I dati lo confermano, la TV in streaming è una modalità di fruizione dei contenuti che negli ultimi anni non solo si è consolidata ma ha continuato a crescere, tanto che quasi 8 italiani su 10 la guardano quotidianamente fino a due ore. Un vero boom dovuto da una parte all’interesse dei telespettatori – trasversale alle diverse generazioni – per la varietà di programmi che possono trovare sulle piattaforme streaming e dall’altra per l’attenzione che sempre più advertiser e investitori pongono su di essa.
Il trend crescente dovuto dalla grande disponibilità di contenuti di qualità che lo streaming offre così come dalla libertà e flessibilità di visione – on demand e su qualsiasi piattaforma e dispositivo – è fotografato dallo studio condotto da The Trade Desk, leading advertising technology platform globale e YouGov, società internazionale di ricerche di mercato e data-analyst, sulle abitudini di fruizione dei contenuti streaming degli italiani e sulle opportunità che queste generano per il marketing e la pubblicità.
E così dall’indagine emerge come ben il 78% degli italiani intervistati passi fino a 2 ore al giorno nella visione di contenuti su piattaforme in streaming, suddivisi tra CTV (51%, in crescita rispetto al 49% nel 2022) e YouTube (27%). Mentre la TV tradizionale e contenuti in differita vengono guardati (fino a due ore/giorno) rispettivamente solo dal 37% e 34% degli intervistati.
Inoltre, come detto, l’interesse degli italiani per lo streaming attraversa trasversalmente le diverse generazioni. Guardando ai risultati dello studio, infatti, se i più giovani della Gen Z (18-24 anni), negli ultimi 12 mesi hanno scelto nel 74% dei casi la TV in streaming per guardare programmi, sport, telegiornali, film e serie, nel 64% YouTube e sorprendentemente con la stessa percentuale (64%) anche la TV tradizionale, sono i Millennials (25-43 anni) a prendersi lo scettro come maggiori fruitori della TV in streaming scelta l’80% delle volte, seguita dalla TV tradizionale (69%) e poi YouTube (64%).
La Gen X (44-59 anni) opta invece per la TV tradizionale nell’81% dei casi, per la TV streaming nel 72% e YouTube scelta il 64% delle volte. TV tradizionale che rimane un solido caposaldo per i Baby Boomer (60-78 anni) che la scelgono nel 90% dei casi per guardare i loro programmi preferiti, anche se la TV in streaming si difende molto bene e viene scelta ben nel 59% dei casi, con YouTube che si attesta a un ottimo 52%.
Lo studio conferma così la continua e crescente popolarità della TV in streaming in tutte le fasce d’età, in un mercato che si stima, secondo i dati Statista, raggiugerà in Italia proprio nel 2024 un fatturato di 1,45 miliardi di dollari con un tasso di crescita del 9,24% che porterà nel 2027 a raggiungere un volume di 1,89 miliardi dollari e 19,4 milioni di utenti raggiunti. Non è un caso, infatti, che le diverse piattaforme continuino a investire in contenuti sempre più di qualità e che gli italiani, da quello che è emerso, nel 70% delle volte scelgano la CTV rispetto a quella tradizionale proprio per i contenuti disponibili e nel 64% per la flessibilità di guardarli on demand.
E tutto questo rappresenta un innegabile vantaggio per i telespettatori ma anche per advertiser, editori e broadcaster che nello streaming possono trovare nuove opportunità per raggiungere e coinvolgere il pubblico con decine di milioni di opportunità di pianificazione a livello globale su TV, radio, PC, mobile e DOOH, con maggiore precisione e trasparenza per dati e privacy.
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