Decoder Linux-embedded OptiBox EVO M7

In sintesi
Un ricevitore davvero divertente, e quando il divertimento diventa prevalente nel giudizio, significa che tutto il resto delle prove sono state brillantemente superate. Buona qualità dell’hardware, architettura di sistema stabile e ampiamente testata anche in altri produttori, doppio firmware con ambienti assolutamente separati affinché un problema su un SO non infici il funzionamento dell’altra partizione. L’apparecchio si è dimostrato veloce e preciso in tutte le funzioni indipendentemente dal sistema utilizzato, un prodotto che unisce la potenza di Enigma2 alla semplicità di Mara immagine che, escludendo la gestione settings, non fa rimpiangere Enigma. Un piccolo capolavoro specialmente se visto dal lato economico: 129 euro non sono molti se rapportati alle prestazioni offerte e alla flessibilità espresse. Doppio boot, quindi doppia modalità di funzionamento, ma univocità di giudizio finale: OptiBox Evo M7 è un ricevitore che nella sua categoria d’appartenenza, potrà ritagliarsi uno spazio molto importante tra i ricevitori Linux-based.

Dicembre 2013
Già in passato abbiamo avuto modo di testare decoder provvisti di doppio sistema operativo apprezzandone i vantaggi, specie se l’immagine considerata inferiore si rivela stabile ed efficiente tanto da non far rimpiangere il più collaudato Enigma. Molte volte, durante la prova sotto Mara, è capitato di dimenticare di riportate il boot su Enigma, proprio perché le prestazioni del ricevitore Evo non sembrano risentire del sistema utilizzato ma anzi – e non è un’eresia – in certe situazioni, ci siamo sentiti più a nostro agio con Mara.
OptiBox Evo M7 è un ricevitore entry-level con un prezzo allettante e prestazioni all’altezza di hardware ben più blasonati: il ricevitore è distribuito in una scatola di cartone colorato riportante, sul retro, una pratica e approfondita scheda tecnica del prodotto. Per quanto riguarda gli accessori presenti nell’imballo troviamo oltre all’alimentatore esterno a 12V e al telecomando con relative pile anche un cavo HDMI. Non manca un manualetto di istruzioni bilingue, pur se poco utilizzato in questo genere di prodotti.
Impellente come non mai, vista la presenza contemporanea dei due sistemi operativi, l’aggiornamento del firmware in modo da poter usufruire delle ultime versioni di Enigma e Mara. Il doppio boot è realizzato, al pari di altri ricevitori, via hardware. La memoria contenente le immagini caricate sono separate: questa scelta progettuale, contrapposta all’emulazione software del boot realizzata in Enigma con alcuni plugin, offre una completa indipendenza ai due ambienti, peculiarità indispensabile per poter liberamente sperimentare senza il timore di blocchi. Dopo aver aggiornato i sistemi (vedi box Dual Boot  e aggiornamento firmware), abbiamo proceduto come se stessimo testando due ricevitori distinti, proprio per evidenziare i punti deboli e i fiori all’occhiello dei due sistemi operativi presenti.

Enigma, ambiente rassicurante
La scelta delle immagini per il ricevitore in prova è piuttosto ampia perché basata sul progetto Open: OpenPli, Open ATV, Open SIF, Open HDF e Persian Empire sono solo alcune delle immagini disponibili, tra queste la nostra scelta è caduta su OpenPli, esclusivamente perché dovrebbe rappresentare la base comune, ossia l’immagine da cui sono derivate le altre. Come consuetudine per tutte le immagini Enigma-based, dopo il caricamento possiamo scegliere se usufruire del wizard, cioè la procedura guidata, oppure procedere manualmente: il risultato finale è lo stesso e comporta l’impostazione dei parametri di base necessari per il buon funzionamento del ricevitore. La scelta dell’uno o dell’altro metodo operativo dipende dall’esperienza dell’utente. Se siete alle prime armi lasciatevi pure guidare dal wizard, in caso contrario non è necessario dare consigli perché un utente smaliziato tende già di sua iniziativa verso procedure personalizzate per la gestione dei ricevitori Linux-based.
Le versioni Enigma basate sul progetto Open sono sempre molto stabili anche se piuttosto spartane, come si può notare dalle foto dei vari menu. Nonostante ciò, grazie al repository, è possibile aggiungere contenuti supplementari a volontà, anche se per un uso normale bastano quasi sempre i settings e un emulatore. Per verificare l’espandibilità del sistema abbiamo installato un tuner DTT via USB e i risultati sono stati soddisfacenti: nonostante la OpenPli non abbia riconosciuto in automatico il device installato per il suo funzionamento, è bastato installare i driver relativi al chipset del tuner, scaricandoli dal pannello Addon alla voce Drivers. L’aggiunta della possibilità di ricevere i canali DTT aumenta notevolmente le potenzialità del sistema e ciò è ottenuto con una spesa relativamente bassa, alla portata di tutte le tasche. 

PER INFORMAZIONI
www.plugandplay.it/

Vuoi scaricare gratuitamente il test in formato pdf:
http:///01NET/Photo_Library/1121/eur251_optobox_pdf.pdf

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