Criteri da interpretare

Marzo 2008. Il criterio principale è quello di ottenere un segnale utile alla fine del cavo coassiale di collegamento al fine di determinare una buona ricezione dei programmi.

Le norme tecniche prescrivono quali debbano essere i segnali considerati “minimi” per la ricezione e quelli considerati minimi per la distribuzione, ovvero per il loro prelievo da una presa Tv dell’impianto televisivo.
I segnali “minimi” per la ricezione possono essere ricavati dai campi minimi indicati dalle stesse norme, usando la seguente formula:

Segnale utile (dBµV) =
Campo (dBµV/m) + Guadagno (dB)
+ 20log(lungh. d’onda metri)
– 20log(2 x pigreco)

Campi minimi prescritti dalle norme. Questi
valori rappresentano la minima intensità di campo ricevibile che
determina, dopo 10 metri di cavo coassiale, un livello di 54 dBµV per i
canali analogici AM-TV PAL e 31 dBµV per i canali digitali DTT. Tali
valori
rappresentano i minimi segnali ammessi in antenna, mentre le
norme prescrivono che ad una presa Tv dell’impianto centralizzato siano
disponibili segnali di non inferiori a 57 dBµV, per i televisori
analogici AM-TV,
e 45 dBµV per i decoder DTT.

Considerando che i campi minimi sono stati ricavati utilizzando antenne di banda III, IV, V con guadagno noto collegate ad un cavo coassiale di 10 metri di caratteristiche note, si possono ottenere i risultati riportati nella tabella 5a/b.
Dall’antenna ricevente terrestre si devono ottenere quindi segnali aventi un livello minimo di 54 dBµV se analogici e 31 dBµV se digitali.

Nel caso in cui il segnale ricavabile dall’antenna debba essere distribuito nell’impianto, da ogni presa Tv (secondo le norme) si devono ottenere segnali Tv terrestri con un livello minimo di 57 dBµV se analogici, 45 dBµV se digitali.

Per la ricezione via satellite le dimensioni dell’antenna parabolica dipendono dalla densità di potenza con cui il segnale satellitare arriva a terra.
L’operatore satellitare fornisce apposite mappe di copertura chiamate “footprint” dalle quali si ricava, per ogni località, il valore di potenza espresso in dBW. Grazie a questo valore con appositi calcoli si può stabilire quale sia il diametro di antenna più idoneo.
Nella tabella sono raccolti i valori indicativi adottati nel continente europeo.

Dal momento che la costruzione attuale degli LNB è standardizzata e offre prestazioni paragonabili in tutti i principali modelli in commercio, si può indicare che da un’antenna parabolica con un diametro di 80 cm e dotata di LNB universale si possa ricavare un segnale utile compreso tra 70 e 80 dBµV.
Questi valori, sottraendo l’attenuazione introdotta dal cavo coassiale, sono sufficienti alla realizzazione di un impianto individuale.

Le norme, tuttavia, prescrivono che in un impianto centralizzato per la Tv satellite ogni presa dell’impianto debba fornire segnali con un livello compreso tra 47 e 77 dBµV.

Altri fattori che influenzano la scelta dell’antenna riguardano eventuali situazioni problematiche che si verificano nella ricezione terrestre, dove i segnali sono ricevibili da più direzioni con intensità molto diverse tra loro.

La soluzione ideale in questi casi è di impiegare un’antenna molto direttiva, formata da 40 a 90 elementi, per la direzione da dove giungono i segnali più deboli e un’antenna meno direttiva, da10 a 20 elementi per la direzione da dove giungono i segnali più forti.
Nel caso in cui siano presenti situazioni interferenziali, come ad esempio un canale digitale che proviene da una direzione diversa e sulla stessa frequenza di un canale analogico.
In questo caso si può convertire il canale digitale su una frequenza libera (impiegando un processore di canale DTT che esegue un abbassamento o un innalzamento della frequenza del canale) e ottimizzare la ricezione di quello analogico con un’antenna più direttiva e, se necessario, spostando altresì l’antenna in un punto dove l’interferenza del segnale digitale si attenua.

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