema.

Il concetto di base è semplice. Un piccolo apparecchio, nel caso specifico quadrato con gli angoli arrotondati, da applicare dove desiderato sfruttando in genere un foro tipo ciondolo. Una volta abbinato all’app, sarà possibile rintracciare l’oggetto dallo smartphone.

Per esempio, visualizzando la posizione su una mappa. Oppure, se nel raggio d’azione del Bluetooth, facendolo suonare. Per chi usa uno smartphone Samsung, sulle lunghe distanze ci si può affidare alla rete Galaxy Find, in grado di utilizzare i dati scansionati per rintracciarlo privatamente o ricostruire un percorso. Se compatibili infine, possono essere gestiti anche i dispositivi smart di casa.

Il costo della singola unità è abbastanza allineato. Nel caso specifico, si parla di 24,90 euro al pezzo.

Apple, la sfida entra nel vivo

Una spinta importante al settore è arrivata con il recente ingresso di Apple. Annunciata a lungo, alla fine AirTag si è materializzata, alimentando tutte le classiche discussioni del caso. La smart tag Apple infatti non si distingue solo per il logo ben in evidenza sull’oggetto rotondo. Una delle prima cose a saltare all’occhio è l’assenza di un foro per applicarla. Per farlo infatti, sono previste custodie accessoria, di varia natura, forma e naturalmente prezzo.

Restano tuttavia invariate le funzioni di base. Abbinata naturalmente ad iPhone, AirTag è pronta a segnalare la presenza attraverso un suono, oppure a tracciare un movimento appoggiandosi a Dov’è, la rete formata da tutti i propri dispositivi per i quali gli utenti abbiano dato l’autorizzazione, per recuperare qualsiasi oggetto Apple considerato perso.

Compatibile naturalmente anche con Siri, mette a disposizione anche la meno scontata funzione Posizione precisa, per guidare nel punto esatto sfruttando la tecnologia Ultra Wideband per indicare la direzione da seguire e la distanza.

Inoltre, con la modalità Smarrito se AirTag viene rilevato da un dispositivo nella rete, invia al legittimo proprietario una notifica.

Ai 35 euro del prezzo di listino, può essere necessario aggiungerne altrettanti per una custodia necessaria ad attaccarlo dove desiderato. A meno di non procedere in modo più drastico come hanno fatto alcuni utenti, forando direttamente la superficie in prossimità del bordo.

AIR Bolt GPS, copertura garantita

Per chi non può contare su una rete capillare formata da dispositivi del proprio marchio, il problema principale delle smart tag è assicurare il tracciamento su largo raggio. In genere, la soluzione più scontata è affidarsi al GPS, scontrandosi però con limiti evidenti in materia di autonomia.

L’idea AIRBolt GPS è affidarsi a una rete in grado di combinare diverse tecnologie. Al GPS nei casi in cui non sia possibile contare su alternative meno esigenti in materia di consumi, si affiancano le reti di ultima generazione LTE-M e NBIoT, appoggiate alla telefonia cellulare e ai più recenti sistemi IoT. Secondo l’azienda, il risultato è un’autonomia in grado di arrivare a dodici mesi nelle aree meglio coperte, tra cui l’Italia.

Questo permette di garantire anche qualche funzione in più. AIRBolt GPS infatti non si limita solo a rintracciare portachiavi o proteggere biciclette. Integra anche la funzione Geofencing, utile per esempio a delimitare una zona di sicurezza all’interno della quale lasciare liberi di muoversi animali domestici e bambini.

Diverse anche le forme, triangolari, così come il prezzo. La tecnologia particolare, spinge infatti il costo della singola unità a 107,95 dollari.

Tile, ritrovo assicurato

Se le esigenze non sono così esasperate e l’obiettivo è ritrovare un oggetto nel raggio d’azione del Bluetooth, allora ci si può affidare anche a uno dei diversi modelli proposti da Tile. Il più sofisticato dei quali è Tile Pro, smart tag dalle classiche forme squadrate con anello in un angolo.

Sotto la portata del Bluetooth dello smartphone, l’oggetto può essere rintracciato attivando il suono, anche con comando vocale. Secondo l’azienda, il chip è in grado di ricevere il segnale in campo aperto fino a 46 metri. In alternativa, ci si può affidare anche in questo caso alla rete formata dagli smartphone sui quali sia installata l’app e abilitata l’opzione. Difficile però sapere con precisione quale sia al momento l’estensione, soprattutto al di fuori degli USA.

Tile comunque, si sente molto sicura della propria tecnologia, al punto da fornire una sorta di assicurazione nel caso non fosse in grado di rintracciare l’oggetto. Inoltre, una tecnologia adottata anche dal produttore di smartwatch Fitbit, integrata nei propri Inspire 2.

La varietà di modelli e la possibilità di personalizzare gli smart tag sono un ulteriore punto di forza, con prezzi a partire da 24,99 dollari per la versione con portata più limitata, fino ai 34,99 dollari per il modello più potente.

Blueon.active, un aiuto in più

L’offerta di smart tag include anche una proposta tutta italiana, almeno per quanto riguarda la copertura. Blueon.active infatti, è un localizzatore GPS parte del progetto smart city di A2A, inserito direttamente all’interno di un portachiavi.

Il sistema si appoggia a una rete proprietaria, la cui copertura nazionale è in fase di completamento. Prima di valutare l’acquisto quindi, è importante verificare la presenza della zona desiderata.

Effettuata l’attivazione, il segnale può essere rintracciato dall’app, per un numero di smart tag a piacere dallo stesso smartphone. Oltre alla classica funzione di ricerca, blueon.active ha anche un’altra interessante opzione. Un tasto dedicato SOS, per inviare una notifica istantanea a contatti indicati, eventualmente inoltrandola anche su Facebook Messenger. Soluzione pensata anche per l’assistenza alle persone eventualmente indifficolità

Con la geolocalizzazione sempre attiva, l’autonomia non riesce a superare i dieci giorni, Pronti a salire fino a quattro mesi, lasciando il dispositivo in stand-by fino al momento della ricerca. Senza ulteriori canoni per i servizi di localizzazione, il prezzo è di 99,90 euro.

 

 

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