Le antenne UHF di nuova generazione adottano due strategie differenti per abbattere le interferenze sulla banda 5G (ex UHF 700 MHz) e limitare la ricezione solo sulle frequenze “televisive” (canali 21-49). Alcuni produttori inseriscono un filtro prima dell’uscita, altre riprogettano da zero l’antenna per tararla sulla sola banda UHF “utile” (474-690 MHz) così da risolvere il problema delle interferenze già a monte. Vediamo quali sono i pro e i contro di entrambe le soluzioni concentrandoci sui modelli Emme Esse che seguono questa seconda strategia.
Con lo spegnimento delle frequenze televisive in banda UHF 700 MHz e la loro cessione agli operatori mobili per i servizi 5G (banda N28), lo scenario del nuovo digitale terrestre ha subito un ulteriore cambiamento che si riflette inevitabilmente anche sui dispositivi utilizzati per ricevere i canali televisivi come le antenne e i centralini Tv.
Anche se la banda televisiva non è totalmente cambiata ma si è solamente ridotta, le prime accensioni dei ponti 5G che operano a stretto contatto con gli ultimi canali televisivi della banda UHF 600 MHz hanno già evidenziato qualche problema di ricezione sulle vecchie antenne UHF, sia quelle con filtro 4G (che in passato serviva ad attenuare le frequenze in banda 800 MHz non più utilizzate dai mux DTT) sia quelle senza alcun filtro.
Se con il primo dividendo digitale era sufficiente inserire un filtro (o acquistare una nuova antenna “già filtrata”) per annullare qualsiasi interferenza tra i canali UHF 59-60 e i servizi 4G, con il secondo dividendo digitale la questione si fa più critica.
Progettazione ex-novo oppure filtro 5G?
Come è facile immaginare, un’antenna UHF progettata per operare su un intervallo di frequenza molto ampio (474-862 MHz – canali 21-69 – banda UHF originaria) non può teoricamente garantire le stesse prestazioni quando la banda UHF viene praticamente dimezzata (474-690 MHz) per il secondo dividendo digitale.
La lunghezza, la forma e il numero degli elementi dell’antenna (direttori, riflettori e dipolo), il materiale utilizzato e il circuito elettronico del balun incidono non solo sul guadagno dell’antenna, cioè sulla sua capacità di catturare quanto più segnale possibile, ma anche sulla sua linearità (stesso guadagno lungo tutta la banda) e, soprattutto, sulla frequenza di lavoro.
Per questo motivo alcune aziende hanno scelto di riprogettare le loro antenne da zero, tarandole sulla nuova banda UHF così da ottimizzare le prestazioni già in fase di cattura del segnale DTT e limitare le interferenze sulle frequenze superiori (700 MHz per il 5G, 800 MHz per il 4G) in modo “naturale”, cioè senza bisogno di aggiungere un filtro 5G.
Altre aziende, invece, hanno preferito mantenere lo stesso schema costruttivo precedente (primo dividendo digitale) aggiungendo un filtro 5G per “tagliare” le frequenze UHF non più utilizzate dai canali televisivi. La scelta è stata fatta sia per ragioni di costo (inserire un filtro 5G costa meno che riprogettare l’antenna) sia perché, in alcuni casi, le prestazioni della vecchia antenna sulla nuova banda UHF erano già ottimali e “lineari” su tutta la banda UHF (es.: 474-790 MHz).
Prestazioni a confronto
Quando il segnale DTT è forte e pulito, entrambe le soluzioni garantiscono lo stesso risultato senza differenze apprezzabili (a volte nemmeno strumentali), ovvero una ricezione impeccabile anche in condizioni meteo difficili e con segnali “problematici” come quelli HD diffusi in DVB-T MPEG-4.
Con il passaggio al DVB-T2 HEVC previsto ad inizio 2023 la situazione dovrebbe addirittura migliorare grazie alle migliori performance e alla maggior robustezza del nuovo standard DVB.
I problemi sorgono quando il segnale DTT è debole per vari motivi (ripetitori distanti o oscurati da colline, montagne o palazzi vicini), magari addirittura disturbato dai ponti 5G vicini all’antenna. In questo caso, le due soluzioni potrebbero fornire risultati differenti, a volte “mitigabili” con i centralini Tv di nuova generazione (smart, programmabili, con amplificazione a basso rumore e filtro 5G) oppure no.
Per tutti questi motivi, pur riconoscendo le eccellenti performance di alcune antenne “a vecchio schema UHF con filtro 4G o 5G”, soprattutto se di marchi conosciuti e affidabili, progettate con cura utilizzando componenti elettronici di alto livello, riteniamo che le antenne UHF di nuova generazione progettate appositamente per la nuova banda televisiva UHF 21-49 (474-690 MHz) rappresentino la soluzione migliore, soprattutto se sul tetto è presente un’antenna molto vecchia, magari malandata, progettata per la banda UHF degli anni 2000.
Antenne DTT 5G Ready, le proposte di Emme Esse
In previsione dell’arrivo del secondo dividendo digitale, da inizio 2022 l’azienda bresciana Emme Esse ha scelto di riprogettare da zero la gamma di antenne DTT affidando al proprio reparto di ricerca e sviluppo il compito di tarare le nuove antenne per ottimizzare il guadagno sulla banda UHF effettivamente utilizzata dai mux, evitando così qualsiasi interferenza o spuria “fuori banda”.
Tra i 60 modelli 5G Ready di Emme Esse è possibile trovare la giusta soluzione ad ogni esigenza, secondo schemi predefiniti (Yagi, Log Periodiche, a pannello, ecc.) o personalizzati dal reparto tecnico dell’azienda bresciana per migliorare le performance elettriche.
Ad esempio, l’antenna larga banda 14B45G della gamma Excel ICE con 14 elementi (975 mm di lunghezza) è una soluzione pratica, economica e durevole per la ricezione dei canali televisivi trasmessi sulla nuova banda UHF. Ha un guadagno compreso tra 9 e 11 dB nell’intervallo UHF 21-48, un rapporto A/I di 26 dB e un angolo di apertura orizzontale compreso tra 55° e 24°.
Ricordiamo che tutte le antenne ICE vengono sottoposte ad un trattamento anticorrosione di colore bianco (Rohs compatibile) che migliora la resistenza agli agenti atmosferici, mantiene inalterate le performance elettriche e minimizza il rischio di rotture anche nel lungo periodo. Anche gli elementi plastici di colore bianco sono realizzati con sostanze che non temono gli effetti nocivi degli UV come dimostrano i test di laboratorio con luce xeno.
Sempre nella gamma Excel troviamo il modello Style 14V45G da 14 elementi con verniciatura a polveri di poliestere di colore bianco per una migliore resistenza e un basso impatto visivo (requisito essenziale nei centri storici), il sistema di aggancio rapido FastFix e le stesse specifiche tecniche della Yagi 14B45G Excel ICE.
Nella gamma Yagi segnaliamo i modelli ICE 11B45G (11 elementi, 7-10 dB, 60°-28°), 11RB45G (11 elementi, 8-11,5 dB, 56°-30°) e 16B45G (16 elementi, 8-11,5 dB, 56°-30°).
Ai vertici della gamma troviamo le antenne 3-Line con struttura a tre culle ad alta robustezza (tondino pieno) ed elementi disposti per un’eccellente risposta in frequenza ed un miglior rapporto segnale/rumore anche grazie all’ottimizzazione della direttività orizzontale/verticale e alla migliore protezione verso i disturbi impulsivi.
Per quanto riguarda la serie Style segnaliamo i modelli 45KVS5G (31 elementi, 11,5-17 dB, A/I 29 dB, 24°-44°), 45V5G e 45VS5G (35 elementi, 12,5-18 dB, A/I 30 dB, 20°-40°) mentre per la ICE i modelli 45MBS5G (27 elementi, 11-17 dB, A/I 28 dB, 24°-46°), 45KBS5G (31 elementi, 11,5-17 dB, A/I 29 dB, 24°-44°), 45B5G e 45BS5G (35 elementi, 12,5-18 dB, A/I 30 dB, 20°-40°).
Per applicazioni critiche che necessitano di prestazioni di alto livello segnaliamo anche l’antenna UHF Arko ICE 45ABG (38 elementi, 11,5-16,5 dB, A/I 30 dB, 22°-44°) e i modelli Optica Style 23OPTSG (23 elementi, 9,5-13,5 dB, A/I 26 dB, 26°-49°), 29OPTG e 29OPTSG (29 elementi, 11,5-15,5 dB, A/I 28 dB, 24-46°).
Molto interessante è anche l’antenna premontata multibanda TOPLine ICE 55M3G con copertura delle bande VHF e UHF (canali 5-48, 37 elementi, 8-16,5 dB, A/I 16-26 dB, 50°/40°-30°).
Per conoscere tutti gli altri modelli Emme Esse 5G Ready potete consultare questa pagina web, scaricare il catalistino e il catalogo generale dall’area download o contattare l’ufficio tecnico tramite mail o telefono (+39 0309938200).
Filtri 5G e amplificatori esterni per qualsiasi esigenza
Nel caso in cui le portanti 5G dovessero essere così forti da pregiudicare la ricezione DTT nonostante il taglio di banda “a monte”, è possibile installare un filtro 5G passante come gli Emme Esse 81947L48 e 81949L48 con doppio connettore F (femmina/maschio o femmina/femmina per il collegamento diretto all’uscita dell’antenna o prima del centralino Tv), attenuazione minima di 6 dB a 694 MHz, 18 dB a 695 MHz, 37 dB a 698 MHz e massima di 0,4-2 dB nelle bande di lavoro VHF-UHF (174-692 MHz).
Emme Esse ha in catalogo anche due filtri 5G da palo (83124L48 e 83124L2148) con le stesse prestazioni dei modelli passanti e senza attenuazione in banda VHF (solo 83124L2148) oltre ad un’ampia gamma di centralini di amplificazione da palo o interno, preconfigurati o programmabili, dotati di filtro 5G integrato.
Ricordiamo inoltre che l’azienda bresciana ha scelto di non integrare nelle sue antenne la funzione AGC (vedi qui il nostro approfondimento tecnico) ma di demandarla ad altri dispositivi come i centralini Tv e l’amplificatore passante 81942A5G con guadagno massimo di 15 dB, livello di uscita di 115 dBμV, figura di rumore pari a 2,5 dB e telealimentazione via cavo coassiale a basso consumo (50 mA a 12 Vcc).