Quante antenne devo installare per il DTT? Cos’è una parabola toroidale? Ecco una serie di domande e risposte utili per digitale terrestre e televisione satellitare
Quante antenne devo installare per i canali digitali terrestri?
Dipende dalla zona. Se la trasmissione avviene da una singola posizione (es.: montagna vicina) e solo sulla banda UHF, basta installare una sola antenna UHF. Se le posizioni sono due, vanno utilizzate due o tre antenne a seconda delle bande utilizzate. In alcuni casi servono dei filtri per annullare le interferenze ai segnali provenienti da ripetitori differenti. Nei casi più critici consigliamo di rivolgersi ad un antennista professionista del luogo. In assenza di criticità, si possono ottenere tutte le informazioni necessarie (canali, mux e posizioni dei ripetitori nelle principali località italiane) sul sito web OTG TV.
Il centralino TV è sempre necessario?
No. Se l’impianto è composto da una sola antenna, sia attiva che passiva, non è necessario aggiungere il centralino Tv. Basta installare un amplificatore (oppure alimentare direttamente l’antenna se di tipo attivo) e collegare il cavo coassiale di discesa alle prese antenna a muro utilizzando uno o più partitori/derivatori. Se le antenne sono due o più (es.: UHF banda V, UHF e VHF banda III), allora è consigliabile installare un centralino con funzione di miscelazione e amplificazione dei segnali.
Dove va messo il centralino Tv?
Esistono centralini compatti da montare vicino all’antenna (modelli da palo) ed altri da collocare nel sotto-tetto (modelli da interno). I primi si alimentano direttamente con il cavo coassiale, aggiungendo un alimentatore in casa, i secondi da una presa di corrente 220Vac. I centralini Tv più sofisticati, ad esempio quelli programmabili, sono esclusivamente da interno.
Le antenne interne amplificate hanno le stesse prestazioni di quelle da tetto?
No. Le antenne da tetto rappresentano sempre la soluzione migliore per ricevere i canali DTT perché hanno un guadagno superiore, una migliore direttività e visibilità dei ponti ripetitori. Quelle da interno sono solitamente omnidirezionali, hanno un guadagno inferiore e possono essere disturbate da altri dispositivi elettrici ed elettronici (telefoni cellulari, elettrodomestici, ecc.). Sono consigliate solo quando l’impianto da tetto è irrealizzabile per varie ragioni (economiche, tecniche, ecc.) e quando manca la presa antenna in una o più stanze.
E quelle da mettere all’esterno del balcone?
Hanno prestazioni superiori rispetto a quelle da interno ma solo se orientate correttamente verso i ponti ripetitori DTT. In linea di massima, però, non sono in grado di competere con un impianto da tetto ottimizzato per le varie bande di frequenza e posizioni di ricezione.
Esistono antenne da tetto progettate per ambienti critici come le grandi città e le zone di mare?
Si. Alcune antenne adottano componenti e soluzioni tecnologiche che si adattano perfettamente alle aree molto inquinate e quelle marine. In primo luogo vengono utilizzati soluzioni meccaniche, materiali e trattamenti che resistono a smog, piogge acide, salsedine e forti venti, allo scopo di garantire la massima affidabilità e prestazioni immutate nel corso del tempo.
In secondo luogo, hanno un sistema di guadagno variabile a controllo automatico (AGC), ottenuto dai circuiti interni o da dispositivi esterni aggiuntivi, che riduce le fluttuazioni del segnale e le cadute (fading) che si manifestano al variare delle condizioni meteo, soprattutto lungo le coste e in alcune stagioni dell’anno. Prima dell’acquisto è bene farsi consigliare dal proprio rivenditore di fiducia.
Esistono antenne che ricevono sia i segnali VHF sia quelli UHF?
Si. Si chiamano Combo e ricevono i segnali VHF/UHF provenienti dalla stessa posizione, miscelandoli e mettendoli a disposizione su una sola uscita (connettore F).
La mia antenna è sul tetto da oltre 10 anni: è meglio cambiarla?
Se l’antenna è stata installata prima del passaggio dall’analogico al digitale terrestre (anni 2008-2012) e non ha ricevuto un’adeguata manutenzione, è bene valutarne la sostituzione. I controlli saltuari sono importanti per scoprire tempestivamente fenomeni di corrosione, infiltrazioni d’acqua e umidità nelle connessioni, principi di rotture degli elementi e del palo di sostegno. Oltre ad impedire la ricezione dei segnali, questi danni mettono a repentaglio la sicurezza di cose e persone, in particolare durante i fenomeni atmosferici più intensi come tempeste di vento e acqua, sempre più frequenti non solo durante la stagione estiva.
Insieme all’antenna va cambiato anche il centralino?
Dipende dalle sue condizioni, funzionalità e caratteristiche. Il centralino è il cuore dell’impianto perché deve svolgere il delicato compito di miscelare e amplificare i segnali provenienti dalle antenne, inviandoli poi a partitori, derivatori e prese. Anche i centralini hanno subito un’evoluzione tecnologica importante, soprattutto con l’arrivo delle trasmissioni digitali e della riduzione della banda UHF. Componenti elettronici specificatamente progettati per operare sulle frequenze più alte e la presenza di sistemi di modulazione del guadagno permettono di migliorare le prestazioni, soprattutto nelle condizioni più critiche. L’eventuale sostituzione deve essere valutata con gli stessi criteri delle antenne, tenendo conto che si tratta comunque di un dispositivo soggetto a usura perché alimentato 24 ore su 24, ma anche a picchi di tensione come le scariche elettriche dei fulmini che cadono vicino alle antenne.
Quali vantaggi avrei se cambio il vecchio centralino DTT con uno nuovo?
I centralini di nuova generazione, soprattutto quelli “intelligenti” con funzioni avanzate come gli ingressi programmabili, i filtri canale 4G/5G indipendenti e automatici, assicurano prestazioni di gran lunga superiori e una maggior affidabilità anche nelle condizioni più critiche.
Alcuni modelli permettono anche di impostare la dinamica AGC (intervallo di intervento del guadagno automatico) e il livello di uscita massimo per uno o più ingressi. Grazie a queste funzionalità, i modelli più evoluti (ma anche un po’ più costosi) si adattano facilmente agli switch-off e ai dividendi digitali come quelli del 2021-2022, semplicemente modificando le voci del menu e senza bisogno di sostituirli ogni 5-10 anni.
Se cambio l’antenna e il centralino Tv devo anche sostituire prese, partitori e divisori?
No. È sufficiente regolare l’amplificazione, il guadagno o l’attenuazione degli ingressi e dell’uscita del centralino Tv per avere, su ogni singola presa antenna in casa, un segnale compreso tra 47 e 77 dBµV. Per rilevare questo parametro serve un misuratore di campo, anche di tipo economico.
A volte alcuni canali DTT squadrettano oppure non si vedono. Cosa devo controllare sull’antenna terrestre?
Sempre nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, consigliamo di controllare innanzitutto l’orientamento dell’antenna e poi lo stato dei singoli elementi come il dipolo, i riflettori, il balun e i morsetti di fissaggio al palo. Poi si passa al cavo coassiale per esaminare eventuali spelature o schiacciature e infine ai collegamenti (connessione F o morsetto). Se l’antenna si presenta in buone condizioni ma il cablaggio risulta danneggiato, bisogna sostituirlo parzialmente oppure integralmente fino al centralino Tv.
Esistono cavi coassiali colorati come quelli elettrici per poterli riconoscere dopo l’infilaggio?
Si. Alcuni modelli sono dotati di guaina colorata (interamente o solo una linea) allo scopo di facilitarne l’identificazione, sia negli impianti centralizzati condominiali a bande e polarità separate (VH, HH, VL, HL – già codificati a colori) sia in tutti gli altri (es.: parabola fissa e motorizzata, antenna SAT e DTT, ecc.). Ad esempio, il cavo mini-coassiale Cavel DG80 da 5 mm è disponibile in 5 colori (bianco, rosso, giallo, verde e nero) mentre il Microtek H355A sempre da 5 mm nei colori bianco, blu, verde, rosso, nero e giallo.
Esistono poi cavi speciali per impianti centralizzati che includono nella stessa guaina 9 o 5 cavi coassiali (DTT + SAT Dual Feed o Mono Feed condominiale con Multiswitch) oppure quelli con due cavi coassiali affiancati (es.: Cavel 2XDG80).
A cosa si riferisce il numero stampato sul cavo coassiale, quello che cresce e diminuisce spostandosi lungo il cavo?
Si tratta del marcatore di lunghezza con passo di 1 metro, riportato per agevolare il lavoro dell’installatore (ad esempio per il residuo di una bobina) e conoscere la lunghezza effettiva del cablaggio di una colonna per calcolare i valori di attenuazione dei segnali.
Cosa significa la scritta “Gas Injected” riportata sul cavo coassiale?
Significa che nel dielettrico di quel cavo è stato iniettato del gas inerte (azoto) per ridurre l’attenuazione dei segnali. L’aggiunta del gas garantisce anche una maggiore stabilità del passaggio dei segnali nel corso del tempo, soprattutto se è soggetto a pioggia, umidità, sole e sbalzi termici. La stragrande maggioranza dei cavi coassiali DTT/SAT in commercio utilizza questa tecnologia ma è sempre meglio controllare prima dell’acquisto.
Cosa serve per infilare i cavi delle antenne nelle canaline?
Oltre a un pizzico di esperienza e manualità, servono due strumenti fondamentali: la sonda passacavi e il gel. Esistono vari tipi di sonde che si differenziano per la lunghezza (5, 10, 20, 50 metri, ecc.), la qualità e lo spessore del cavo trainante in nylon, la possibilità di invertire i capi semplicemente svitandoli e riavvitandoli. Un capo della sonda, quello con la testa a molla flessibile, va infilato nella canalina mentre il capo opposto dotato di occhiello va fissato con cura al cavo (anima e calza del cavo coassiale). Il gel serve a far scivolare il cavo coassiale all’interno della canalina superando eventuali ostruzioni come curve strette e riducendo gli attriti con gli altri cavi già presenti.
Per infilare il cavo coassiale servono due persone: la prima tira il capo libero della sonda (quello con la tesa flessibile) mentre la seconda spinge, con delicatezza, il cablaggio all’interno della canalina introducendo piccole dosi di gel.
Cos’è una parabola toroidale?
La parabola toroidale ha una forma allungata in orizzontale ed è costituita da due riflettori contrapposti conformati in modo tale da ottenere una “linea focale” (che segue la fascia di Clarke) al posto di un “punto focale” come avviene nelle tradizionali antenne ovali. Questo significa che possono ricevere molti più satelliti rispetto ad un’antenna ovale adattata ai sistemi Dual o Multi Feed. Il riflettore principale, simile a quello delle classiche antenne ovali, guida i segnali dei diversi spot orbitali sul riflettore secondario concavo-convesso che a sua volta, grazie alla linea focale, li indirizza ai singoli LNB montati sulla staffa. Le antenne toroidali come la Wave Frontier T90 (www.dueemme.com/catalogo/20.46.html) possono “puntare” fino a 16 posizioni orbitali in un arco di circa 40° (+/- 20° rispetto al satellite centrale) garantendo una performance leggermente inferiore rispetto a quella di un’antenna tradizionale dello stesso diametro (90 cm).
Cos’è un LNB Monoblocco per antenne satellitare?
Un LNB Monoblocco integra nello stesso corpo (blocco) i circuiti di due o tre diversi LNB, già tarati per catturare i segnali provenienti da altrettanti satelliti o slot orbitali. In pratica svolgono la stessa funzione di 2 o 3 LNB separati e affiancati con il vantaggio di integrare anche lo switch DiSEqC 1.0 per la commutazione, oltre a evitare di regolare ogni singolo LNB per la ricezione Dual o Triple Feed.
A seconda del modello e della versione, i due/tre “feeder” (colli) sono adatti per i satelliti/slot orbitali distanti tra loro 6° (come Hotbird e Astra 19,2° Est) oppure 4° (es.: Hotbird e Eutelsat 9° Est). Gli LNB Monoblocco possono avere una, due o quattro uscite per altrettanti decoder/tuner DVB-S/S2. Durante la configurazione del decoder è importante ricordare che negli LNB Monoblocco le associazioni tra satelliti e slot DiSEqC sono già predeterminate e non modificabili perché lo switch è già integrato. A volte le posizioni di Hotbird e Astra sono invertite (B-A) e vanno quindi riportate correttamente nel menu del decoder.
È necessario chiamare un antennista per montare la parabola sul tetto?
L’installazione di un’antenna parabolica non è di per sé un lavoro complicato: può essere fatta da chi possiede un po’ di manualità e conoscenze elettriche/elettroniche compatibilmente con la tipologia di impianto (fisso, motorizzato, centralizzato, ecc.). Quando si tratta, però, di installarla sul tetto, è fondamentale valutare innanzitutto la sicurezza di persone e cose. Un’antennista professionista ha la necessaria esperienza, capacità e conoscenza per svolgere questo lavoro in tutta sicurezza e garantire un risultato affidabile nel tempo.
Posso mettere la parabola sul balcone o sulla facciata?
Nonostante l’articolo 21 della Costituzione Italiana e l’articolo 1122-bis del Codice Civile (2012) sanciscano il diritto all’informazione e l’installazione di impianti radiotelevisivi, i regolamenti comunali e condominiali potrebbero vietare l’installazione della parabola su balconi e terrazzi per ragioni di decoro e/o sicurezza. Sono invece spesso tollerate le antenne piatte che si mimetizzano con la facciata dello stabile rendendole di fatto invisibili dalla pubblica via o dal cortile condominiale, assimilabili a qualsiasi altro elemento presente sul balcone e ammesso dai regolamenti (es.: piante, tendaggi, ecc.).
Prima di procedere con l’installazione o affidare il lavoro ad un antennista, è sempre meglio consultare entrambi i regolamenti. Di norma quello condominiale viene consegnato a tutti i proprietari e inquilini dello stabile mentre quello comunale si trova anche sul web e si può richiedere direttamente in municipio (ufficio tecnico).
E se vivo una villetta e la parabola non è visibile dalla strada?
Si. In questo caso può installarla anche su balconi e terrazzi se rivolti verso sud e con la piena visibilità della Fascia di Clarke, intera o parziale, dove si trova il satellite desiderato. Per ragioni estetiche, pratiche e funzionali, consigliamo tuttavia di installarla sul tetto a meno di impedimenti vari (assenza ancoraggi, difficoltà di cablaggio, costo, ecc.).