Vedo, registro e rivedo… Grande comodità!

Luglio 2009. Sembrano essere passati secoli da quando si usciva, con gioia, da un negozio di elettronica con “qualche chilogrammo” di avanzata tecnologia sotto il braccio con cui poter registrare i programmi Tv preferiti; e cosa dire delle decine e decine di videocassette delle marche e tipologie più diverse che tenevamo con cura ossessiva, terrorizzati da tutto quanto emettesse il più piccolo campo magnetico dispensatore di effetti devastanti per le nostre registrazioni?

Non sono passati secoli, solo pochissimi anni, nei quali la tecnologia ha compiuto passi da gigante permettendo un progressivo abbassamento dei prezzi, e nonostante siano ancora in molti, oggi, ad utilizzare i sistemi di registrazione analogici (VHS), l’orientamento dei consumatori si è nettamente spostato a favore della registrazione digitale: per semplicità di utilizzo, qualità dei risultati e comodità di archiviazione.

PVR è l’acronimo di Personal Video Recorder, ossia videoregistratore personale: con questo termine identifichiamo tutta una gamma di prodotti non professionali per la registrazione di flussi audio/video: nel nostro caso specifico l’interesse è focalizzato sui ricevitori digitali, ma sono considerati PVR anche i registratori che utilizzano HDD così come le soluzioni software per registrare e riprodurre i segnali A/V direttamente sul nostro personal computer.

Teche video, l’archivio senza limiti
Le soluzioni per la registrazione digitale disponibili in commercio a prezzi molto accessibili stanno cambiando radicalmente il nostro modo di gestire la videoteca di contenuti multimediali: basta con le cataste polverose di videocassette e basta con le ore spese per la conversione analogico/digitale dei filmati.
Oggi è molto comodo e poco costoso potere usufruire della funzione PVR dei  nostri ricevitori digitali, la cui disponibilità sull’apparecchio va considerata elemento imprescindibile nella valutazione del ricevitore al momento dell’acquisto.

La possibilità di registrare i propri programmi preferiti è sempre stata una delle funzioni più ricercate dall’utenza televisiva, basti pensare al livello di penetrazione raggiunto nel recente passato dal videoregistratore nelle famiglie italiane.

Oggi l’evoluzione della videoregistrazione domestica passa dalle videocassette alla registrazione digitale su hard-disk e sono sempre più numerosi  i modelli di DVR (digital video recording) che offrono prestazioni paragonabili a quelle dei ricevitori digitali ma che non sempre  offrono un formato dei file facilmente editabile per visionare i contenuti multimediali sul PC di casa.

Questi apparecchi non sono propriamente quelli di cui vogliamo occuparci in queste pagine, ma vanno senza dubbio citati per permettere di capire l’evoluzione della tecnologia PVR, nata come convergenza tra personal computer e ricevitore digitale e che ha portato enormi benefici per quanto riguarda la dotazione hardware dei ricevitori di più recente progettazione, muniti di hard-disk interni oppure con la possibilità di collegarne di esterni attraverso la porta USB.

La presenza di dischi rigidi come unità di memorizzazione ha permesso l’avvento delle funzioni PVR nei registratori digitali considerando poi il costo oramai popolare degli HDD non è raro scoprire unità da 500GB su cui memorizzare i contenuti multimediali registrati via satellite o DTT.

Efficienti memorie di massa
E proprio la presenza di dischi rigidi come unità di memorizzazione ha permesso l’avvento delle funzioni PVR nei registratori digitali.

Chi ci segue ogni mese può constatare dalle prove tecniche come, sempre più spesso, i produttori offrono in dotazione ai propri apparecchi la possibilità di connettersi ad unità di memorizzazione magnetica, in standard IDE oppure, più di recente in standard SATA.

Semplici “device” progettati per il mercato dei computer possono ora essere utilizzati da una vasta gamma di prodotti consumer: considerando poi il costo oramai popolare degli HDD non è raro scoprire unità da 500GB installate su decoder digitali su cui memorizzare i contenuti multimediali registrati via satellite o DTT: unità di storage molto capienti, fino a qualche anno fa utilizzate esclusivamente per scopi professionali, in rack o montate su potenti consolle di elaborazione.

Ma anche la memorizzazione su HDD può mostrare alcuni limiti, specialmente se rapportata al mercato consumer: infatti, ogni ricevitore digitale deve essere provvisto di una propria unità magnetica integrata, e i programmi registrati vincolati ad esclusivo appannaggio di quel ricevitore.
In realtà esistono eccezioni a questa regola: iniziano a fare la comparsa sul mercato consumer i cosiddetti “hard disk di rete”, sui quali non vogliamo estendere il discorso perché meriterebbero un articolo dedicato.

Se gli HDD interni, in formato IDE o SATA, hanno contribuito in maniera determinante al successo delle funzioni PVR sui ricevitori digitali, ancora più importanti si stanno dimostrando quelli esterni dotati di connessione USB: un tipo di interfaccia utilizzata inizialmente per l’aggiornamento del firmware e dei setting perché molto più semplice nella sua gestione rispetto alla “macchinosa” seriale.

Interfaccia USB, eccellente soluzione
L’impiego di una penna USB quale supporto di memorizzazione per i contenuti multimediali registrati ha il grosso pregio del costo: oggi esistono penne da molti GigaByte ad un costo irrisorio, che possono essere spostate agevolmente da un ricevitore all’altro, semplicemente rispettando la compatibilità del formato di registrazione.

Il formato di registrazione è un altro parametro molto importante ai fini dell’acquisto di un ricevitore PVR: alcuni apparecchi infatti registrano in un formato proprietario, e ciò significa che il file risultante potrà essere solamente letto e interpretato soltanto dal quel ricevitore.

Questa, come si può comprendere, non è certo una soluzione vincente, perché toglie flessibilità alla gestione tipica delle funzioni di video recording, impedendo l’archiviazione dei contenuti di esteso interesse al di fuori del ricevitore di base. Come per tutti gli altri aspetti tecnologici, la scelta del PVR è quindi strettamente personale e dipende da fattori di necessità e comodità d’impiego.

La scelta di un ricevitore con HDD interno ha il pregio di mettere a disposizione dell’utente una grossa quantità di memoria, così da potere organizzare una vera e propria libreria di contenuti multimediali. Se poi il ricevitore permette di trasferire i filmati al computer in un formato gestibile anche dal PC, ciò indubbiamente costituisce un ulteriore valore aggiunto.

La scelta di un ricevitore con gestione PVR via USB permette di utilizzare “device” a basso costo così come HDD esterni, che occupano spazio extra e magari non sono esteticamente piacevoli a vedersi,  ma senza dubbio la maggior flessibilità di questo sistema si fa preferire.

Citiamo, per dovere di cronaca, la possibilità, offerta da alcuni decoder, di utilizzare HDD in standard SATA esternamente al ricevitore tramite la connessione E-SATA (External SATA): considerato il tranfer rate di queste unità HDD (150 Mb/Sec) la soluzione è da consigliare quando i contenuti da registrare sono in Alta Definizione.

Importante oppure no?
Un accenno va anche fatto ad altre funzioni legate alla tecnologia PVR, come il “timeshift”, di cui parliamo in un box a parte: molti trovano assolutamente indispensabile tale possibilità, mentre altri la considerano solamente un gadget tecnologico di scarsa importanza ai fini della gestione complessiva del PVR.
E lo stesso principio vale anche per la possibilità, offerta dai ricevitori dual-tuner, di registrare un evento mentre se ne sta guardano un altro.

Indispensabile o superfluo? Si tratta di scelte personali sulle quali ognuno è libero di pensare come crede, ricordando che – smanettoni o no – se le nostre scelte complicano l’utilizzo dell’impianto allora, forse, non abbiamo scelto bene.
La tecnologia esasperata può essere una tentazione, talvolta irresistibile, ma la semplicità d’uso deve sempre essere il fattore predominante.

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