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Agosto 2011
“Enigma fu una macchina per cifrare (e decifrare) elettro-meccanica ampiamente utilizzata dal servizio delle forze armate tedesche durante il periodo nazista e la seconda guerra mondiale. La sua facilità d’uso e la sua presunta indecifrabilità furono le maggiori ragioni per il suo ampio utilizzo. Nonostante fosse stata modificata e potenziata nell’arco del suo periodo di utilizzo, un nutrito gruppo di esperti si impegnò a lungo con successo per violarla. … La decrittazione dei messaggi cifrati con Enigma fornì per quasi tutta la seconda guerra mondiale importantissime informazioni alle forze alleate.” (cit. Wikipedia)

Non è dato sapere se davvero il nome del famoso sistema operativo Linux-based per ricevitori digitali derivi dalla famosa macchina cifratrice riportata sopra, ma una frase in special modo regala spunti di riflessione, ovvero quando si cita “la sua facilità d’uso e la sua presunta indecifrabilità”.
In effetti, il sistema Enigma sin dagli albori è stato facile da usare per gli esperti ma indecifrabile per i non conoscitori delle leggi che regolano i computer ma, nonostante questo, il suo utilizzo ha subito un incremento notevole, quasi come se, altro parallelo con la citazione, gli utenti si stessero forzando di capirlo per poterlo utilizzare al meglio. Il fenomeno Linux sui ricevitori digitali è in corso da alcuni anni ed è quindi possibile cercare di analizzarne pregi e difetti, anche e soprattutto alla luce dei risultati, in termini di penetrazione del mercato, che sta ottenendo.

Stretta parentela con i PC
Enigma è il nome di un sistema operativo basato su Linux utilizzato da qualche anno per gestire le prestazioni offerte da particolari ricevitori digitali, di crescente attualità, meglio conosciuta come Enigma-based. Questo fenomeno vanta parecchi aspetti in comune con il mondo dei computer, dai quali i ricevitori digitali di nuova generazione hanno ereditato molto: motherboard e microprocessore, memoria flash e controllo dell’hard-disk, rete LAN e WAN, USB. In effetti, basta scorrere le prove pubblicate sulla rivista per accorgersi che la dotazione hardware dei ricevitori digitali nulla ha da invidiare a quella dei personal computer e, come nei computer, tutta questa abbondanza non poteva essere sempre e soltanto gestita da firmware “custom” ma doveva confluire in un firmware più performante, meglio se in un vero e proprio sistema operativo. Il motivo della scelta di Linux e derivati è abbastanza comprensibile: la necessità di un S.O snello e modulare parco di memoria, open source per evitare onerose rojalties e sostenuto  da competenti sviluppatori, entusiasti di poter partecipare ad un progetto condiviso. In realtà già in passato si era assistito al tentativo di far convergere (con scarso successo) il mondo PC e quello dei ricevitori a cura, se la memoria non ci inganna, della tedesca Micronik, il cui prodotto permetteva al boot di scegliere una configurazione di funzionamento. La crescita della dotazione hardware nei ricevitori unita alla crescita di Internet, ha velocizzato e snellito lo scambio di informazioni, consentendo al fenomeno Linux di ritagliarsi uno spazio importante nel mercato dei ricevitori.

Sempre più “amichevoli”
Inizialmente i ricevitori dotati di sistema operativo erano piuttosto complessi nel loro utilizzo, ereditando le stesse pecche di Linux con interfacce spartane e poco amichevoli e le funzionalità estese gestite tramite computer via Telnet. Ma con l’aumento d’interesse da parte degli appassionati Enigma si è progressivamente raffinato, ricco di interfacce grafiche, utilities a supporto e scaricamento dei contenuti da Internet tanto da essere facilmente utilizzato anche da utenti privi di basi informatiche.
Questo avvicinarsi al grosso pubblico può anche non piacere ai puristi di Linux, abituati ad effettuare operazioni tramite linee di comando e shell, ma costituisce senz’altro un passo fondamentale ai fini commerciali, affinché si possa davvero considerare questi ricevitori alla pari di normali decoder SAT e non più come esoterici “giocattoli” di raffinata tecnologia.
Ma com’è possibile che un firmware svolga un ruolo così importante in un prodotto come il ricevitore digitale? Tutti noi, chi più chi meno, siamo abituati a maneggiare apparati ad alto contenuto tecnologico: televisioni, telefonini, videoregistratori e computer forse senza mai rendersi conto che la facilità con cui eseguiamo determinate operazioni dipenda dalla nostra conoscenza dell’apparecchio, in particolare dal suo software di controllo e dalle interfacce con le quali avviene il colloquio. Un buon hardware senza un adeguato firmware è come una fuoriserie alimentata a benzina agricola, mentre, per contro, un buon firmware può anche sopperire ad alcune lacune dell’hardware sul quale si appoggia.
Dal momento in cui Dream Multimedia decise di commercializzare i ricevitori Linux-based si è assistito a una scalata continua di questa tipologia di prodotti specialmente perché, inutile nasconderlo, i produttori risparmiano parecchi quattrini in sviluppo software, basando i loro prodotti su di una piattaforma collaudata che con poche variazioni può essere riutilizzata con profitto. Nello stesso modo e per le stesse cause per le quali Linux ha i suoi fan nel mondo del personal computer ecco che i ricevitori Linux-embedded, sgravati dalle difficoltà di utilizzo iniziali e, anzi, sempre più manipolati ai fini di un utilizzo familiare piombano sul mercato con la ferma convinzione di poter recitare un ruolo di primaria importanza.

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