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Come scegliere la parabola satellitare

Guida alla parabola satellitare più adatta. Scopriamo insieme come funzionano, come sono fatte, quali sono le varie tipologie e come sceglierle a seconda dei satelliti che si vogliono puntare.

Gli elementi chiave di un impianto di ricezione satellitare sono essenzialmente tre: la parabola, il convertitore LNB ed il decoder. La prima ha una funzione sostanzialmente “meccanica”, ovvero il suo scopo è quello di catturare i segnali provenienti dai satelliti e concentrarli in un punto preciso, più o meno come uno specchio. L’LNB è collocato proprio in questo punto: li cattura, li amplifica dopo un viaggio di ben 36 mila chilometri (ovvero la distanza satellite-terra) e li converte per poterli trasmettere al decoder attraverso il cavo coassiale che dal tetto o dal balcone arriva alla presa Sat casa. Il decoder trasforma i segnali in immagini e suoni, ovvero sintonizza e riproduce gli oltre 20 mila canali radiotelevisivi che trasmettono quotidianamente via satellite in tutto il mondo.

In questo articolo ci occupiamo della parabola mentre prossimamente ci dedicheremo all’LNB. Lo scopo è quello fornire, sia ai principianti sia agli esperti che vogliono “ripassare la lezione”, le informazioni necessarie per scegliere quella più adatta a seconda delle necessità, da quella tradizionale di forma ovale a quelle piatte facili da mimetizzare per esplorare liberamente la fascia di Clarke, ovvero quella linea immaginaria nello spazio sulla quale sono posizionati i satelliti geostazionari.

Parabola ovale in acciaio o alluminio

Parabola satellitareLa soluzione più semplice, economica e collaudata per ricevere i canali satellitari in banda Ku (10,7-12,75 GHz), quelli più numerosi, è la classica parabola dalla forma leggermente ellittica (ovale) secondo lo schema “offset”. Si differenzia dalle vecchie antenne “prime focus” di forma circolare perché non guarda direttamente il satellite ma è inclinata verso l’orizzonte. Il punto di fuoco del paraboloide dove è collocato l’LNB non corrisponde al centro dell’antenna ma risulta leggermente spostato di un angolo di offset (circa 20-25 gradi) rispetto alla verticale della parabola.

I vantaggi dello schema offset rispetto al prime-focus sono due: il segnale colpisce la totalità della superficie dell’antenna, senza ombre da parte dell’LNB, e si evita l’accumulo della neve nei mesi invernali.

Parabola satellitare

I materiali utilizzati sono l’acciaio, l’alluminio e la fibra di vetro. L’acciaio è il più economico ma a rischio ruggine, l’alluminio è quello più pregiato, leggero e meno soggetto all’ossidazione mentre la fibra di vetro garantisce la migliore resistenza e affidabilità nel tempo ma viene impiegata solo nelle parabole “premium” più costose. Oltre al classico colore bianco, le parabole sono disponibili anche in grigio chiaro o scuro, rosso mattone e altre tinte, per meglio integrarsi e mimetizzarsi nel contesto urbano, sui tetti e sulle facciate.

Varie misure e materiali

L’antenna parabolica è disponibile in varie misure, ad esempio da 45, 60, 80, 90, 100, 120, 150 cm e oltre, calcolate prendendo come riferimento il diametro verticale del disco dal momento che quello orizzontale è leggermente inferiore per via della forma ellittica.

La parabola più diffusa è quella da 80 cm per via del miglior compromesso tra ingombro e guadagno: può essere installata praticamente ovunque, dal tetto al balcone (se i regolamenti comunali lo consentono), senza particolari accorgimenti visto il peso ridotto e la bassa resistenza al vento. Nei luoghi molto ventosi, inquinati o vicini al mare, sono più indicate le parabole con strutture ad alta robustezza e spessore come questa, con adeguati trattamenti antiossidanti e verniciatura a polveri.

Costano qualche decina di euro in più rispetto a quelle “normali” ma assicurano prestazioni superiori, un’affidabilità costante nel tempo e richiedono una manutenzione ridotta. È bene ricordare che molto spesso le parabole sono posizionate sui tetti, a decine di metri di altezza, e quando invecchiano possono diventare pericolose a causa del distaccamento dei vari elementi.

Le parabole più grandi, indicativamente dai 180-240 cm in su, possono essere “piene”, composte da vari “spicchi” per facilitarne il trasporto e il montaggio oppure realizzate con una rete metallica.

Le antenne paraboliche a reticolo o microforate, in gergo tecnico “mesh”, sono adatte per le zone ventose perché i petali a maglia metallica di cui sono composte offrono una minore resistenza. Inoltre, anche grazie al peso ridotto dei singoli petali ed alla possibilità di assemblaggio sul luogo di installazione, permettono di realizzare antenne di grande diametro altrimenti impossibili con superficie “piena”. La densità della maglia, tuttavia, fa sì che le prestazioni siano ottimizzate per la ricezione dei segnali in banda C (3,7-4,2 GHz) e non per la tradizionale banda Ku. Al crescere della frequenza, le parabole microforate diventano quindi sempre meno efficienti fino a guadagnare quanto una parabola piena grande la metà (una mesh da 370 cm ha una resa simile ad una 180 cm piena in banda Ku).

Più grande è la parabola, maggiore è il guadagno

Il guadagno di un’antenna parabolica, ovvero la capacità di catturare i segnali che arrivano dallo spazio, è direttamente correlato anche alla sua dimensione. A parità di materiali e design, una parabola piccola (es.: 60-80 cm) ha un guadagno inferiore rispetto a una medio-grande (es.: 100-120 cm). La differenza si nota quando il satellite è poco potente, copre solo parzialmente la propria zona geografica, quando piove oppure il cavo coassiale è molto lungo e il segnale si disperde più facilmente. Per conoscere il diametro più adatto per ogni singolo satellite, basta consultare le aree di copertura (footprint) pubblicate su internet (ad esempio qui e qui) e utilizzare la tabella di conversione pubblicata nel nostro precedente articolo con le informazioni di base sui satelliti.

Parabole speciali: design e alte prestazioni

Quella ovale non è l’unica forma utilizzata per le parabole satellitari. Diverse aziende hanno studiato e brevettato soluzioni differenti per migliorare sia le prestazioni che il design. C’è chi, come la tedesca TechniSat, che ha optato per una forma squadrata (modelli Digidish e Satman) e chi, come Fracarro, azienda italiana leader nei sistemi per la ricezione radiotelevisiva terrestre e satellitare, per la forma romboidale della sua antenna Penta.

Parabola

Frutto di un’approfondita analisi tecnica e industriale, la Penta ha un guadagno ed un ingombro simile a quella della classica antenna ovale. Tuttavia, la sua forma originale e inedita permette di discriminare con più precisione i segnali satellitari che giungono con diverse polarità (verticale e orizzontale) e quelli provenienti da satelliti vicini (pochi gradi di distanza). Queste caratteristiche la rendono particolarmente adatta quando la stessa parabola viene utilizzata per ricevere due diversi slot orbitali/satelliti (sistema Dual Feed – ad esempio Astra in orbita a 19,2° Est e Eutelsat Hotbird a 13° Est) al posto di uno solo. La parabola Penta è disponibile sia in acciaio che in alluminio, in diverse colorazioni (bianco, grigio e rosso mattone), in due misure (85 cm e 68 cm – Modello Digit) e con il supporto LNB doppio opzionale dedicato al Dual Feed (codice 211001).

Antenna piatta: salvaspazio e mimetizzabile

Se la tradizionale parabola ovale non può essere installata sul tetto per ragioni economiche o pratiche, è troppo ingombrante per il balcone oppure vietata dai regolamenti comunali e condominiali, l’unica soluzione che mette (quasi) tutti d’accordo è l’antenna satellitare piatta. Progettata per catturare il segnale grazie ad una matrice di celle, l’antenna piatta ha prestazioni inferiori rispetto a quelle tradizionali ma permette comunque di ricevere i canali satellitari in quei tutti quei luoghi come centri storici ed immobili di pregio dove l’estetica ha la massima priorità.

È spessa solo pochi centimetri (massimo 10-11), un design pulito e lineare che non attira l’attenzione, è senza sporgenze (l’LNB è integrato) e può essere dipinta o rivestita con gli appositi sticker per mimetizzarsi con gli altri elementi del balcone (es.: fiori, piante) o con la facciata del palazzo. La gamma Selfsat, prodotta dell’azienda coreana I do It e distribuita in Italia da Auriga, comprende diverse antenne satellitari piatte disponibili in molteplici misure, comprese tra 52x28x4 e 56x33x6 cm. L’LNB integrato può essere fisso oppure sostituibile con 1, 2 o 4 uscite indipendenti, anche di tipo SCR/dCSS. Selfsat produce anche i modelli H50M per la ricezione Dual Feed dei satelliti distanti tra loro 6° (es.: Astra 19.2 e Hotbird 13). Nel migliore dei casi, il guadagno delle antenne piatte è paragonabile a quello di una parabola di soli 50-60 cm di diametro ma comunque sufficiente per i satelliti più interessanti come Hotbird 13° Est, Astra 19,2° Est, Eutelsat 16°-9°-7° Est, ecc.

Toroidale: una sola antenna per 16 satelliti

La parabola toroidale è stata studiata per ricevere fino a 16 satelliti che si trovano in una porzione della Fascia di Clarke di circa 40°, ad esempio da 35° Est a 5° Ovest. Il tutto senza bisogno di aggiungere un motore e senza gli inconvenienti (come la perdita di guadagno) che si manifestano con le tradizionali antenne ovali modificate per la ricezione Dual o Multi Feed. È costituita da due riflettori contrapposti conformati in modo tale da ottenere una “linea focale” (che segue la fascia di Clarke) al posto di un “punto focale” come avviene nelle tradizionali antenne ovali e piatte. Il riflettore principale, simile a quello delle classiche antenne ovali, guida i segnali dei diversi spot orbitali sul riflettore secondario concavo-convesso che a sua volta, grazie alla linea focale, li indirizza ai singoli LNB. Tra i modelli più gettonati segnaliamo la Wave Frontier T90: misura circa 97 x 109 cm e offre un guadagno leggermente inferiore rispetto ad una serie di parabole da 90 cm puntate sui singoli satelliti.

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