Dodici domande (e risposte) sulla manutenzione delle antenne terrestri per mantenerle sempre efficienti, sicure e garantire una perfetta ricezione dei segnali. Ogni quanto tempo va fatta? Cosa bisogna controllare? Avete qualche ulteriore dubbio? Scriveteci e i nostri esperti vi risponderanno.
Perché è importante fare la manutenzione ordinaria delle antenne?
Alcuni elementi delle antenne terrestri, soprattutto quelli in plastica, tendono a degradarsi rapidamente se sottoposti a condizioni atmosferiche avverse come gelo e caldo intenso, raggi UV ed elevata intensità, salsedine, forte umidità, vento, grandine, ecc.
Anche gli elementi in alluminio e il dipolo tendono ad ossidarsi compromettendo la cattura dei segnali e quindi la corretta ricezione dei canali radiotelevisivi.
Senza contare poi l’effetto del vento e della grandine sul corretto orientamento delle antenne e sui singoli elementi.
Se le antenne terrestri vengono sottoposte a controlli regolari e minuziosi la ricezione televisiva si mantiene perfetta e i rischi di distacco e caduta (con ripercussioni sulla sicurezza di cose e persone) si riducono fortemente.
Ogni quanto tempo va fatta la manutenzione?
Dipende dal luogo e dal posizionamento delle antenne. Nelle zone a basso tasso d’inquinamento, lontane dal mare e poco ventose, è consigliabile effettuare i controlli ogni 3-4 anni.
Se invece le antenne si trovano in luoghi vicino al mare (la salsedine è altamente corrosiva) e in zone con forti venti ed escursioni termiche (notte/giorno, estate/inverno) è meglio controllarle più frequentemente, ad esempio 2-3 anni.
Posso fare io la manutenzione oppure devo chiamare l’antennista?
Dipende da molti fattori come la tipologia di abitazione, la conformazione del tetto, ecc. Nel caso delle antenne condominiali la manutenzione va affidata ad un antennista professionista incaricato dall’amministratore su richiesta dei condomini. Stesso discorso per le antenne singole, ad esempio quella di vostra proprietà esclusiva, posizionate su tetti pericolosi per inclinazione, accesso, ecc.
Se avete un minimo di esperienza sulle antenne terrestri, il tetto è di vostra esclusiva proprietà (oppure avete l’autorizzazione ad accedervi), non è pericoloso (scarsa inclinazione oppure piatto) e sono presenti sistemi di sicurezza che evitano il rischio di cadute (linee vita, parapetti, ecc.), potete effettuare la manutenzione voi stessi nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e di buon senso.
Collegamenti alle antenne: cosa devo controllare?
Un intervento di manutenzione ordinaria parte con la verifica delle condizioni dei cavi coassiali che partono dalle antenne (UHF larga banda, UHF banda IV/V, VHF, ecc.) e arrivano al centralino Tv di miscelazione/amplificazione o direttamente in casa.
Se la guaina è fessurata, screpolata oppure “cotta” dal sole ed è visibile la calza di schermatura basta sostituire la tratta danneggiata. Se il danno è lieve si può anche avvolgere la guaina con nastro isolante in PVC o, meglio, con nastro autoagglomerante (più elastico e resistente).
La seconda fase del controllo riguarda i collegamenti dei cavi ai “balun”, ovvero le mini-centraline delle antenne. Sulle antenne più vecchie si utilizzavano i morsetti a vite per collegare il “polo caldo” del cavo coassiale (clicca qui per approfondimenti) e la calza (massa).
Controllare se il morsetto è sporco, ossidato o, peggio, arrugginito, ed effettuare una pulizia profonda, anche con spazzola di ferro se necessario.
Poi bisogna tagliare la parte finale del cavo coassiale, spelarlo e ricollegare il polo caldo e la calza al morsetto appena pulito evitando che vadano in contatto tra loro (cortocircuito). Se il morsetto è danneggiato irreparabilmente (es.: ruggine perforante) è necessario sostituire l’antenna.
I dipoli montati sulle antenne più recenti utilizzano invece i connettori F, molto più affidabili, duraturi e impermeabili come vi abbiamo spiegato qui. In questo caso l’ispezione riguarda solo l’intestazione del cavo coassiale al connettore F.
Un morsetto sporco e arrugginito fa perdere segnale?
Certamente. Sporco e ruggine influiscono su alcuni parametri del segnale terrestre e possono facilmente compromettere la ricezione anche se l’antenna è in buone condizioni generali (elementi, dipolo, riflettore, ecc. – vedi sotto).
Condizioni delle antenne: cosa devo controllare?
Completati i controlli sui collegamenti si passa ai componenti delle antenne come gli elementi direttori, il dipolo, il riflettore, i supporti in plastica, ecc.
Vento, grandine, raggi UV e sbalzi termici possono far invecchiare precocemente questi elementi ed anche spostare le antenne impedendo la corretta ricezione dei segnali.
Controllate attentamente la situazione degli elementi metallici: se l’ossidazione è solo superficiale non dovete fare nulla mentre se ha iniziato ad intaccare uno o più elementi, soprattutto nel punto di fissaggio al supporto orizzontale, è necessario indagare a fondo.
Poi controllate lo stato degli elementi in plastica che compongono la culla e il riflettore: se sono solamente scoloriti dai raggi UV non dovete fare nulla mentre se notate crepe o rotture è necessario sostituire l’antenna.
Cos’altro devo controllare?
È importante controllare anche i morsetti di fissaggio delle antenne al palo di sostegno (ossidazione, ruggine, serraggio dei bulloni, ecc.), la situazione del palo di sostegno e dei tiranti (funi di stabilizzazione) quando il palo è molto lungo e tende ad oscillare a causa del vento.
Alcuni elementi della mia antenna sono arrugginiti: devo cambiarla o posso riverniciarli?
I componenti metallici delle antenne sono realizzati in alluminio, a volte con trattamento anticorrosivo. Se si trovano in cattive condizioni non possono essere riverniciati ma bisogna sostituire l’intera antenna.
Se ciò accade a pochi anni dall’installazione significa che le condizioni ambientali del luogo sono molto aggressive e bisogna quindi optare per le antenne che adottano materiali e tecnologie che ne incrementano la resistenza e ne allungano la vita utile.
Antenne terrestri come questa e questa beneficiano di speciali trattamenti di verniciatura anticorrosione e utilizzano materiali plastici ad elevata resistenza ai raggi UV che le mantengono belle ed efficienti per molto tempo, anche in ambienti critici.
La scorsa estate la mia antenna UHF è stata danneggiata dalla grandine: devo cambiarla?
Dipende dall’entità dei danni. Se la grandine ha solo piegato leggermente alcuni elementi direttori, il dipolo oppure il riflettore basta rimetterli in posizione verificando le condizioni dei supporti. Se invece ha danneggiato i supporti in plastica è meglio sostituirla.
Tra le operazioni di manutenzione c’è anche il riallineamento delle antenne?
Dipende dal livello e dalla qualità di ricezione dei segnali sul decoder/Tv (barre colorate). Se il segnale è rimasto immutato rispetto all’installazione iniziale non è necessario intervenire sul puntamento.
Qualora si verifichino squadrettamenti e perdite di segnale, non solo durante i forti temporali ma anche con cielo sereno, è consigliabile approfittare della salita sul tetto per controllare il puntamento delle antenne e, se necessario, procedere con piccole regolazioni “alto-basso” (elevazione) e “destra-sinistra” (azimut).
Come faccio a controllare il puntamento se le antenne sono sul tetto e il televisore in casa?
Serve un misuratore di campo, anche di livello hobbistico come questi che costano poco (si parte da soli 60-70 euro) e permettono di analizzare i segnali (livello, qualità BER, CBER, VBER, ecc. – clicca qui per approfondimenti) per ottimizzare il puntamento delle antenne.
Posso togliere le antenne inutilizzate se di recente sono cambiate le frequenze di trasmissione?
Sì. A seguito dello spegnimento della banda UHF 700 MHz e della riorganizzazione delle frequenze, alcuni multiplex digitali hanno abbandonato la banda VHF per trasferirsi sulla UHF oppure utilizzano entrambe le bande.
In questo caso è possibile rimuovere l’antenna VHF non più necessaria e, se la ricezione è da tempo instabile, aggiornare il parco antenne UHF affidandosi ad un antennista professionista che valuterà la situazione frequenziale e consiglierà le soluzioni che assicurano una ricezione ottimale dei canali attuali trasmessi in DVB-T MPEG-4 e di quelli futuri in DVB-T2 HEVC (a partire dal prossimo 28 agosto).