Quattordici domande (e risposte) sui videoproiettori Home Cinema per trasformare il salotto in una sala cinematografica. Come funzionano? Quali sono le migliori tecnologie e le dotazioni più utili? Come si collegano? Quando dura la lampada? Avete qualche ulteriore dubbio? Leggete il nostro articolo di approfondimento sui videoproiettori oppure scriveteci e i nostri esperti vi risponderanno.
Come è fatto un videoproiettore? Come fa a proiettare le immagini?
Un videoproiettore è composto da alcuni elementi principali come la sorgente luminosa (lampada, led, laser, ecc. – vedi sotto), il modulo di generazione dell’immagine (LCD o DMD – vedi sotto), la ruota colore (se necessaria), il gruppo ottico (lenti), i circuiti video, controllo, alimentazione e il pannello connessioni.

Semplificando al massimo, il processo di proiezione si svolge puntando la sorgente luminosa sul (o attraverso il) modulo video e poi attraverso il gruppo ottico che ingrandisce e mette a fuoco le immagini proiettate su un telo, muro, ecc.
Cosa si utilizza come sorgente luminosa?
Esistono varie soluzioni per generare la luce necessaria ad illuminare il modulo video e creare le immagini da proiettare. La soluzione più tradizionale si basa su lampade a scarica di gas (UHP), ormai in fase di declino, che producono migliaia di lumen e consumano fino a 300-400 watt.

Le nuove tecnologie di illuminazione si basano invece sui led ad altissima luminosità, principalmente bianchi a basso consumo e calore, e sui sistemi laser. Questi ultimi non producono direttamente la luce bianca o colorata da inviare al modulo video ma la si ottiene dai pannelli ricoperti di fosforo che generano la luce se colpiti dai raggi laser.

E per generare le immagini?
Le due principali tecnologie impiegate nella videoproiezione domestica (Home Cinema) e professionale (didattica, business, museale, ecc.) sono l’LCD (ovvero i tradizionali cristalli liquidi) e il DLP (basato su microspecchi).
La tecnologia 3LCD, cavallo di battaglia dell’azienda giapponese Epson, prevede l’utilizzo di specchi dicroici che separano la luce bianca in flussi di luce rossa, verde e blu.

Ognuno dei tre flussi di luce passa attraverso il proprio pannello LCD monocromatico per creare le componenti rosse, verdi e blu dell’immagine, poi ricombinate da un prisma dicroico prima della proiezione così da formare un’unica immagine a colori.
La tecnologia DLP messa a punto da Texas Instruments utilizza invece uno o tre moduli chiamato DMD (Digital Micromirror Device) con centinaia di migliaia di specchi microscopici perfettamente sincronizzati che riflettono la luce per generare l’immagine da proiettare.

Esiste poi una terza tecnologia, poco diffusa in ambito domestico e chiamata LCoS (Liquid Crystal on Silicon), che sfrutta sempre il principio della riflessione (come nel DLP) di una matrice LCD singola o tripla montata su un substrato di silicone metallizzato. Viene utilizzata da vari produttori come Canon (LCoS), Sony (SXRD) e JVC (D-ILA) per ottenere neri più intensi, immagini brillanti e dettagliate senza l’effetto arcobaleno (vedi sotto) del DLP.
Cos’è la ruota colore?
Come visto sopra, la tecnologia DLP utilizza microspecchi che riflettono la luce per generare le immagini. Per generare immagini colorate nei sistemi DLP a 1 solo chip è necessario che la luce bianca venga “colorata” da una ruota colore composta da vari segmenti (rosso, verde, blu, bianco, ecc.) che gira ad altissima velocità per creare un flusso luminoso colorato.
Meglio DLP o 3LCD?
La tecnologia 3LCD si distingue per la qualità, la brillantezza e la fedeltà dei colori: i valori di CLO (Color Light Output) e WLO (White Light Output) risultano elevati e di fondamentale importanza per ottenere immagini di alta qualità.
La tecnologia DLP, tuttavia, genera immagini ancora più brillanti, sature (colori più vivi) e contrastate rispetto al 3LCD ma con alcuni piccoli difetti come l’effetto arcobaleno (rainbow) che si manifesta in alcune scene e viene percepito solo dai soggetti più sensibili.
Con queste premesse è difficile stabilire quale delle due tecnologie offre le migliori prestazioni: molto dipende dal tipo di contenuto proiettato, dalla qualità del modulo di proiezione, dalla segmentazione e velocità della ruota colore, dai gusti personali, ecc.
Quanto dura la lampada di un videoproiettore? E i led/laser?
La lampada UHP di un videoproiettore tradizionale ha una durata di circa 2000 ore che possono crescere fino a 3000-4000 se si imposta la modalità a basso consumo (e bassa luminosità). Quando la lampada si guasta o la luce prodotta diventa insufficiente è possibile sostituirla in pochi minuti con una spesa indicativa che varia tra i 70 e i 200 euro.
I sistemi a led e laser durano fino a 20.000 ore (ovvero 14 anni con 4 ore di uso quotidiano) ma, in caso di guasto, possono essere sostituiti solo dal personale qualificato dei centri di assistenza tecnica (no fai-da-te).
Come è fatto il gruppo ottico? A cosa serve?
Il gruppo ottico di un videoproiettore è composto da varie lenti che servono a ingrandire e focalizzare il flusso luminoso ricevuto dal modulo video così da proiettare le immagini sullo schermo.
Le regolazioni di ingrandimento (zoom) e messa a fuoco possono essere di tipo meccanico (basta ruotare le apposite ghiere) oppure elettrico (motorino comandato dal telecomando), manuale oppure automatico.

Il fattore di ingrandimento e la distanza minima-massima di messa a fuoco variano a seconda del modello e rappresentano un elemento importante da considerare attentamente prima dell’acquisto.
Per non commettere errori e trovarsi con un videoproiettore inadatto per il salotto o la taverna, i principali produttori offrono strumenti di calcolo come questo o questo che aiutano l’utente a capire quali sono i modelli più adatti in base alle dimensioni della stanza e dello schermo, della posizione del proiettore, ecc.

Quanto è grande l’immagine proiettata?
Quasi tutti i videoproiettori possono generare immagini fino a 200-300 pollici compatibilmente con le caratteristiche del gruppo ottico (vedi sopra), della distanza proiettore-schermo, della luminosità ambientale, ecc.
Nella stragrande maggioranza dei casi sono sufficienti immagini da 100-150 pollici per ottenere un “effetto cinema” che coinvolge lo spettatore molto più di un normale televisore di grandi dimensioni (es.: 75-85 pollici).

È bene inoltre tenere presente che al crescere della distanza di proiezione aumenta anche la dispersione luminosa e la necessità di oscurare sempre di più l’ambiente (o scegliere videoproiettori più luminosi) per mantenere la stessa brillantezza delle immagini.
Esistono videoproiettori 4K?
Certamente. Tutti i videoproiettori, anche quelli più economici, proiettano immagini con risoluzione minima HD (1280×720 oppure 1366×768 pixel) o Full HD (1920×1080 pixel).
Sempre più modelli, anche di fascia medio-bassa (sotto i 1000 euro), supportano anche il formato Ultra HD 4K (3840×2160 pixel) grazie anche ad un sofisticato meccanismo di spostamento dei pixel (tecnologie e-shift in LCD/LCoS e XPR in DLP).


Questi videoproiettori utilizzano in realtà moduli video Full HD ma, grazie allo spostamento dei pixel in senso diagonale o a rotazione possono generare due immagini alternativamente (per ben 120/240 volte al secondo) così da quadruplicare la densità dei pixel e far percepire allo spettatore un’immagine singola in formato Ultra HD 4K.
I videoproiettori hanno il sintonizzatore terrestre/satellitare integrato come i Tv?
No. Un videoproiettore è paragonabile ad un monitor che riceve i segnali video da sorgenti esterne (decoder SAT/DTT, console videogiochi, chiavetta/box Android, Fire TV Stick, PC, ecc.) e li proietta.
Per questo scopo tutti i videoproiettori sono dotati di uno o più ingressi HDMI o di altro tipo (es.: VGA, DVI, ecc.).
E gli altoparlanti?
Solo pochi videoproiettori Home Cinema, principalmente quelli portabili, includono uno o più altoparlanti.

Per garantire prestazioni audio allineate a quelle video (cioè di alto livello) è quindi necessario utilizzare soundbar oppure a sistemi audio Home Theater esterni.
Dove va posizionato il videoproiettore?
Tutti i videoproiettori si possono appoggiare su un ripiano (tavolino, mensola, mobile, pavimento, ecc.) oppure fissare a soffitto in caso di installazione permanente.

La scelta del posizionamento ideale richiede un’attenta analisi delle caratteristiche del gruppo ottico (es.: fattore di zoom) come spiegato sopra.
Posso proiettare le immagini direttamente sul muro oppure è meglio utilizzare un telo?
Un muro bianco (no colorato) e perfettamente liscio è già sufficiente per ottenere immagini di buona qualità quando il videoproiettore viene utilizzato solo saltuariamente.
Per installazioni fisse e immagini di alta qualità è preferibile installare uno schermo fisso oppure un telo da proiezione da fissare a parete oppure a soffitto, meglio se motorizzato a scomparsa come le tende da sole.

Ho sentito parlare dei videoproiettori “smart”: come funzionano?
Gli Smart Projector sono proiettori tradizionali (spesso compatti) che integrano il sistema operativo Android TV o Google TV per accedere a migliaia di applicazioni e contenuti (video, audio, giochi, ecc.) senza bisogno di collegare decoder, chiavette HDMI, PC ed altri apparecchi esterni.

Supportano anche il mirroring da smartphone, tablet e PC, le app e gli stessi servizi delle Smart Tv (Netflix, DAZN, Prime Video, Disney+, Apple TV+, RaiPlay, ecc.), gli assistenti vocali (Alexa, Google, ecc.) e molto altro. Per scoprire come sono fatti, come funzionano e quali sono i migliori proiettori smart da acquistare clicca qui.