Non è ancora uscita ma ha già la sua voce essenziale su Wikipedia e un numero incalcolabile di citazioni la serie Sky Original in sei episodi di circa 40’ Speravo de morì prima, imperniata sull’ultimo anno e mezzo di carriera di Francesco Totti, calciatore di punta e capitano per antonomasia della AS Roma.

A pochi giorni dal debutto, fissato per venerdì 19 marzo alle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su Now Tv, il biopic sportivo, inconsueto se non inedito nel panorama italiano, è stato presentato simbolicamente in uno Stadio Olimpico popolato solo da una rappresentanza del cast, capitanato è il caso di dirlo, dal protagonista Pietro Castellitto, figlio d’arte e Totti nella fiction, e dai vertici della produzione.

Stessa location, ma in assenza di pubblico (surrogato virtualmente da un centinaio di giornalisti collegati via Zoom), dello struggente commiato di un campione amatissimo, fedele per 27 anni alla stessa maglia, andato in scena il 28 maggio 2017 al termine di Roma-Genoa, ultima partita disputata dal campione.

Il cast e i produttori di “Speravo de morì prima” durante la conferenza stampa all’Olimpico

In un momento storico, caratterizzato dal Covid, in cui il calcio giocato non può logicamente dispensare tante emozioni, il ritorno in campo, anche se per interposta persona, di un eroe popolare come Francesco Totti, ha il sapore di una rivincita per gli innumerevoli tifosi-abbonati, non solo romanisti.

Ma la scommessa, naturalmente, è quella di acchiappare un pubblico più vasto e trasversale, «interessato soprattutto ai risvolti umani, psicologici e familiari, di un fuoriclasse costretto a negoziare con l’età il proprio ritiro», come sottolineano a più riprese, Nicola Maccanico, EVP Programming di Sky Italia, Mario Gianani, Ceo di Wildside, gruppo Fremantle e Virginia Valsecchi, fondatrice di Capri Entertainment.

La fiction, godibile anche in 4K HDR con Sky Q satellite, è stata girata in 14 settimane, da metà luglio a fine ottobre 2020. «Siamo stati i primi a ripartire in Italia e non abbiamo avuto nemmeno un caso di positività, grazie al rispetto scrupoloso di tutte le misure previste dal protocollo anti-Covid.  Abbiamo gestito i talent in camper separati e realizzato in sicurezza anche le scene collettive, per cui tutti, attori e figuranti, erano stati precedentemente sottoposti ai controlli», risponde alla domanda di 01smartlife il regista Luca Ribuoli.

Spalletti-Tognazzi e Totti-Castellitto in una scena emblematica del loro conflitto

La serie, prodotta con il viatico del leggendario numero 10, e largamente ispirata alla sua autobiografia “Un capitano”, scritta in collaborazione con Paolo Condò (Rizzoli, 2018), schiera un cast di prim’ordine.

Accanto all’ottimo Castellitto, di scarsa abilità calcistica ma di provata fede romanista (in conferenza stampa ha squadernato un diario dei suoi nove anni in cui dichiarava che “il calcio non è calcio se Totti non c’è”), perfetto nel ruolo dell’eroe suo malgrado, autoironico e trasognato, a interpretare la moglie-musa di Totti, Ilary Blasi, c’è Greta Scarano, consapevole della difficoltà di portare sullo schermo la complicità di una relazione lunga e piena di risvolti “pubblici”, consacrati dai tanti siparietti elargiti ai social dall’inossidabile coppia. E nei panni dei genitori, fondamentali nella formazione del capitano, Monica Guerritore, che interpreta l’indomita Fiorella, e Giorgio Colangeli, che incarna la figura schiva ma sempre presente del padre Enzo, mancato qualche mese fa.

E poi naturalmente c’è il personaggio dell’ex allenatore Luciano Spalletti, il grande antagonista: sulla palese rivalità con Totti durante il suo secondo mandato alla Roma si gioca buona parte del pathos di Speravo de morì prima (titolo assai efficace, il cui copyright andrebbe riconosciuto all’estensore del fantastico striscione esposto all’Olimpico il giorno del commiato).

Azzeccata anche in questo caso la scelta dell’interprete Gian Marco Tognazzi, sufficientemente spietato nel tarpare le ali a un grande e longevo giocatore che non vorrebbe mai dover scrivere il proprio epitaffio.

Speravo de morì prima: i trailer in anteprima

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