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Televisore nuovo? Ecco come sceglierlo

Lo switch-off DVB-T2 HEVC ormai alle porte, gli eventi sportivi del 2024 (come gli Europei di calcio e le Olimpiadi), le moderne tecnologie audio/video e le funzioni intelligenti sono tutti validi motivi per rottamare il vecchio televisore e acquistarne uno Smart nuovo di zecca. Come orientarsi tra le centinaia di modelli in vendita se non si conoscono le tecnologie e le dotazioni più importanti che “fanno la differenza”? Ecco tutte le spiegazioni nella prima parte della nostra guida.

A pochi mesi dall’arrivo del tanto atteso switch-off che porterà ai standard DVB-T2/HEVC e dei grandi appuntamenti sportivi del 2024 come gli Europei di calcio e le Olimpiadi di Parigi, molti di voi stanno valutando di rottamare il vecchio televisore e di comprare uno Smart TV nuovo di zecca.

In alcuni casi si tratta di una rottamazione obbligata perché il vecchio Tv non è compatibile al 100% con le future trasmissioni T2/HEVC, in altri di un upgrade per migliorare la qualità delle immagini (es.: dal Full HD al 4K o dall’LCD di vecchia generazione ai nuovi Mini LED, OLED o QD-OLED), dei suoni (es.: Dolby Atmos) oppure per aggiungere nuove funzionalità intelligenti (app, assistenti vocali, ecc.).

Cambi televisore? Occhio alle caratteristiche

Indipendentemente che la sostituzione venga fatta per incompatibilità, obsolescenza o semplice sfizio, è necessario prestare molta attenzione alle caratteristiche e alle dotazioni del nuovo televisore, senza farsi trascinare dalle offerte “last-minute” o ingannare dagli annunci pubblicitari.

Se, da una parte, c’è chi trascorre intere giornate nei megastore di elettronica ad osservare i vari modelli, a chiedere consigli ai commessi e informarsi su internet, dall’altra ci sono migliaia di utenti che si lasciano ammaliare dal prezzo senza sapere (ne chiedersi) se quel determinato modello ha tutti i requisiti necessari per soddisfare le proprie esigenze.

Nonostante l’intervallo di sostituzione del televisore si sia ridotto parecchio rispetto al passato (circa 7 anni) e che eventuali errori di acquisto si possano sempre correggere al “turno successivo”, sarebbe comunque un peccato sprecare qualche centinaia o migliaia di euro per un televisore che dovesse poi rivelarsi esagerato o, peggio, inadeguato.

Per tutti questi motivi abbiamo preparato per voi una guida divisa in tre parti (questa è la prima) che spiega, in modo rapido e comprensibile, quali sono le principali funzionalità, dotazioni e tecnologie “chiave” degli Smart TV di nuova generazione, come funzionano, quali vantaggi (e svantaggi) comportano, quando sono superflue oppure indispensabili.

In questa prima parte ci concentriamo sul sintonizzatore terrestre, la risoluzione degli schermi (HD, Full HD e 4K), le tecnologie impiegate (LCD Led, QLED, OLED, QD-OLED e Mini LED) e sui sistemi di retroilluminazione che giocano un ruolo decisivo nella qualità delle immagini.

Nelle prossime due puntate ci dedicheremo invece ad altre caratteristiche e dotazioni come i processori video, l’HDR, le performance audio, le funzioni gaming, le piattaforme Smart Tv, le funzionalità intelligenti come i comandi vocali (Alexa, Google, ecc.) e la connettività HDMI.

Tuner T2 HEVC Main 10, vediamoci chiaro

Per quanto riguarda il sintonizzatore terrestre è necessario fare un po’ di chiarezza. Tutti i televisori in vendita dal 22 dicembre 2018 devono obbligatoriamente ricevere almeno le trasmissioni in formato DVB-T, DVB-T2, MPEG-4 e HEVC Main 10, ovvero gli standard attuali e futuri (dal 2024).

Solo i modelli più recenti (indicativamente dal 2021-2022 in poi) supportano anche i livelli più avanzati del profilo Main 10 come l’L5.1 (livello 5.1) attualmente in fase di test da parte di Rai Sport HD sul canale LCN 558.

È quasi certo che gli Smart TV delle gamme 2022-2023 siano compatibili con il profilo Main 10@L5.1 ma è sempre meglio verificarlo prima dell’acquisto (o subito dopo averlo portato a casa e collegato) sintonizzando il canale 558. Non abbiamo ancora la certezza se e quando il livello 5.1 verrà adottato dai broadcaster italiani ma è sempre meglio che il nuovo televisore sia il più possibile aggiornato ai nuovi standard di trasmissione.

Risoluzione dello schermo: HD, FHD o UHD 4K

La quasi totalità degli Smart TV di dimensioni medio-grandi e grandi, indicativamente dai 43 pollici in su, hanno uno schermo con risoluzione Ultra HD 4K (3840×2160 pixel – punti visualizzabili dallo schermo).

Il numero di pixel di un televisore 4K è addirittura superiore a quello delle immagini trasmesse sul digitale terrestre in formato SD (720×576 oppure 1024×576 pixel), HD (1366×768 o 1280×720 pixel) o Full HD (1920×1080 pixel).

Stesso discorso per le trasmissioni satellitari HD/FHD, i contenuti in streaming trasmessi da Amazon Prime Video, Netflix, Disney+, Paramount+, Apple TV+, DAZN, RaiPlay e altre piattaforme on demand/IPTV.

Per sfruttare al meglio la risoluzione 4K è necessario ricorrere ai servizi in streaming che propongono contenuti in formato Ultra HD (Prime Video, Netflix, Disney+, Apple TV+ e altri) oppure ai canali satellitari come Rai 4K (su tivùsat e in streaming HbbTV). Inoltre bisogna rispettare la distanza di visione (meno di 1 metro per un 43” o 1,5 metri per un 55”).

Credit: Starico

Gli Smart TV “compatti” (tra i 22 e i 40 pollici) hanno invece uno schermo HD, Full HD (consigliato) o, raramente, Ultra HD. Nei tagli più piccoli (22-26 pollici) la differenza tra HD e Full HD è percettibile solo a distanza ravvicinata (meno di 1 metro) mentre in quelli leggermente più grandi (32”) anche a fino a 1,5 metri.

Oltre questa distanza le differenze si annullano ed i dettagli delle immagini si equivalgono. In sostanza, se state cercando un televisore per la cucina e la distanza di visione è superiore a 1,5 metri ha poca importanza che sia HD o Full HD. Per ulteriori dettagli sulla risoluzione e la qualità delle immagini vi rimandiamo a questo articolo di approfondimento.

Tecnologia schermo: LCD, QLED, OLED, QD-OLED e MicroLED

Gli Smart TV di ultima generazione montano schermi con tecnologie, prestazioni e costi molto differenti tra loro. La stragrande maggioranza utilizza pannelli di tipo LCD, acronimo di “Liquid Crystal Display” (display a cristalli liquidi).

Smart TV Samsung Crystal UHD con schermo LCD

Pur essendo una tecnologia nata negli anni ’80 è stata via via perfezionata con soluzioni che hanno permesso di mitigare ed a volte eliminare i difetti congeniti come la scarsa qualità dei colori, una luminosità ed un contrasto limitati.

I display LCD di livello “base” vengono montati su tutti i televisori di piccole dimensioni (fino a 49-50 pollici) e sui modelli di fascia medio-bassa dei polliciaggi più grandi (da 50” a 75” e oltre).

Offrono buone prestazioni, solitamente proporzionali al costo del Tv e alle dimensioni del pannello per via dei differenti metodi di produzione e selezione, e permettono di contenere il prezzo finale del televisore senza pregiudicare la visione di contenuti in HD, Full HD e Ultra HD.

Gli schermi LCD di livello “premium” adottano lo stesso principio di funzionamento degli LCD “standard” ma utilizzano soluzioni e componenti aggiuntivi come i nanocristalli (Quantum Dot) che generano colori più precisi e saturi ampliandone la gamma (Gamut), il volume di colore (cioè la profondità di colore in rapporto alla luminosità) e la brillantezza.

Credit: Samsung

I display LCD con Quantum Dot hanno svariate denominazioni commerciali (NanoCell/QNED per LG, QLED per Samsung ed altri, ecc.) e garantiscono immagini di qualità superiore ma a costi inferiori rispetto alle tecnologie premium come OLED e QD-OLED.

Smart TV Hisense 55E78HQ con schermo QLED 4K da 55” di fascia economica (meno di 500 euro)

I QLED sono particolarmente indicati per gli appassionati di cinema, serie Tv e documentari che amano vedere contenuti di alta qualità in streaming (Netflix, Amazon Prime Video), sui canali satellitari (es.: Sky Q, tivùsat, ecc.) e con le console videogiochi. Se non siete tra costoro e vi accontentate di vedere film, documentari ed altri contenuti trasmessi via satellite o sul digitale terrestre potete rinunciare ai Quantum Dot e risparmiare qualche decina (o centinaio) di euro comprando un normale Smart TV LCD “base”.

Salendo di livello (in termini di qualità delle immagini) troviamo gli Smart TV con schermo OLED, acronimo di “Organic Light Emitting Diode”.

Credit: Samsung

Il display OLED sfrutta speciali materiali organici che emettono luce quando vengono “eccitati” da una corrente elettrica proprio come nei vecchi Tv al Plasma e a tubo catodico.

Il grande vantaggio dell’OLED rispetto all’LCD (sia standard che premium) sta nel meccanismo di generazione della luce. Mentre i cristalli dell’LCD regolano il passaggio della luce della retroilluminazione attraverso un filtro di punti rossi, verdi e blu (RGB) o tramite i Quantum Dot, così da generare i colori, l’OLED è dotato di pixel autoilluminanti che forniscono direttamente la luce successivamente colorata sempre attraverso i filtri.

Smart TV Panasonic MZ2000 con schermo OLED

Il punto di forza degli OLED è il contrasto: quando i pixel autoilluminanti sono spenti, il nero è “veramente nero” e non grigio come negli LCD. Inoltre il controllo della luce avviene su ogni singolo pixel e non sull’intero schermo o per singole zone (vedi sotto “retroilluminazione”).

Negli ultimi due anni la tecnologia OLED ha compiuto passi da gigante nella produzione di immagini di altissima qualità, non solo in termini di luminosità e contrasto ma soprattutto di colore. Il merito è soprattutto di Samsung e dei suoi nuovi schermi QD-OLED (acronimo di “Quantum Dot – OLED”).

Struttura di uno schermo QD-OLED (credit: Samsung)

Mentre i tradizionali pannelli OLED (come i WRGB di LG) emettono luce bianca che viene poi colorata dai filtri RGB, nei QD-OLED è originariamente blu. Per ottenere gli altri due colori si utilizzano nanocristalli verdi e rossi (i Quantum Dot già visti sopra) integrati negli emettitori organici OLED.

I nanocristalli permettono di ottenere una maggior luminosità (uno dei pochi talloni di Achille degli OLED tradizionali) ma soprattutto colori più saturi e profondi per coprire spazi colore più ampi (es.: 100% del DCI-P3 e 90% del BT.2020) così da garantire un’esperienza di visione molto più dinamica e reale.

Smart TV Samsung S95C con pannello Quantum Dot OLED

I QD-OLED offrono al momento la miglior qualità video possibile nei televisori (e non solo) ma all’orizzonte c’è già un temibile concorrente: lo schermo MicroLed (da non confondere con il “Mini LED” utilizzato come retroilluminazione – vedi sotto).

I pannelli MicroLED (chiamati anche µLED, True µLED, QµLED e MμLED) emettono luce colorata come gli OLED ma senza bisogno di filtri né di retroilluminazione (vedi sotto). Al posto dei materiali organici degli OLED/QD-OLED utilizzano diodi led microscopici verdi, rossi e blu capaci di generare molta più luce, colori stabili e un nero assoluto (quando i led sono spenti).

Credit: Samsung

I vantaggi di questa tecnologia sono molteplici ed evidenti (qualità video eccezionale, colori saturi, nero perfetto, tempi di risposta bassissimi, elevata frequenza di aggiornamento, ecc.) ma i prezzi sono proibitivi e lo saranno per molti anni ancora.

Lo schermo MicroLED Samsung da 100” lanciato nel 2022 sul mercato cinese costava 100mila dollari (93mila euro circa) ma tra questo e il prossimo anno dovrebbero arrivare (anche in Europa) i tagli più piccoli da 50 e 63 pollici a prezzi (si spera) più umani.

Sistema di retroilluminazione: Led Edge, Full Array, Local Dimming e Mini LED

 Tutti i pannelli a cristalli liquidi (LCD) presenti su Tv, smartphone, tablet e altri dispositivi elettronici funzionano grazie a led bianchi posizionati dietro al pannello oppure ai lati.

Nei televisori di piccole dimensioni ed in quelli grandi di fascia medio-bassa, la retroilluminazione viene generata da una o più strisce di led posizionate lungo i bordi del pannello LCD (sistema Edge Led).

Queste strisce generano una luce costante la cui intensità viene regolata attraverso le impostazioni video (luminosità e/o retroilluminazione) del menu OSD. Si tratta di una soluzione semplice ed a basso costo che però influisce negativamente sulla qualità video, in particolare sul contrasto (non elevato), sul livello del nero e nelle scene più scure quando la stanza è buia.

I cristalli liquidi non riescono infatti a bloccare totalmente la luce emessa dai led della retroilluminazione (il nero appare come un grigio scuro) mentre le guide ottiche che distribuiscono la luce dei led faticano a coprire l’intera superficie dello schermo con la stessa uniformità.

Il sistema di retroilluminazione Full Array, sempre basato su led ma questa volta posizionati “a tappeto” dietro al pannello LCD (e non sui lati), migliora l’uniformità e la potenza a tutto vantaggio della luminosità.

Questo tappeto di led non è però in grado di risolvere il problema della luce spuria che trapela dai cristalli liquidi. Per risolverlo, almeno parzialmente, alcuni schermi LCD sono dotati della funzione Local Dimming che comanda la retroilluminazione per singole zone e non a tutto schermo (fissa) utilizzando come riferimento le aree chiare e scure dell’immagine televisiva (cioè in modo dinamico).

Credit: Hisense

Il Local Dimming si applica sia ai sistemi Edge Led, dove però la sua efficacia è limitata, sia ai Full Array dove invece esprime tutto il suo potenziale. In quest’ultimo caso il termine tecnico esatto del sistema di retroilluminazione è “Full Array Local Dimming” (FALD).

Più elevato è il numero di zone controllabili singolarmente, più efficace sarà la modulazione della luce per ottenere neri più profondi e bianchi più brillanti, ovvero un contrasto ottimale delle immagini, con l’ulteriore vantaggio di minimizzare gli aloni di luce nelle scene buie.

Gli Smart TV con retroilluminazione FALD “base” hanno prestazioni modeste ma comunque superiori a quelle degli LCD con retroilluminazione fissa. Quelli con FALD “premium” con alcune migliaia di led e centinaia di zone si trovano quasi esclusivamente nella fascia “premium” (tipicamente oltre i 1000-1500 euro).

Il “next step” degli schermi LCD FALD si chiama “Mini LED” ed è una tecnologia di retroilluminazione adottata negli Smart TV di fascia media e alta di LG (gamma QNED), Samsung (Neo QLED), Philips, TCL e Hisense.

Credit: LG

Gli schermi Mini LED utilizzano migliaia di led microscopici (fino a 5-6 volte in più rispetto ai led FALD) raggruppati in un maggior numero di zone che migliorano la luminosità (soprattutto l’uniformità nelle scene buie) e il contrasto delle immagini riducendo parecchio il fastidioso “effetto alone” dei FALD tradizionali.

Un ulteriore strato di nanocristalli (Quantum Dot) posizionato tra il tappeto di mini-led e il pannello LCD migliora anche la resa cromatica e la saturazione negli spazi colore più ampi.

Smart TV TCL C93 con pannello LCD Mini LED da 65-75 pollici

Gli Smart TV LCD Mini LED rappresentano la scelta ideale per chi ricerca una qualità video “quasi top” ma non può (o non vuole) spendere migliaia di euro per un televisore OLED o QD-OLED.

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