Ricevitore SAT HD QBox HD

In sintesi
Il decoder Qbox HD ha destato un gran clamore già dall’uscita dei primi esemplari: l’attesa per un prodotto con le caratteristiche dichiarate dal costruttore ha generato, specie negli ambienti Internet, una vivace attesa tanto da indurre la Duolabs a distribuire anche alcuni esemplari di beta-box. L’implementazione di Enigma nella sua versione Enigma2 non è stata agevole e la scelta di un microprocessore diverso da quelli utilizzati dalla concorrenza ha fatto sì che il prodotto subisse un ritardo nella sua commercializzazione maggiore di quello dichiarato all’inizio, proprio per evitare di mettere in commercio un ricevitore poco stabile. Senza dubbio i più attenti ricorderanno il lasso di tempo passato dall’annuncio alla commercializzazione di un prodotto simile della concorrente DreamMultimedia, quindi nulla di nuovo o di esagerato ma semplicemente un atto dovuto: meglio scontentare l’utenza per la lunga attesa che per difetti o instabilità dl funzionamento. Ora che il prodotto è in vendita nella sua veste definitiva la lotta ad una posizione egemone nel mercato Linux-embedded di fascia alta è iniziata e senza dubbio il lavoro svolto da sviluppatori esterni, come al solito, avrà il suo peso sul successo finale.

Ottobre 2009. In questi tempi non molto allegri per l’economia mondiale e in particolar modo per quella del nostro paese, siamo lieti di verificare come il progetto del decoder Qbox HD sia completamente italiano e come la casa costruttrice stia tentando di ritagliarsi uno spazio importante nel mercato dei ricevitori satellitari con progetti innovativi ed alcune scelte coraggiose. Chissà che non si riesca, per una volta, a rompere l’egemonia di altri costruttori europei specialmente nell’ambito dei ricevitori Linux-embedded.

Il Qbox HD è un progetto talmente innovativo da poter sembrare quasi presuntuoso: lo sforzo progettuale è stato rivolto alla ricerca di soluzioni e funzioni nuove e di gradimento del pubblico.
Alla ricca dotazione hardware ormai standard per questa tipologia di ricevitori sono state aggiunte soluzioni nuove quali la connessione WiFi (opzionale), un display frontale a colori, il sensewheel e molto altro ancora.

Alla destra del frontale troviamo due slot Common Interface e altri due per le card, abilitati alla lettura di qualsiasi tipo di carta,  con l’emulatore corretto: gli alloggiamenti per le CAM sono chiusi da un tappo in plastica, in dotazione, quando non sono utilizzati. Alla sinistra del frontale troviamo il vero fiore all’occhiello del ricevitore: lo schermo TFT da 2.2 pollici capace di visualizzare ben 65536 colori da 320×240 pixel e il sensewheel una  manopola sensibile al tatto che permette di navigare tra  le voci del menu luminosità, intensità e abilitazioni varie.
In questa versione definitiva si può notare la maggior cura anche al particolare estetico: i Led del sensewheel sono più piccoli e disposti in modo perfetto intorno alla ruota virtuale. Piacevoli i giochi di luce che si possono inventare quando il sistema è in stand-by.

La confezione di vendita, un’elegante scatola comprende il ricevitore, il manuale d’istruzione, un cavo HDMI e il telecomando, fortunatamente diverso da quello fornito nella prima versione dell’apparecchio.

Rispetto ai beta-box presentati in attesa della versione definitiva abbiamo riscontrato molti miglioramenti, segno di un lavoro di debug svolto anche con l’aiuto della comunità di Internet, alcune volte anche troppo critica nei confronti del produttore.

La robustezza meccanica del decoder Qbox HD è stata migliorata di molto grazie al nuovo chassis, e abbiamo riscontrato altre migliorie meccaniche nel frontale, specie nella parte che ospita il sensewheel che ora presenta dei Led più piccoli e con una centratura perfetta e simmetrica.

Il telecomando è stato sostituito, come accennato, da un’unità di dimensioni più generose e qualitativamente migliore come pure la scheda madre ha ricevuto le cure del caso: lo slot che ospita l’eventuale scheda di gestione WiFi, venduta a parte, è integrata sulla stessa motherboard.

I due tuner installati di base, DVB-S2 e DVB-T, sono a sviluppo verticale e questo lascia libero lo slot per il terzo tuner, cosa che non accadeva nel beta-box, causa l’utilizzo di stadi di sintonia sviluppati in orizzontale.

Un importante miglioramento è stato l’aver portato all’esterno del ricevitore, quindi facilmente accessibile dal retro, la penna USB contenente il filesystem del ricevitore: ciò permetterà, in futuro, di avere più memorie contenenti diversi
firmware intercambiabili con estrema facilità.

Oltre a quanto citato vogliamo ricordare interventi puramente estetici, quali il coperchietto frontale a copertura degli slot common interface quando non utilizzati, così come le chiusure in plastica dei tuner che conferiscono un’ottima stabilità meccanica al sistema. Insomma, dalla prima beta sono stati fatti importanti passi avanti in tutte le direzioni con migliorie meccaniche, elettroniche ed estetiche senza dimenticare il firmware di sistema, vero motore di un decoder Linux.

Innovazione tecnologica
Il Qbox HD è dotato di una connessione Ethernet via cavo ma anche e soprattutto di una connessione wireless opzionale, venduta separatamente che supporta lo standard 802.11n con una velocità di trasferimento di 300Mb/sec.

Altre innovazioni sono rappresentate dal display frontale, a colori e dal sensewheel, una simpatica ruota virtuale per navigare tra le voci del menu al semplice sfioramento, segnalando con alcuni Led posti ai lati la posizione attuale. Entrambi sono personalizzabili via firmware ai fini di avere un impatto visivo allineato con l’ambiente nel quale il ricevitore è utilizzato.

Ma questi sono solamente aspetti estetici a margine di un progetto che, come accennato, è molto futuristico e complicato da cozzare contro le oggettive difficoltà di realizzazione che ne hanno decretato il ritardo nella commercializzazione.
Il porting di Enigma2, sistema principe per i ricevitori Linux-embedded, è stata un’operazione molto difficoltosa e attualmente, nonostante le decine di firmware rilasciati, non è ancora del tutto finita.

Fortunatamente il sistema di aggiornamento del firmware messo a punto dagli sviluppatori della Duolabs rende questa operazione molto semplice anche per l’utente meno preparato a tali operazioni.

Il ricevitore impiega al suo interno due differenti memorie: una memoria NOR di 8 MB, delegata alle funzioni di boot e contenente il kernel del sistema operativo e una micro penna USB da 1 GB, in dotazione, contenente il filesystem.

Quando è necessario aggiornare il bootloader si utilizza il software Qbox-Updater e un personal computer ma, in caso di upgrade del file system, molto più frequente, basterà copiare il file relativo su di una penna USB, inserirla nel ricevitore e accenderlo: un’operazione semplicissima che vale sia per i firmware sia per ulteriori contenuti aggiuntivi quali add-on e plug-in, vero valore aggiunto dei ricevitori di questa categoria.

La semplicità di aggiornamento del decoder Qbox HD si avvale anche di un ulteriore strumento: i backup, che iniziano a popolare i siti Internet.
Per capire la loro importanza consideriamo di avere una nuova versione del firmware completa e non un semplice aggiornamento da installare.
Il suo caricamento cancellerà tutte le impostazioni precedenti e i contenuti aggiuntivi caricati costringendo l’utilizzatore ad una nuova operazione di aggiornamento dei setting e degli add-on.

La possibilità di eseguire il backup del filesystem permette, appunto, di generare file pronti all’installazione contenente non solo il firmware ma qualsiasi ulteriore contenuto: come al solito il lavoro di alcuni appassionati è messo a disposizione di tutti e si possono così trovare backup dell’ultima versione firmware comprensivi di settings, pannello EMU, skins e games.

Nello stesso tempo di caricamento s’installa sia il firmware sia i vari contenuti aggiuntivi che potranno poi essere cancellati o personalizzati dai menu del ricevitore, una vera e propria manna per gli appassionati.

Lo accendiamo?
La cosa migliore da fare, dopo aver acquistato l’apparecchio, è procedere all’installazione dell’ultima versione del firmware, sia bootloader sia file system.
Alla prima accensione dopo l’aggiornamento, il Qbox HD proporrà la scelta della lingua per poi permettere la sua configurazione o tramite un wizard con guida passo-passo o attraverso le normali procedure da eseguire con le voci proposte dai menu.
È abbastanza normale che chi sceglie un ricevitore come il Qbox HD non utilizzi alcun wizard ma preferisca “parametrizzare” il ricevitore in modo autonomo, e così facciamo anche noi.

Il primo passo da compiere è l’impostazione dei parametri relativi ai settaggi audio/video: il Qbox HD permette il settaggio indipendente delle varie uscite (Scart, HDMI, YPbPR).

L’uscita HDMI, teoricamente la più utilizzata con questo ricevitore, consente, tra l’altro, l’impostazione del modo di uscita (480p,576p,720p e 1080i) e del refresh rate adatti al Tv plasma/LCD utilizzato.

Una volta regolati i parametri relativi all’A/V possiamo sbizzarrirci con quelli relativi ai Led: possiamo decidere se questi debbano essere attivi o meno, sia in fase operativa sia in standby e, giocando con i valori delle impostazioni, inventarci il colore più gradito.

Quindi è la volta delle impostazioni relative al display, che si limitano alla luminosità nella fase operativa e di stand-by.
A questo punto ci occupiamo delle impostazioni più impegnative relative alla rete locale, sia essa wired o wireless: sfortunatamente nella versione firmware attuale se si utilizza una non si può utilizzare l’altra, a differenza del modello minore Qbox One che consente l’impiego contemporaneo delle due reti a patto che si assegni una classe di indirizzi diversa.
L’uso congiunto di due reti si presta ad installazioni avanzate e speriamo davvero che questa opzione sia inserita nelle versioni firmware future.

Il settaggio di una rete in un ricevitore Linux-embedded comporta l’inserimento dei parametri relativi ad IP, Gateway e DNS: una volta stabiliti e confermati il ricevitore attiverà la connessione.

A questo punto passiamo al settaggio dei tuner installati: per quanto riguarda quello DVB-S2 dall’appostito menu posiamo impostare un semplice monofeed, quindi un’antenna fissa dotata di un solo LNB, un multi feed pilotato con switch DiSEqC, una motorizzata con USALS oppure senza USALS, quindi con DiSEqC 1.2 .

Decisamente meno problematici i settaggi relativi al tuner DVB-T. Le uniche scelte da effettuare sono se abilitare o meno il tuner e lo stato dove viene installato il ricevitore stesso.

Il grosso del lavoro d’impostazione è stato fatto e possiamo quindi procedere con una scansione del satellite dall’apposito menu oppure, più semplicemente e con un migliore risultato, caricare dei setting preconfezionati adatti al nostro sistema utilizzando un settings editor per Enigma.

Ma c’è di più
Naturalmente quelle analizzate sono le impostazioni più importanti, ma la navigazione tra i menu del ricevitore farà scoprire moltissime altre “parametrizzazioni” possibili così come molte altre caratteristiche, quali il MediaPlayer per visualizzare contenuti multimediali da una semplice penna USB inserita in uno slot del ricevitore.

La navigazione tra i menu, a dire il vero ancora un po’ lenta in questa versione del firmware, permette di rendersi conto immediatamente della maggiore complessità di Enigma2 rispetto al suo predecessore: complessità che comunque non si ripercuote in maggiori difficoltà di utilizzo pur se, logicamente, si rende necessario un minimo di tempo per familiarizzare con le diversità.

Interessanti anche gli ampliamenti del sistema, quali il wireless e l’installazione di un hard disk esterno. Per quanto riguarda la connettività senza fili la scelta del produttore è stata di fornire separatamente il kit relativo.

Diverso il discorso dell’hard-disk, in quanto è presente una connessione e-Sata per il pilotaggio di dischi fissi esterni, così come è possibile utilizzare dischi esterni USB: siamo anche stati in grado, con le ultime versioni del firmware, di registrare su di una semplice penna USB, riconosciuta dal sistema operativo come HDU.

Segnaliamo anche una connessione Sata interna ma, verificata l’assenza di slitte per l’alloggiamento di un’unità magnetica e considerato il calore generato del ricevitore ci sentiamo di ipotizzare che la soluzione di un’installazione interna sia stata abbandonata.

Va altresì puntualizzato come l’installazione di unità disco interne su macchine di questo tipo sia quasi sempre una leggenda, nel senso che le case costruttrici ne segnalano la possibilità ma quasi sempre irrealizzabile nella pratica.

Come al solito abbiamo voluto testare  il ricevitore in abbinamento a un emulatore ottenendo ottimi risultati: i card-reader integrati, grazie all’emulatore, leggono qualsiasi tipo di carta rendendo il ricevitore compatibile con tutti i sistemi di codifica.

Non solo ma utilizzando un particolare emulatore anche le card relative al Digitale terrestre possono funzionare sul Qbox HD e ciò è senza dubbio un’ottima caratteristica derivante dal fatto che il ricevitore contiene la circuiteria delle Diablo-CAM, anche queste prodotte da Duolabs.

Con il caricamento del softcam panel, possiamo gestire varie tipologie di emulatori, scegliendo il migliore per il nostro abbonamento, sempre rimarcando quanto tale azione sia considerata illegale.

Interessante anche la dotazione di plug-in con un pratico player per i filmati YouTube: la gestione della ricerca e del download dei filmati è a cura del ricevitore, peccato che per il funzionamento degli stessi sia necessario configurare VLC-Server, famoso player free per ambienti Windows, su di un computer necessariamente acceso e connesso in rete con il Qbox HD.

Buona, infine, la veste grafica dell’OSD utilizzando skins alternativi, apprezzabile l’EPG anche se attendiamo qualche plug-in per la gestione settimanale dello stesso.

Progetto in costante evoluzione
Dai tempi del beta-box ad oggi parecchie cose sono cambiate: la complessità del progetto unito ai target di assoluta eccellenza che la Duolabs sembra essersi imposta, ha rallentato la commercializzazione del ricevitore ed è inutile nascondere che molto deve essere ancora fatto per il suo miglioramento.

Non è facile fare coesistere in un unico apparato funzioni multimediali, tre tuner, PVR, CAM e CAS ma la strada è quella giusta e lo sforzo del produttore, testimoniato dal continuo rilascio di versioni firmware finalizzate a correggere difetti e migliorare le prestazioni, ne è la prova più evidente.

Il ricevitore è costruito attorno ad un ottimo hardware e il supporto software da parte di sviluppatori esterni è destinato a crescere nel tempo, così come accade per la maggior parte dei ricevitori Linux-embedded, supporto che si affianca allo sforzo di debug della casa produttrice.

Il ricevitore soffre ancora di alcuni piccoli problemi di lentezza generale del sistema, e alcune funzioni che consideriamo basilari devono essere maggiormente stabilizzate, ma se il buon giorno si vede dal mattino siamo certi che, al pari del Qbox One, il risultato finale sarà all’altezza delle aspettative.

Collegamenti possibili
Da sinistra a destra ecco le prese F di entrata LNB e uscita verso un altro decoder in numero dipendente dai tuner installati: infatti si possono installare sino a tre tuner a scelta tra DVB-S2 e DVBT.

Troviamo, quindi tre porte USB2, delle quali una è dedicata alla penna USB in dotazione contenente il filesystem del ricevitore. Quindi la porta Ethernet per la connessione in rete, la presa seriale e la connessione e-Sata per l’hard disk esterno.

Proseguendo ancora verso destra troviamo la presa HDMI, le uscite audio/video RGB (Component) e le corrispondenti audio/video analogiche, 2 Scart e l’uscita audio digitale S/Pdif.

Chiudono la rassegna l’interruttore di rete e il corrispondente cavo di alimentazione. Nell’esemplare in nostro possesso sono presenti anche le tre antenne legate alla presenza del modulo Wi-Fi.

DATI TECNICI DICHIARATI
Ingressi antenna IF SAT: da 1 a 3 dipendente dalla configurazione
Uscite antenna IF SAT: da 1 a 3 dipendente dalla configurazione
Ingressi antenna terrestre: da 1 a 3 dipendente dalla configurazione
Uscite  antenna terrestre: da 1 a 3 dipendente dalla configurazione
Banda Operativa SAT: 950÷2150
Banda Operativa Terrestre: 178÷226 MHz (ch 5-12 VHF) 474÷858 MHz (ch 21-69 UHF)
Canali memorizzabili: dipendente S.O.
Modulazione: DVB-S, DVB-S2(QPSK-8PSK), DVB-T (QPSK-QAM)
Decodifica Video: Mpeg-2/Mpeg-4 AVC-H.264
Symbol Rate: Fino a 45 Msym/s (DVB-S)
Comando LNB / Motori: DiSEqC 1.0,1.1,1.2,1.3 USALS
Memoria Sdram / Flash: 192 RAM – 8 MB ROM – 1 GB USB Flash
CPU: STi7101
Sistema Operativo: Linux – Enigma2
Formati HDTV compatibili: 1080i,720p,480p,576p,480i,576i
Formati SDTV compatibili: 480i,576i
Connessioni Video: 2 Scart  (TV RGB Out, CVBS Out, VCR: RGB Out, CVBS Out), 3 Cinch (Component Out), 1 cinch (CVBS Out), 1 HDMI                       
Connessioni Audio: 2 Cinch / 2 Scart (analogico stereo Out), 1 SPDIF (digitale ottico), 1 HDMI
Presa RS232: D-Sub 9
Altre prese: USB 2.0 (2), RJ45 Ethernet, Connessione di rete WiFi, 802.11 b/g/N         
Modulatore RF: No
Teletext: Integrato
Altre funzioni: PVR Ready Via ESATA  e USB, Sensor wheel, TFT Display 2.2 inch, 16000 colori
Slot CAM CI: 2
CAM integrata: Programmabili con doppio lettore smart card
Alimentazione: 100-250 VAC 50/60 Hz
Consumo: 20 Watt
Dimensioni (LxAxP): 370x230x60 
Peso: circa 2,5 kg
Colore: Vari
Prezzo: Euro 479,00

DA SEGNALARE
+ Connettività
+ Display e sensewheel  innovativi
+ Connessione WiFi
+ Supporto HD eSATA/USB
+ Ricca dotazione
–  Blocchi sporadici
–  Cambio canale lento

Dati apparecchio in prova
Firmware ufficiale 1.0.0 Beta 27/07/2009

PER INFORMAZIONI
Duolabs
www.duolabs.com
39-0424-1951.000

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