Settembre 2009. Di fronte ad impedimenti insormontabili per l’adeguamento dell’impianto Tv è necessario ricorrere a una soluzione alternativa rispetto a quelle solite, rispettivamente la distribuzione IF per la ricezione SAT e un’oculata revisione dell’impianto per quella DTT.
Questa soluzione alternativa viene definita tecnicamente come “rimodulazione AM” e permette di accedere ai nuovi canali digitali senza modifiche all’impianto di distribuzione. I nuovi canali “rimodulati” sono ricevibili attraverso il comune Tv color senza l’adozione di decoder digitali o di set top box aggiuntivi.
Il limite di questa soluzione è dato dal fatto che ogni programma Tv distribuito deve occupare un canale Tv libero non sempre disponibile tra quelli inutilizzati dai canali Tv terrestri analogici.
Ammesso di trovare alcuni canali liberi, solitamente questi si presentano in quantità molto limitata rispetto a quelli realmente disponibili in ricezione.
Basti pensare che un transponder SAT può trasportare contemporaneamente circa 8 programmi Tv, a fronte di un canale DTT che ne trasporta mediamente cinque.
Con la rimodulazione AM si deve quindi necessariamente fare una selezione di alcuni tra i canali disponibili.
Questa tecnica attualmente permette a condomini con situazioni ricettive problematiche e reti di distribuzione non modificabili di ricevere canali Tv nazionali via satellite e nuovi canali digitali terrestri.
Rimodulazione AM, ecco come funziona
La rimodulazione AM (figura 1) è un processo per il quale un segnale televisivo digitale viene trasformato dal suo formato originario, COFDM (Digitale terrestre) o QPSK (Digitale satellite), a quello relativo allo standard analogico Tv terrestre ovvero AM-PAL.
Figura 1. Schema a blocchi di un modulo ricevitore a rimodulazione AM. Il canale Tv digitale da distribuire viene sintonizzato e decodificato al fine di estrarre dal flusso dati il programma prescelto, da cui ricavare i segnali audio e video. Tali segnali sono applicati ad un modulatore RF che genera il canale Tv su cui distribuire il programma.
Il risultato della trasformazione consiste in un segnale televisivo del tutto compatibile con televisori e videoregistratori così come un normale canale Tv terrestre analogico PAL.
Il processo di rimodulazione avviene per un singolo programma televisivo e parte dalla sintonia del canale digitale sul quale viene trasmesso il programma prescelto.
Per questo motivo i moduli del centralino vengono anche chiamati “ricevitori”.
Il processo prosegue con la decodifica delle informazioni digitali e l’estrazione dei segnali video e audio analogici relativi al programma prescelto tra quelli presenti nello stesso segnale digitale ricevuto in antenna.
Infine un modulatore RF si occupa della generazione di una portante RF televisiva modulata in ampiezza AM-Tv, codificata con lo standard colore PAL e opportunamente filtrata per non interferire con i programmi Tv terrestri già presenti nella rete di distribuzione.
Si possono distribuire canali in chiaro ma anche a pagamento (pay-tv) se il centralino a rimodulazione è dotato di lettore di smart card e se il broadcaster, ovvero il fornitore del servizio permette di effettuare abbonamenti comunitari.
L’impiccio dei canali adiacenti
Esiste un’importante differenziazione tra due categorie di modulatori RF quelli “vestigiali” VSB (Vestigial Side Band) e “a doppia banda laterale” DSB (Double Side Band).
Nel primo caso il segnale RF generato è opportunamente filtrato al fine di non produrre in uscita segnali non utili e quindi interferenti che stanno al di sotto della portante video; nel secondo caso non avviene nessuna filtratura e pertanto il segnale RF generato, oltre ad avere la componente audio a +5,5 MHz produce anche una componente RF a – 5,5 MHz rispetto alla portante video.
Nella figura 2 viene simulato graficamente lo spettro di due segnali RF, VSB e DSB.
Figura 2. Differenze tra segnali RF generati da modulatori DSB e VSB.
Queste differenze influenzano la scelta dei canali sui quali distribuire il segnale. Impiegando modulatori DSB si possono sfruttare solamente i canali Tv che distano di almeno un canale da quello immediatamente inferiore.
Facciamo un esempio: per distribuire un programma sul canale UHF 36 è necessario che il canale inferiore, 35, sia libero, cioè non siano presenti altri canali ricevuti o disponibili nell’impianto. Utilizzando un modulatore RF VSB invece non sono necessari canali liberi adiacenti.
Lo schema in dettaglio
Vediamo di chiarire ulteriormente il concetto illustrando uno schema di distribuzione (figura 3) efficace sia negli edifici condominiali “problematici” sia negli alberghi, per distribuire alcuni canali digitali sottoforma di normali canali Tv sintonizzabili dai comuni televisori analogici PAL.
Figura 3. Schema di una possibile soluzione d’impianto per distribuire alcuni canali digitali SAT e DTT in un edificio condominiale o in un albergo, senza dover installare decoder digitali presso gli utenti.
Si parte da un impianto televisivo esistente dove sia presente un centralino provvisto di ingresso libero e a cui si aggiungono alcuni moduli a rimodulazione AM allo scopo di distribuire i canali digitali ricevuti tanto via satellite quanto via terrestre.
La soluzione proposta vede quindi un centralino modulare a rimodulazione AM formato da più moduli, uno per ogni programma Tv digitale da distribuire, un’antenna ricevente per i canali DTT e un’altra parabolica per quelli SAT.
È opportuno utilizzare, per la distribuzione, canali liberi immuni da interferenze.
La cosa migliore sarebbe sfruttare la banda S forte di ben 41 canali liberi: tale soluzione richiede però che i televisori e i videoregistratori installati presso gli utenti condominiali siano in grado di sintonizzare questa banda.
Diversamente si dovrà ricorrere a canali liberi della banda VHF o UHF, tenendo presente che soltanto con i centralini a rimodulazione AM dotati di filtro vestigiale VSB è possibile distribuire canali RF adiacenti a quelli esistenti.
Con centralini privi di filtro vestigiale (DSB), invece, si dovranno utilizzare solo quei canali Tv con il canale adiacente inferiore libero.
Ad esempio se i canali liberi sono il 38 e il 39 uno dei centralini a rimodulazione AM dovrà generare un segnale RF sul canale più alto tra i due, ossia il 39 e si dovrà lasciare libero quello adiacente inferiore, cioè il 38.
Figura 4. Bande televisive e numero di canali Tv sfruttabili per la rimodulazione AM. Se i televisori e i videoregistratori degli utenti possono sintonizzare i canali della banda S è consigliabile utilizzare questa banda per distribuire i nuovi canali.