Il gioco vale la candela?

Novembre 2009. Come in tutti i mercati legati alla tecnologia i cambiamenti radicali sono all’ordine del giorno e se da un lato un certo tipo di utenza si accontenta di usufruire dell’evoluzione dei mezzi messi a disposizione del pubblico dall’altro lato troviamo un’utenza più evoluta e hobbistica che gioisce nell’anticipare certe tendenze, buttandosi a capofitto nell’utilizzo di apparati a volte ancora un po’ acerbi per un utilizzo di massa.

Tutti quelli che seguono con interesse l’evoluzione dei ricevitori digitali intesi come veri e propri strumenti di divertimento al di fuori della semplice visualizzazione di contenuti televisivi considerano vere e proprie pietre miliari alcuni avvenimenti come l’introduzione della trasmissione digitale a seguito di quella analogica, i ricevitori Common Interface e, più di recente, l’avvento dei ricevitori Linux embedded.

La scelta di associare all’hardware di un ricevitore digitale un sistema operativo sviluppato per i computer è stato solamente la logica conseguenza della convergenza fra i due mondi, separati fino a quel momento, unito a esigenze esclusivamente di risparmio nello sviluppo software.

Se analizziamo la struttura di un qualunque ricevitore digitale anche i meno esperti potranno riconoscere analogie con il proprio personal computer: microprocessore, memoria, unità esterne di storage come hard-disk e chiavi USB, uscite video.

Fino a poco tempo fa l’unica cosa che separava i due mondi era proprio il sistema operativo, elemento indispensabile nel mondo PC e inesistente, per contro, sui ricevitori, sostituito quasi sempre da un firmware dedicato per la gestione delle operazioni da essi eseguite.

Il grande salto
Ad aiutare l’introduzione di un sistema operativo vero e proprio hanno contribuito in ogni modo fattori economici importanti: la stesura di un firmware proprietario per un ricevitore digitale è operazione molto costosa che richiede un prolungato e costante supporto da parte degli sviluppatori.

Innanzitutto uno strato di firmware è costituito dai cosiddetti driver, cioè segmenti di software attraverso i quali il sistema operativo controlla il  funzionamento di determinate componenti elettroniche, ad esempio le CAM e gli slot per le card, estendendo il controllo anche alla gestione dell’interfaccia utente (menu, finestre di errore, la visualizzazione della guida EPG).
Tutte queste parti sono assemblate insieme a molte altre per formare un articolato programma per il controllo di ogni singola funzione eseguita dal ricevitore digitale.

Qualche anno fa si iniziò a intravedere una soluzione diversa alla gestione puramente firmware del software di gestione, costosa in termini economici e poco riutilizzabile nel caso di ricevitori diversi, procedendo nell’adozione di un vero e proprio sistema operativo universale, dedicato al governo dell’apparecchio: il diffusissimo Windows, con i costi delle licenze d’uso e l’esosità della dotazione hardware richiesta per il suo funzionamento fu subito scartato, contrariamente a Linux che, essendo un open source distribuito anche in versioni poco “assetate” di risorse fu subito considerato dagli sviluppatori come il candidato ideale.

Software in perenne aggiornamento
Da questa prima intuizione, se così vogliamo considerarla, sono passati alcuni anni nei quali Linux sui ricevitori digitali si è trasformato in un vero e proprio sistema operativo dedicato e progressivamente aggiornato dai rilasci della versione Linux, denominata Enigma, presente nella quasi totalità dei ricevitori gestiti da Linux, con eccezione di alcuni sistemi non Enigma implementati su IpBox e Az-Box.

Questa grande diffusione è dovuta alla struttura completamente “open” di Enigma, che permette modifiche e aggiunte al suo nucleo di base, sia a livello estetico sia funzionale: prerogativa, questa, che permette agli sviluppatori esterni al produttore di sbizzarrirsi nella progettazione e nel rilascio di proprie “immagini” (così vengono dette le versioni firmware relative ai decoder Linux embedded) basate sui rilasci ufficiali.

Il vero uovo di Colombo, da parte dei produttori, è che il ricevitore viene distribuito con versioni minime ed è poi a cura di ciascun utente la scelta di installare l’“immagine” preferita. In questo modo il costoso processo di sviluppo del firmware viene in gran parte demandato a gruppi di progetto esterni che tipicamente lavorano per passione e per vedere il proprio nome associato al ricevitore del momento.

Senza scendere in interpretazioni etiche (è corretto che un utente faccia da beta tester al prodotto acquistato?) se il risultato è appagante per il consumatore e per il produttore allora la meta è stata raggiunta.

Cosa cambia?
Ma c’è veramente un valore aggiunto nelle prestazioni dei ricevitori di questa tipologia? Quali sono i pro e quali i contro – se ve ne sono – di un ricevitore gestito da Linux?
Senza ancora entrare nei meriti del sistema operativo, va detto che su questi ricevitori è sempre presente una porta Ethernet con cui svolgere svariate operazioni che sarebbero sicuramente più lente e macchinose in sua assenza, come la copia e il trasferimento in rete su PC dei contenuti presenti sull’hard-disk del ricevitore.

Il fatto stesso di potersi connettere in rete si presta a numerose altre importanti funzioni, quali la copia di file da e verso il ricevitore con protocollo FTP, la gestione del ricevitore con Telnet, sino ad arrivare all’utilizzo della web interface per visualizzare i programmi del ricevitore sul proprio PC.

Ma queste possibilità sono comunque un valore aggiunto ad appannaggio dei soli utenti più smaliziati: il vero punto di forza di questi ricevitori deriva proprio dalla struttura del sistema operativo che permette di aggiungere al firmware di base delle  vere e proprie applicazioni aggiuntive, dette plug-in e add-on ottenendo delle “immagini” più complete dell’originale, pur se la base di partenza è sempre la stessa.

Queste parti aggiuntive coprono i più svariati argomenti, giochi, applicazioni multimediali, EPG, skin grafici e molto altro ancora, e sono installabili direttamente dal proprio ricevitore grazie ad un pannello di controllo.
Naturalmente tutto ciò presume che il proprio ricevitore sia configurato per accedere ad Internet.

Come abbiamo ripetutamente trattato in vari articoli, il vero fiore all’occhiello di Enigma è la gestione dei setting, cioè delle liste di canali: mentre sui ricevitori non Linux queste sono quasi sempre limitate sia come numero di canali memorizzabili sia come struttura, sui decoder Enigma-based queste limitazioni non esistono e si possono ottenere liste e sottoliste in numero limitato solamente dalla memoria del ricevitore.

Questo fatto, unito alla presenza della connessione di rete, rende molto semplice l’aggiornamento delle liste tramite computer, utilizzando i cosiddetti settings-editor, programmi che permettono la gestione delle liste canali e il loro invio al ricevitore.
In Internet esistono innumerevoli settings preconfezionati e non c’è che da ricercare quello che più si adatta alle proprie esigenze in termini di ordinamento dei canali.

Pirateria, ci sono rischi?
Migliaia di canali nei setting, decine di applicazioni installabili dal menu del ricevitore e una connessione di rete per rendere le operazioni veloci e semplici dovrebbero già ingolosire l’appassionato, tuttavia esistono altri aspetti che rendono i ricevitori Linux più appetibili ancora: gli emulatori.

Gli emulatori sono parti software che si interfacciano con i card reader rendendoli compatibili con qualsiasi sistema di criptatura conosciuto: in pratica caricando un emulatore sul mio ricevitore potrò poi usufruire del mio abbonamento semplicemente inserendo la card in uno degli slot a disposizione.

Questo fatto, anche se di per sé può essere considerato illegale in quanto in questo modo non vengono pagati i diritti relativi ai sistemi di criptatura, ha dato uno scossone a quei mercati, come quello italiano, dove la presenza di un solo provider ha creato un monopolio anche sui ricevitori digitali, distribuiti gratuitamente e unici a poter essere utilizzati per la fruizione dei servizi del provider stesso.

Come è risaputo, SKY, provider satellitare per eccellenza, permette la visione dei suoi programmi, codificati in NDS, solamente tramite il proprio ricevitore fornito in comodato gratuito, generando, appunto, una situazione di monopolio non nel suo settore di competenza, la vendita di contenuti, ma soprattutto in quello non propriamente suo dei decoder.

Con un ricevitore Linux embedded, un emulatore ad hoc e la consapevolezza che questa operazione è considerata non legale questa limitazione viene a cadere e si può usufruire del proprio abbonamento regolarmente pagato anche nel ricevitore scelto e non su uno imposto.
Purtroppo tutto il mondo è paese e il fatto che la card sia gestita da un emulatore ha portato a sviluppi pirateschi piuttosto gravi, come lo sharing, sul quale torneremo a discutere in modo approfondito più avanti.

L’impiego di un ricevitore Enigma-based è sensibilmente più complicato del normale e la sua installazione – cioè l’impostazione iniziale di quei contenuti aggiuntivi – firmware compreso, che possono interessare può richiedere più tempo del previsto quindi consigliamo caldamente di non avventurarsi in inutili perdite di tempo se non dopo aver preso coscienza delle difficoltà che si possono incontrare.

La scelta del ricevitore deve essere ben ponderata e basata su fattori oggettivi quali la serietà del produttore, la distribuzione a livello italiano, la penetrazione sul mercato e, ultimo ma non per importanza, il supporto fornito al ricevitore sia dal produttore sia dalle varie comunità Internet.

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