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Mascherina smart, guida alla scelta fra cinque modelli

L’auspicio di utilizzare le mascherine solo per un periodo di tempo limitato è ormai stato ampiamente superato dalla consapevolezza di doverci condividere in qualche modo ancora a lungo. Al fianco dell’offerta di modelli usa e getta, durevoli, semplici o di design, discreti o di tendenza, si sta facendo strada anche il supporto della tecnologia per ottenere una mascherina smart.

Così, se fino a un anno fa parlarne poteva apparire un azzardo futuristico, oggi è realtà consolidata. Dalle migliori garanzie di isolamento a occasione per sfruttare la protezione come supporto per altre funzioni, si è velocemente sviluppata un’offerta di una certa importanza.

Razer sa come farsi notare

Anche in questo caso, quando due mondi si avvicinano, chi decide di affrontare la sfida vuole mettere a frutto l’esperienza maturata in uno dei due campi di riferimento. A guidare gli esperti di tecnologia, Razer con la mascherina smart Project Hazel, rivolta soprattutto agli appassionati di videogiochi.

Il design si ispira alla protezione di un respiratore di grado medico N95 con ventilatori attivi rimovibili e ricaricabili. Sui lati, una coppia di Smart Pod, come li definisce l’azienda, permettono di regolare l’areazione. I filtri sono in grado di bloccare almeno il 95% delle particelle trasportate dall’aria, con in più un’elevata resistenza ai fluidi.

Decisamente vistosa, la mascherina smart Razer si propone però come soluzione a un problema sociale sentito da molti. Una parte trasparente, permette di vedere le espressioni del viso, ma anche ai non udenti di leggere il labiale. Di sicuro effetto inoltre, delle luci interne per effetti personalizzati  e con possibilità di attivazione automatica al buio.

Tornando agli aspetti più concreti, microfono e amplificatore integrati permettono di migliorare la qualità di un dialogo, superando l’assorbimento tipico della barriera.

Il sistema utilizza ventilatori a disco sostituibili e ricaricabili, igienizzabili da batteri e virus collocandoli all’interno dell’astuccio di ricarica rapida wireless dotato di raggi ultravioletti disinfettanti. Appositi indicatori luminosi mostrano i livelli di carica, con una batteria in grado di coprire l’uso giornaliero.

È però ancora presto per ordinare Project Hazel. Anche se la messa sul mercato viene data per imminente, a tutti gli effetti si tratta ancora di un prototipo da mettere a punto. Prematuro quindi, anche parlare di prezzo.

LG, esperti di aria pulita

Già in commercio, anche se è necessario rivolgersi a distributori online stranieri, la versione LG di mascherina smart. PuriCare Wearable Air Purifier impiega due filtri H13 HEPA filters, molto simili a quelli utilizzati nei prodotti LG per la purificazione dell’aria domestica e le cui caratteristiche sono quindi ben note.

I filtri sono sostituibili con il livello di efficacia controllato via app. Inoltre, a ulteriore garanzia, il sistema utilizza un doppio ventilatore abbinato a un sensore respiratorio brevettato.

Il suo compito è rilevare frequenza e volume del respiro per regolare  di conseguenza il doppio ventilatore su una delle tre velocità previste. Se è il caso, le ventole accelerano automaticamente per assistere l’aspirazione dell’aria o rallentano per ridurre la resistenza durante l’espirazione e rendere così la respirazione più fluida.

LG garantisce anche la vestibilità del caso per un dispositivo destinato a essere indossato a lungo. Non a caso, la configurazione prevede una batteria da 820 mAh, vale a dire un massimo di otto ore di funzionamento

Quando non in uso, per la massima difesa ci si può affidare alla custodia dotata con luci a LED UV, utili a eliminare eventuali germi nocivi.

Difficile ottenere una stima precisa del prezzo indicato in dollari di Hong Kong, verosimilmente intorno ai 125 euro.

Narvalo, il tocco smart al design

L’altro punto di arrivo per una mascherina smart è quello di partire da un capo di abbigliamento, un accessorio al momento indispensabile e puntare su design e materiali ai quali integrare la tecnologia. Anche nel caso di Narvalo, Active Shield è un progetto in fase di rifinitura. Può però già essere ordinato, anche se la consegna è prevista per settembre.

Già rappresentata da diverse linee di mascherine tradizionali, Active Shield intende ampliare la gamma e sondare nuove potenzialità. Il progetto ruota intorno a un vistoso sistema applicato alla parte frontale, necessario per regolare il flusso d’aria interno. Una sorta di appendice ai modelli già apprezzati per comodità.

Il sistema collegato all’app serve anche a rilevare la frequenza respiratoria e analizzare la qualità dell’aria circostante. Anche in questo caso, una piccola ventola, con relativa batteria ed elettronica, migliora le prestazioni di filtraggio e si occupa di un’analisi istantanea della qualità dell’aria circostante.

Aspetto non scontato, Narvalo offre una difesa anche dagli inquinanti noti da tempo nell’aria delle zone più congestionate. Così come l’attenzione a un problema molto diffuso.  Il sistema Face-Fit combinato a un ferretto regolabile, evita infatti l’appannamento degli occhiali.

Il filtraggio è affidato a cinque strati di protezione del tessuto, al quale si aggiunge un ulteriore strato in carbone attivo, utile anche contro gli odori. L’idea è rendere la mascherina smart utile anche a emergenza sanitaria superata, pensando a chi si muove in città a piedi o in bicicletta.

Il progetto italiano è stato proposto alla ribalta internazionale attraverso la piattaforma di crowdfunding Kickstarter, dove ha raggiunto l’obiettivo di raccolta desiderato. Il prezzo di vendita della sola valvola al momento è di 109 euro, a fronte di un listino ufficiale di 169 euro. Ai quali aggiungere 89 euro per la mascherina.

AirPop, igiene discreta

Per chi preferisce comunque una soluzione più sobria puntando almeno in parte sulle potenzialità aggiuntive di una mascherina smart, la soluzione può essere AirPop Active+ Halo Smart. A prima vista, molto più vicino ai modelli tradizionali rispetto a quelli con filtri comandati da elettronica.

Principalmente, per l’assenza di ventole e sistemi di controllo collegati. Tutto è invece rimandato a un piccolo elemento, grande poco più di un bottone sulla parte sinistra. A questo, è rivolto l’incarico di regolare il filtraggio in base alla respirazione.

Il sensore infatti si attiva in automatico una volta indossata la mascherina smart e rileva la frequenza. Lavorando in sincronia con l’app, determina il livello a cui è necessario attivare il filtro intercambiabile. L’app si occupa anche di indicare in ogni momento il livello di protezione attivo, o se sia possibile passare alla modalità passiva.

Secondo quanto dichiarato da AirPop, secondo un algoritmo ispirato all’intelligenza artificiale. Con il passare del tempo infatti, i dati raccolti permettono di creare una sorta di profilo personale, in grado di impostare la difesa in modo preventivo anche a seconda dell’attività o del luogo in cui ci si trova

Anche in questo caso, una soluzione utile anche per normali condizioni di inquinamento urbano, con la capacità certificata di bloccare oltre il 99% delle particelle di PM 2,5. Anche il prezzo è più abbordabile, fissato a 149,99 dollari.

Donut Robotics, l’altra faccia della mascherina smart

C’è infine un ultimo progetto da prendere in considerazione, anche solo per l’originalità. C-Face di Donut Robotics è infatti una mascherina smart decisamente insolita. In questo caso il concetto di protezione non viene interpretato come filtraggio dagli elementi nocivi, quanto invece come supporto per operare fisicamente a distanza, anche in remoto.

C-Face è infatti da intendersi più come wearable in senso tradizionale, vale a dire strumento in grado di sfruttare la tecnologie per semplificare la vita. Nel caso, la possibilità di parlare a distanza o di fronte a un pubblico eterogeneo.

Perché se sul fronte sicurezza i progettisti si limitano a garantirne il funzionamento anche indossandola sopra una tradizionale mascherina chirurgica, il vero obiettivo è sfruttare i componenti integrati per portare via smartphone la voce a una persona distante. Aspetto decisamente più rilevante, nella propria lingua.

In pratica, C-face lavora in accoppiata con l’app su uno o più smartphone di destinazione come traduttore simultaneo. Il discorso può inoltre essere convertito in testo, visualizzato sullo schermo dello smartphone. Il destinatario potrà a sua volta interagire come succede con una normale chiamata.

Tra gli otto linguaggi al momento supportati dal prototipo non c’è ancora l’italiano, ma questa interpretazione di mascherina smart si presta ad applicazioni interessanti in futuro, anche per convegni in presenza o a distanza, con il supporto della traduzioni istantanea, parlata e scritta. Guardando già al futuro, dove si punta a inserire direttamente anche il video.

Il progetto giapponese è in attesa di rilascio, previsto inizialmente per lo scorso gennaio. Non è ancora stato fissato il prezzo, anche se è già previsto un canone addizionale per le funzioni di traduzione.

 

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