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Smartwatch di lusso, guida alla scelta fra sei modelli

Il cuore tecnologico di uno smartwatch non deve necessariamente mettere in secondo piano a ricerca di dettagli destinati a renderlo oggetto di lusso destinato a pochi pochi. Inteso soprattutto come prezzo, non fine a sé stesso però, ma quale risultato di attenzione ai dettagli e materiali costosi, necessari a realizzare una combinazione unica di funzionalità e design senza compromessi.

Inizialmente sottovalutato dai marchi più esclusivi, gradualmente lo smartwatch è entrato maggiormente nelle grazie di ci si rivolge a un circolo ristretto di utenti esigenti e al tempo stesso disposti a spendere senza esitazioni cifre al di sopra dei mille euro.

Senza bisogno di addentrarsi nei modelli prodotti in poche decine di unità, esiste comunque un settore che può essere definito come smartwatch di lusso, inteso come dotazione, design e prezzi superiori alla media.

Tag Heuer, eleganza per passione, sport per passione

Condizione essenziale affinchè uno smartwatch di lusso raccolga favori, è prima di tutto non snaturare la natura originale dell’orologio. Nel caso specifico, forme rotonde, ispirate ai tradizionali cronografi, con linee, proporzioni e comandi simili ai modelli meccanici.

La traduzione pratica di questi principi Tag Heuer è racchiusa in Connected. Non particolarmente vistoso, non disdegna l’utilizzo di materiali pregiati, a partire dalla cassa da 45 mm di diametro in titanio con rivestimento DLC, accompagnata da una lunetta in ceramica microbigliata e corona con pulsanti in acciaio. Il display ha un diametro di 1,39″ con risoluzione di 454×454 pixel. Il tutto, corredato da un cinturino in caucciù.

Connected è rivolto a un pubblico sportivo. In linea con l’utenza di riferimento, in modo particolare con le metriche al servizio del golf. Più in generale però, non manca il supporto per lo sport in generale. Il sensore per il rilevamento della frequenza cardiaca e il GPS integrato permettono infatti di registrare attività e condividerle. Anche direttamente con Strava.

Aspetto non scontato, sfruttando le potenzialità di Google WearOS, in proporzione scelta molto più diffusa tra i prodotti di fascia alta rispetto a quelli destinati ai grandi volumi di vendita.

Tra le particolarità, interessante una modalità alternativa non scontata per gestire impostazioni e app. Oltre allo schermo touchscreen, si può utilizzare la corona e i pulsanti. Opzione utile quando si indossano guanti o in condizioni avverse.

Punto debole di Tag Heuer è l’autonomia. La batteria da 430 mAh corrisponde a un giorno solo di utilizzo, con impiego del GPS limitato a un’ora.

Riservato a pochi infine il prezzo, fissato in 2.250 euro. Se accontentandosi di materiali meno pregiati per la cassa, in acciaio, si può scendere a 1.700 euro, esiste anche una versione Golf Edition da 2.400 euro

Montblanc lascia sempre il segno

Marchio del lusso tra i più noti non solo per gli orologi, Montblanc è presente nella sfida smartwatch ormai da qualche tempo. Al punto da poter considerare Summit 2+ il risultato più recente di un’esperienza ormai consolidata.

Intoccabili le linee rotonde dettate dalla tradizione, l’ultima estensione della Summit Collection passa a un  display più ampio, da 1,28” inserito in una cassa da 43,5 cm di diametro. Nella nuova versione, di serie anche microfono e speaker.

Confermata la fiducia anche in questo caso a WearOS, il panorama di funzionalità messe a disposizione è decisamente ricco.

Dato per scontato il supporto all’attività fisica, con relativa analisi delle prestazioni e consigli di allenamento, Summit 2+ vuole spingersi oltre. Direttamente al polso infatti, è possibile visualizzare le mappe con relativi percorsi, ma anche diverse informazioni locali utili ai viaggiatori. Si parla di tassi di cambio per la valuta, tariffe dei taxi e anche piccole frasi nella lingua del posto.

Anche per le giornate più movimentate, non mancano funzioni insolite. Oltre ad altimetro e bussola digitale, anche tachimetro e barometro. In caso di eccessivo affaticamento, ci si può affidare al rilevamento di livelli di stress con relative indicazioni per contrastarlo.

Nonostante Montblanc affermi di aver lavorato con successo anche per migliorare l’autonomia, ufficialmente la durata resta sempre limitata alla singola giornata. Ben chiaro invece il prezzo di 1.200 euro per tutte le varianti.

Hublot, un’esplosione di stile

Decisamente meno di quanto necessario per ambire a uno smartwatch di lusso firmato Hublot. Nel caso del Big Bang e infatti, è necessario mettere in preventivo una spesa di 5.200 euro per la versione con cassa da 42 mm in titanio e 5.800 euro se si vuole invece apprezzare i benefici della ceramica.

In cambio, una serie di accorgimenti curati al dettaglio, come si conviene alla tradizione del produttore svizzero. A partire dal trattamento stesso dei materiali, satinato e lucidato per il titanio, microbigliata per la ceramica. Un processo più preciso della tradizionale sabbiatura e dai risultati migliori anche sotto il profilo estetico.

Il display da 30,8 mm di diametro ha una risoluzione di 390×390 pixel ed è protetto da un cristallo in zaffiro. All’avanguardia anche il cuore della tecnologia affidata a un processore Qualcomm Snapdragon wear 3100.

Resta confermata la fiducia in WearOS, a questi livelli diventato vero e proprio punto di riferimento. Questo permette anche alla gamma completa di sensori, tra cui NFC ma non il GPS, di sfruttare il catalogo delle app Google.

Un tipo di orologio più orientato a chi viaggia spesso, per piacere e lavoro. Oltre al fuso orario secondario, è infatti possibile visualizzare le fasi lunari, o semplicemente riprodurre sul display la grafica tradizionale dei cronografi, utile nelle situazioni formali.

Questo non significa però limitare lo spazio alla fantasia. Dalla collaborazione con Marc Ferrero è scaturita l’originale funzionalità di otto schermate pronte ad alternarsi in automatico ogni tre ore nel corso della giornata. Ciascuna incentrata su un colore di riferimento. Inoltre, il passaggio orario è sancito da una breve animazione.

Garmin punta al massimo delle prestazioni

Tra tanti nomi espressamente nati e cresciuti intorno all’orologeria di lusso, trova posto anche uno meno scontato. Almeno per la maggior parte degli utenti infatti, Garmin è comunque marchio di riferimento, ma in genere per prodotti di fascia diversa.

Invece, all’interno del catalogo si trova anche l’ambiziosa linea Marq. Nel pieno rispetto della filosofia Garmin, ricca di modelli e varianti pensati per una disciplina o una passione specifica. A differenza di tutti gli altri, alla ricerca di una clientela esclusiva.

Una linea ben rappresentata da Marq Driver, rivolto agli appassionati di corse automobilistiche. Gli ingredienti di base sono gli stessi della fascia di riferimento. Una cassa in titanio da 46 mm di diametro a contorno di un display da 30,4 mm per una risoluzione di 240×240 pixel. Ghiera in ceramica e vetro in zaffiro completano la dotazione di materiali pregiati.

Sul campo delle funzionalità Garmin gioca al meglio tutte le proprie carte. In comune a tutte le varianti, il corredo completo di sensori e opzioni per frequenza cardiaca, stress, sonno, registrazione attività fisica, livello di saturazione del sangue, notifiche e spazio di memoria per la musica. GPS di serie con mappe integrate al servizio di tutte le discipline in cui possono tornare utili con indicazioni contestualizzate.

In più, il capitolo dedicato alla disciplina di riferimento. Nel caso particolare, parlando di automobilismo, tutto quanto possa tornare utile quando si è al volante. Prima di tutto, memorizzando i dati di 480 circuiti da visualizzare sul display.

Inoltre, tachimetro e cronografo utili anche per calcolare le velocità in pista di altre vetture. Per quanto riguarda le proprie prestazioni, statistiche su ogni giro o eventuali soste, con la possibilità di restare connesso con la propria squadra o il proprio team di supporto.

Aspetto per nulla scontato nella categoria, con un’autonomia dichiarata fino a dodici giorni. Le ambizioni Garmin sono paragonabili solo al prezzo richiesto. Marq Driver costa infatti 2.500 euro. Di gran lunga il più costoso di una collezione dove comunque anche gli altri modelli si difendono. Per il Golfer ci vogliono 1.850 euro, per Adventurer 1.750 euro e per Aviator 1.950 euro. Per gli sport di resistenza bastano invece 1.500 euro.

Alpina Watches punta sull’ibrido

Per richiamare l’attenzione dei più tradizionalisti vero le nuove opportunità offerte dagli smartwatch di lusso, spesso la strada preferita è la via di mezzo dei modelli ibridi. Quadranti e forme cioè classiche, con lancette, all’interno dei quali è inserito un quadrante digitale.

Tra i più convinti sostenitori di questa linea. Alpine Watches ha allestito la linea AlpinerX, versione appunto smart dei propri modelli classici.

Invariate le forme rotonde con cassa i alluminio da 45 mm e corona rotabile come strumento di comando aggiuntivo ai pulsanti, la componente elettronica permette di aggiungere svariate funzioni, guardando sempre prima di tutto all’attività fisica.

Oltre all’ora, con eventuale fuso orario alternativo, il display integrato viene sfruttato per le funzioni tipiche di un cronografo in versione digitale, a partire da cronometro e conto alla rovescia. In più, per visualizzare i dati provenienti dai sensori.

All’attività fisica si aggiungono monitoraggio del sonno, analisi del respiro, sveglia, promemoria per l’esercizio fisico e potenziali situazioni a rischio cardiaco. Compresa la stima del VO2 Max. In più, naturalmente notifiche da smartphone e previsioni del tempo.

Tutto quanto in pratica offerto solitamente dai comuni smartwatch, in una veste molto attenta al design e ai materiali, mantenendo inalterati i canoni classici, così da invitare anche i più tradizionalisti a sperimentare novità.

Il listino ufficiale di Alpiner X Alive in versione Blue & Blue è di 1.295 euro. Per chi preferisce la cassa in titanio, si può salire fino a 1.695 euro, ma sono diverse anche le opzioni a 995 euro.

 

Tissot, energia inesauribile

Proporre uno smartwatch di lusso non significa solo usare materiali pregiati per combinare elettronica e a volte meccanica in misura tale da giustificare prezzi ampiamente superiori a quella dei modelli di largo consumo. Anche solo per vincere il confronto diretto, le idee restano imprescindibili a segnare la differenza.

Per Tissot questi principi possono essere tradotti in pratica sotto diversi aspetti, ben raccolti nel T-Touch connect solar. ordinario nelle forme solo al primo sguardo. Fermo restando la cassa rotonda con i doverosi pulsanti e ghiera, il display integrato alle lancette occupa un’area leggermente diversa rispetto al tradizionale rettangolo dei modelli ibridi. Il display ha infatti una forma semircolare, risultando meglio integrato nell’insieme. Inoltre, l’accorgimento permette di aumentare leggermente la superficie.

I presupposti conservano però le tendenze più recenti di Tissot. Cassa imponente da 47 cm di diametro,  dalle linee meno accentuate, quasi sportive, disponibile in titanio satinato, titanio con rivestimento in PVD nero o PVD oro rosa. La lunetta è in ceramica ultra resistente. In abbinamento, bracciali in titanio o cinturini in caucciù.

La ricerca per aumentare l’autonomia ha portato il marchio svizzero a guardare alla tecnologia solare. Lo smartwatch di lusso è infatti protetto da un vetro in zaffiro con celle fotovoltaiche.

Controcorrente anche la scelta per il software. Sviluppato da Swatch Group in collaborazione con CSEM, il sistema operativo SwALPS è interamente prodotto in Svizzera. Una soluzione particolarmente interessante per garanzie di privacy superiori alla media.  L’orologio è comunque  compatibile con i iOS, Android e prossimamente Harmony OS.

Un’altra arma di T-Touch connect solar vuole essere la versatilità. Nel pieno rispetto dell’interpretazione localizzata, una sorta di coltellino svizzero da polso. Di serie quindi, funzioni come calendario perpetuo, conto alla rovescia, cronografo, allarme, meteo e funzione altimetro con barometro integrato e relative tendenze meteo.

Tra le novità dell’ultima versione, maggiore attenzione alle funzioni classiche degli smartwatch. Vale a dire, tracciamento delle attività, e notifica per messaggi e chiamate.

Inoltre, la presenza di corona e coppia di tasti permette di scegliere la modalità di interazione. All’occorrenza, attivando o disattivando il display touch.

Restano però ancora da superare alcuni limiti importanti quando si parla di smartwatch. Non è infatti presente il sensore per rilevare la frequenza cardiaca, aspetto penalizzante soprattutto nel momento in cui si introduce il principio di monitoraggio dell’attività fisica. Come facile  immaginare, di conseguenza manca anche il GPS.

Resta però allineato alla variante smartwatch di lusso ibrido il prezzo, compreso tra 965 euro e 1.065 euro.

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