Fin dalla comparsa anni addietro dei primi orologi digitali, si è creata una sorta di rivalità tra i classici modelli con lancette e quelli più moderni con le cifre proiettate in un display a cristalli liquidi. Per chi on voleva scegliere, la soluzione ideale era l’orologio ibrido, una via di mezzo di quadranti con entrambe le soluzioni.
Oggi la stessa situazione si ripresenta con lo smartwatch ibrido. A differenza della generazione precedente, con una maggiore integrazione tra le funzionalità molto più spesso complementari e non alternative. Nonostante una scelta minore alle altre categorie, con un bacino di utenza ben definito.
Fossil sfrutta tutto il quadrante
Combinare due orologi in uno comporta inevitabilmente dei problemi. Soprattutto, peso e dimensioni possono mettere a rischio la praticità. Anche per questo, buona parte degli smartwatch ibridi sono proposti da marchi con una comprovata esperienza nel mondo dell’orologeria tradizionale. Abituati quindi a combinare tanti elementi tra loro con estrema precisione.
Nel caso di Fossil, sono due le principali linee di prodotto. Simili per concezione, distinti soprattutto per colori e dimensioni. HR Collider è la versione più vicina al classico coronografo. Dove però, delle linee originali sono rimaste la cassa da 42 mm e le lancette. L’intera area del quadrante è invece dedicata al display digitale.
In pratica, due orologi sovrapposti. Il sistema operativo proprietario è compatibile con buona parte delle app per Android e iOS e offre tutte le funzionalità di base di uno smartwatch.
Nella versione base, senza accorgimenti particolari. Tuttavia, frequenza cardiaca, tracciabilità allenamenti, notifiche e musica con 16 GB sono garantite. L’assenza del GPS può invece limitare la versatilità. D’altra parte, offre maggiori garanzie per l’autonomia, dichiarata fino a un paio di settimane, e contribuisce a contenere anche le dimensioni.
Anche il prezzo di 199 euro, risulta in linea con i modelli semplici. Cambiando la scelta per il cinturino, si può salire a 219 euro, lo stessa spesa richiesta per la versione HR Monroe, dalle linee e dai colori più delicati.
Skagen, similesolo in parte
Molto simile è la soluzione di smartwatch ibrido proposta da Skagen. Non casualmente, considerando come ormai il marchio danese appartenga da tempo al mondo Fossil. In pratica, le differenze sono da ricercare soprattutto nei dettagli della cassa. In HR Jorn, la filosofia di fondo resta infatti praticamente immutata, con lancette sovrapposte a un display rotondo a riempire in diametro di 42 mm.
La componente elettronica invece, è del tutto simile, per dotazioni, caratteristiche tecniche e funzionalità proposte. Ufficialmente, cambia il nome del sistema operativo in Skagen Connected. L’aspetto tuttavia, è decisamente molto simile.
Identica anche la batteria, dalla quale scaturisce un perfetto allineamento nel promettere un’autonomia media intorno ai quindici giorni. Invariato infine, anche il prezzo di 199 euro.
Con Emporio Armani scocca l’ora dello stile
La portata della partita è dimostrata dall’interesse variegato dei protagonisti del settore. Uno smatwatch ibrido è per definizione uno strumento versatile, adatto a diverse situazioni. Utile quindi, come accessorio distintivo nel mondo della moda. Tra i più attenti in questo settore, Emporio Armani propone una buona varietà di modelli, tra cui alcuni appunto ibridi.
In particolare, Hybrid 3001 prova a fondere l’attenzione allo stile tutta italiana con i vantaggi di uno strumento smart al polso. Le funzioni e le forme sono quelle tipiche della categoria. Cassa rotonda con linee delicate e quadrante interno digitale, sul quale visualizzare notifiche, dati del movimento giornaliero e gestire la musica, memorizzata però solo sullo smartphone.
Inoltre, la connessione Bluetooth viene sfruttata anche per mantenere l’aggiornamento dell’ora, o per passare a un fuso orario diverso. Se indossato anche di notte, i sensori permettono anche di effettuare l’analisi del sonno.
La notorietà del marchio Armani nel mondo della moda contribuisce inevitabilmente a far levitare anche il prezzo, fissato a 369 euro.
Gli occhi Withings sullo smartwatch ibrido
Dall’altra parte sul terreno di sfida si trovano anche i produttori di smartwatch tradizionali, pronti a cimentarsi almeno con un modello ibrido in catalogo, anche solo per allargare la propria offerta. Tra i più convinti sostenitori della soluzione, Withings propone Steel HR Sport.
Le forme sono più semplici rispetto ai rivali allontanandosi dal modello ispirato al classico cronografo per avvicinarsi di più a un orologio rotondo tradizionale, con un singolo pulsante al posto degli usuali tre. Originale, la modalità adottata per la soluzione ibrida, con due piccoli display circolari all’interno del quadrante.
Il legame Withings con il mondo della tecnologia porta a integrare in modo più naturale un maggior numero di funzioni. Spazio così al catalogo quasi completo tipico di uno smartwatch, almeno per quanto riguarda quelle generiche. Quindi, frequenza cardiaca, tracciamento attività fisica, ma con GPS solo collegato, analisi del sonno e resistenza all’acqua fino a 50 metri di profondità.
Il tutto, con un’autonomia decisamente interessante se la dichiarazione di 25 giorni è destinata a trovare un riscontro pratico. Con due opzioni infine per il prezzo: una versione classica da 179,95 euro e una votata allo sport, con l’aggiunga di metriche dedicate, a 199,95 euro.
È sempre l’ora giusta per uno smartwatch Garmin
Dove c’è uno smartwatch, difficilmente manca una presenza Garmin. Puntualmente, anche nel settore ibrido non manca la proposta di turno, racchiusa nel Vivomore HR. In linea con la strategia dell’azienda, cercando sempre qualche elemento distintivo.
Nel caso dello smartwatch ibrido, raccolti qusi per intero intorno al display. Come da definizione, all’interno della cassa con lancette, ma in modo decisamente originale, quasi in dissolvenza. I dati digitali infatti appaiono alla vista quasi proiettati sullo sfondo della cassa da 43 mm, in un display da 64×28 pixel, mantenendo lo stesso colore del quadrante.
Effetto particolare, utile a distinguersi pur conservando una certa discrezione nella combinazione tra analogico e digitale, non compromette le funzionalità. Dalle notifiche alla frequenza cardiaca, dall’attività sportiva (VO2 Max compreso) all’analisi del sonno, Vivomore HR prevede infatti tutto il corredo di serie del caso.
L’impatto sull’autonomia si fa di conseguenza sentire. Le due settimane standard del settore sono limitate alla funzione orologio. Sfruttando le opzioni smart, si scende a cinque giorni. Superiore alla media invece senza indecisioni, il prezzo di 299,99 euro.
Kronaby, basta la connessione
C’è anche un concetto leggermente diverso di smartwatch ibrido da prendere in considerazione. Quello più precisamente da definire come smartwatch connesso. In pratica, un orologio dall’aspetto tradizionale, con connessione Bluetooth alla propria app, ma senza display integrato. Utile per non intaccare lo scopo originale di un cronografo, senza tuttavia rinunciare al alcune funzionalità sempre utili.
Nel caso del Kronaby Diver S3778/1, neppure poche. Per di più, all’interno di un’offerta particolarmente variegata come capita di rado. Mantenendo tutti i canoni base di un modello destinato anche alle immersioni, la cassa in acciaio da 47,5 mm è completa di ghiera e tre pulsanti laterali.
Nei casi più discreti, la connessione è sfruttata per aggiornare ora e fuso orario in automatico. Anche le notifiche tuttavia sono molto discrete. Con in più la possibilità di applicare filtri per ricevere solo quelle desiderate o scegliere direttamente se rispondere a una chiamata. Disponibile infine anche una sveglia a vibrazione.
Sport a parte, anche sul fronte smart manca poco. I passi quotidiani sono regolarmente registrati, ma per l’attività fisica non si va oltre. Non è infatti presente un sensore per la frequenza cardiaca e non viene calcolata la distanza così come le calorie bruciate. Indicazioni peraltro poco in sintonia con la natura dell’orologio.
In compenso, alcune opzioni interessanti, come la modalità comando remoto per scattare foto dallo smartphone o il controllo della musica, sempre remoto. In più, con il GPS connesso la possibilità di tenere traccia di un percorso per ripercorrerlo a ritroso, oppure mandare il segnale del movimento a un’altra persona. O più semplicemente, recuperare il proprio smartphone.
Come facile prevedere, la versione di smartwatch ibrido proposta dalla casa svedese intende portare la sfida a un livello superiore. In pratica, significa un prezzo di 450 euro.