A causa dello switch-off ho dovuto sostituire i due televisori posti in salotto e in cucina. Già che c’ero, ho scelto due modelli con funzione di registrazione da porta USB in modo da rottamare anche un vecchio VCR. Mentre il TV della cucina consente la copia delle registrazioni, la conversione, ecc., quello in sala è praticamente “blindato” e non permette di fare nulla oltre alla riproduzione sullo stesso Tv. Come mai si comportano in modo così diverso?
Sergio V.
La registrazione in formato digitale dei programmi televisivi, soprattutto se in Alta Definizione, rappresenta una seria minaccia per le major cinematografiche e, in generale, per tutti i fornitori di contenuti. Rispetto ai vecchi sistemi analogici, quelli digitali consentono, infatti, di replicare all’infinito il contenuto senza perdita di qualità e, grazie alla rete Internet, di distribuirlo gratuitamente a milioni di utenti in poco tempo. Per porre un freno alla pirateria audiovisiva, i fornitori di contenuti e gli enti di certificazione hanno definito le linee guida per impedire che le registrazioni effettuate dai dispositivi PVR siano facilmente manipolabili.
Le aziende più sensibili, solite a sottoporre i loro prodotti a certificazione (es. bollini DGTVi o Tivù) hanno seguito queste indicazioni prevedendo tutta una serie di efficaci contromisure come l’utilizzo dei soli hard disk (no pen drive), la loro inizializzazione e affiliazione per impedirne l’utilizzo con altri dispositivi, il blocco delle registrazioni dei canali criptati, ecc.
Altre aziende, invece, non hanno previsto alcuna limitazione lasciando all’utente piena libertà di manovra.