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Parabola motorizzata: funzioni, modelli e tecnologie

Per spaziare liberamente lungo la Fascia di Clarke alla ricerca dei satelliti e dei canali più lontani e curiosi basta avere una parabola motorizzata e controllarla direttamente dal decoder o dal Tv. Scopriamo come funzionano i motori per parabola, come si comandano e quali tecnologie utilizzano.

La parabola fissa è la soluzione più semplice ed economica per sintonizzare i canali radiotelevisivi satellitari. Con meno di 40-50 euro si può acquistare tutto l’occorrente e nel giro di un paio d’ore, con le necessarie capacità e gli strumenti adatti, portare a termine con successo l’installazione. Ha però un limite: può sintonizzare solo un satellite o, meglio, un solo slot orbitale. Se l’antenna è puntata a 13° Est, potrà infatti ricevere solo i satelliti Hotbird 13B, 13C e 13C mentre a 19,2° Est solo gli Astra 1KR, 1L, 1M e 1N. Esistono anche le parabole Dual Feed e Multi Feed ma, anche in questo caso, la visione è comunque limitata a poche posizioni orbitali.

Esiste però una soluzione, nemmeno troppo costosa né complicata, per far ruotare liberamente la parabola lungo l’arco della Fascia di Clarke dove sono posizionati i satelliti che ci interessano. Utilizza un semplice motore e può essere applicata a qualsiasi parabola, nuova oppure già installata sul tetto così come sul balcone.

La parabola ruota automaticamente scegliendo il canale

Il motore elettrico applicato alla parabola permette di farla ruotare attraverso i comandi inviati dal decoder oppure dal televisore, posizionandola esattamente sul satellite che si vuole ricevere. Dopo la necessaria configurazione, basta selezionare il canale desiderato ed il decoder sposta automaticamente l’antenna puntandola verso il satellite (o lo slot orbitale) da cui trasmette, ad esempio Astra 19,2° Est per il canale tedesco ZDF oppure Astra 28,2° Est per il britannico BBC.

Tanti anni fa, gli impianti motorizzati erano appannaggio di pochi eletti: gli attuatori a pistone erano costosi e ingombranti, richiedevano parabole da almeno 120 cm di diametro e tutta una serie di cavi per alimentare il motore e conoscerne in tempo reale la posizione di puntamento.

Fortunatamente la tecnologia si è evoluta e i prezzi sono crollati: per un impianto motorizzato si parte ormai da poche decine di euro e non serve nemmeno cambiare la parabola fissa se il diametro è di almeno 80 cm.

I satelliti sono diventati più potenti e hanno permesso di dimezzare le dimensioni delle antenne (ed il loro peso) così da studiare sistemi di rotazione più semplici ed economici. Inoltre, lo sviluppo del protocollo DiSEqC da parte di Eutelsat, ha consentito di sfruttare il cavo coassiale per ulteriori funzionalità come la rotazione della parabola.

I motori per le parabole si dividono in due grandi gruppi: al primo appartengono gli attuatori monocavo, adatti per antenne con diametro fino 100-120 cm, mentre al secondo quelli a pistone o orizzonte-orizzonte (H-H) che si applicano alle parabole più grandi e pesanti, dai 120-140 cm fino a oltre 3 metri di diametro.

Un solo cavo per segnale e motore

Parabola motorizzata

Il motore più semplice ed economico da applicare a una parabola è quello monocavo. Si chiama così perché viene alimentato e governato con un solo cavo, lo stesso coassiale che trasporta il segnale dall’LNB al decoder. Il motore va montato tra il palo e l’antenna, anche se già esistenti. È leggero (circa 3 kg), compatto e non richiede alcuna modifica strutturale.

È capace di far ruotare la parabola da est a ovest coprendo un arco massimo di 120°-180°, ad esempio da 75° Est a 75° Ovest, ruotando e modificando contemporaneamente l’elevazione, lo Skew (la rotazione dell’LNB sul suo asse) ed altri parametri per seguire fedelmente la Fascia di Clarke.

Il motore monocavo, così come gli altri, assicura la ricezione dei soli satelliti e canali che hanno una potenza al suolo compatibile con il diametro della parabola utilizzata.

Come è fatto un motore monocavo

Un motore monocavo è composto da tre elementi fondamentali: il guscio metallico che ospita al suo interno l’elettronica ed il sistema elettromeccanico, il perno mobile sul quale si fissa l’antenna parabolica tramite il suo sostegno originale, la staffa di supporto per il fissaggio al palo dotata di scala graduata per impostare l’angolo di elevazione.

Sul guscio si trovano i connettori antenna F per il collegamento all’LNB ed al decoder, una o più spie led che forniscono alcune informazioni sul funzionamento del motore (tensione presente/standby, comandi DiSEqC, reset, diagnostica, limiti meccanici raggiunti, ecc.) e due tasti (EST/OVEST) che fanno ruotare manualmente il perno del motore nelle due direzioni durante l’installazione e la manutenzione.

Parabola motorizzata Parabola motorizzata

Alla base del perno motore è presente una scala graduata che indica la posizione dello stesso perno nel suo arco di rotazione, ad esempio 160° (da 80° est a 80° ovest rispetto al sud polare). Su alcuni modelli, la posizione viene riportata anche su un display a led.

DiSEqC 1.2 e USALS: cosa sono e perché sono così importanti

I motori monocavo devono il loro concepimento grazie a due tecnologie particolarmente utili e innovative: DiSEqC 1.2 e USALS. Il primo è un protocollo di comunicazione messo a punto dall’operatore satellitare Eutelsat per far dialogare il ricevitore con il motore attraverso regole prestabilite utilizzando lo stesso comando (tono da 22 kHz) che in passato veniva utilizzato esclusivamente per passare dalla banda Ku bassa (da 10,7 a 11,7 GHz) a quella alta (11,7-12,75 GHz) e viceversa.

L’USALS è invece un software progettato da Stab, azienda italiana leader nella produzione dei motori monocavo. Viene installato in alcuni decoder e motori per calcolare automaticamente le posizioni dei satelliti attraverso le coordinate geografiche del luogo di installazione, semplificando così il puntamento della parabola e l’installazione del motore. È sufficiente inserire i valori di latitudine e longitudine del luogo, memorizzare un solo satellite (come Hotbird) e il motore ricava automaticamente tutte le altre posizioni visibili.

Entrambe le tecnologie hanno rappresentato un punto di svolta nell’evoluzione dei sistemi di ricezione satellitari perché hanno reso superflui tutti quei componenti e cablaggi aggiuntivi necessari agli attuatori a pistone e ai rotori H-H.

I comandi DiSEqC 1.2, così come quelli in versione 1.0 e 1.1 per la gestione dei commutatori per gli LNB nei sistemi Dual e Multi Feed, viaggiano sullo stesso cavo coassiale che trasporta il segnale satellitare dall’LNB al decoder, percorrendo la strada inversa, ovvero dal decoder all’LNB. Ciò non comporta conflitti o interferenze perché le “corsie di marcia” sono ben distinte.

Come scegliere un motore monocavo

Nei negozi fisici e online è possibile trovare decine di modelli di motori monocavo per tutti i gusti e le tasche: da quelli di marchi famosi e rinomati come Stab e Jaeger (intorno agli 80-100) a quelli sconosciuti di origine cinese (40-80 euro).

Il nostro consiglio è di puntare sui modelli con trasmissione interamente in metallo, ingranaggi compresi, l’unica capace di garantire un’elevata resistenza agli stress meccanici ed una lunga durata. Come abbiamo riscontrato durante i nostri test, alcuni esemplari di scarsa qualità utilizzano ingranaggi in nylon che tendono ad usurarsi già dopo pochi mesi di uso intensivo. Le difficoltà di reperimento e sostituzione degli ingranaggi costringono spesso a cambiare l’intero motore con tutte le conseguenze del caso (smontaggio, rimontaggio, riconfigurazione, ecc.) che richiedono tempo e anche denaro se si affida il lavoro a un installatore professionista.

Altro elemento da tenere in considerazione è il materiale utilizzato per il guscio che nasconde e protegge il sistema elettromeccanico. Tutti i motori monocavo in commercio hanno lo chassis in alluminio ma solo alcuni possono contare su una struttura ricca di nervature che assicurano una maggiore resistenza alle forti sollecitazioni (es.: vento) e la verniciatura a polveri per supportare meglio le intemperie, lo smog e le condizioni climatiche più estreme.

Alcuni modelli della gamma Stab come l’HH120 e l’HH100 integrano un sat-finder, ovvero un sistema di ricerca del satellite che facilita le operazioni di puntamento. Il segnale acustico emesso dal sat-finder ha 4 diverse intensità che identificano la modalità di puntamento del rotore (1° livello), l’agganciamento del segnale del satellite selezionato (2°), una qualità del segnale tra il 70% ed il 90% (3°) e una qualità superiore al 90% (4°).

La scelta del motore va fatta in base all’antenna che deve “sostenere”: molti produttori indicano solo il diametro massimo consigliato (es.: 120 o 140 cm) mentre altri forniscono anche il peso supportato. Si tratta di un dato fondamentale visto che, a seconda del materiale impiegato (acciaio, alluminio, fibra di vetro, ecc.), un’antenna da 1 metro di diametro potrebbe pesare addirittura di più di una da 140 cm.

Anche le antenne piatte (vedi articolo Come scegliere la parabola migliore) possono essere motorizzate con gli attuatori dedicati come l’HH90S di Stab senza pregiudicarne né la compattezza né la mimetizzazione.

Motore a pistone o rotore per le parabole più grandi e pesanti

Un motore monocavo, anche quello più robusto, non è adatto per motorizzare un’antenna oltre i 130-140 cm, soprattutto se il peso supera il valore massimo consigliato dal produttore. In questi casi è obbligatorio puntare sui motori a pistone oppure sui rotori H-H, una soluzione classica e intramontabile visto che vengono utilizzati fin dagli anni ’80.

I motori a pistone si montano in posizione orizzontale dietro la parabola per consentirne lo spostamento est-ovest grazie al movimento dello stelo (pistone) comandato dal motoriduttore posizionato alla base. L’escursione dello stelo è misurata in pollici (es.: 18”, 24”, 36”): non indica l’arco di copertura (limitato a 100-120 gradi) ma il diametro della parabola che è in grado di supportare. Gli attuatori a pistone da 18” sono sufficienti per motorizzare le parabole da 120 a 180 cm non particolarmente pesanti, quelli da 24” per parabole di diametro compreso tra 150 e 240 cm mentre quelli da 36” sono indicati per le antenne oltre i 2 metri e mezzo.

I rotori H-H hanno un meccanismo di funzionamento differente, meccanicamente simile a quello dei sistemi monocavo ma con una struttura molto più robusta per resistere alle sollecitazioni generate dal vento su parabole grandi e pesanti. Hanno anche un arco di copertura maggiore rispetto ai motori a pistone (fino a 180° perché H-H significa “orizzonte-orizzonte”) ma sono ormai sempre più rari da trovare nei negozi.

Polarmount e posizionatore obbligatori

Sia il motore a pistone che il rotore H-H si interfaccia alla parabola attraverso un meccanismo chiamato Polarmount (montaggio polare). La sua funzione è quella di far ruotare la parabola seguendo l’arco della Fascia di Clarke, impostando automaticamente l’angolo di elevazione a seconda della posizione orbitale e quello di declinazione che regola la curvatura dell’arco (più o meno schiacciato). Il Polarmount non è necessario nei sistemi monocavo perché in parte integrato nel motore e in parte demandato alle regolazioni presenti sulle staffe della parabola e del motore.

Parabola motorizzata

Oltre al Polarmount, i motori a pistone e H-H richiedono un posizionatore dedicato, ovvero un dispositivo elettrico e elettronico che, attraverso un cavo a 4 fili (in aggiunta a quello coassiale dell’LNB), fornisce la tensione di alimentazione (solitamente 24-36 Vcc) e rileva, grazie a un sensore magnetico o ottico, la posizione del motore per conoscere verso quale slot orbitale è puntata la parabola. In passato, il posizionatore veniva integrato in alcuni decoder (prima analogici e poi digitali) oppure ospitato in un box esterno da interfacciare al decoder.

Questa soluzione è ormai caduta in disuso e sostituita da speciali interfacce che comandano il motore tramite un decoder che supporta i comandi DiSEqC 1.2, esattamente come per i sistemi monocavo ma con i 4 cavi aggiuntivi appena visti.

Interfaccia DiSEqC 1.2 per motori a pistone e H-H

Queste interfacce sono fondamentali per coloro che devono sostituire il vecchio decoder collegato ad un motore a pistone/H-H oppure che vogliono realizzare un impianto motorizzato di alto livello. La loro funzione è quella di tradurre i comandi del protocollo DiSEqC 1.2 impartiti dal ricevitore digitale in tensioni (24-36 Vcc) e i segnali di controllo del sensore del motore in comandi DiSEqC per la successiva elaborazione da parte del decoder. In tal modo, qualunque ricevitore digitale con protocollo DiSEqC 1.2 può comandare anche un impianto motorizzato a pistone oppure H-H senza nessuna modifica ai componenti preesistenti del sistema (ricevitore, LNB, attuatore, Polarmount).

Il funzionamento di queste interfacce, così come dei motori monocavo, è completamente trasparente rispetto al ricevitore digitale al quale vengono collegate e non è necessaria alcuna programmazione speciale. L’impostazione del tipo di impianto avviene infatti direttamente nel menu OSD del decoder digitale dove basta selezionare le stesse voci e opzioni di un motore monocavo.

Per evitare di posare il cavo a 4 fili dal motore al decoder installato in casa, si può installare il posizionatore nel sottotetto (al riparo da acqua, umidità e polvere) e gestire il tutto con il cavo coassiale già esistente.

1 COMMENTO

  1. buona spiegazione io vorrei montare una parabola motorizza da 100mm quale motore mi consiliate visto che a casa ho una tv ultima generazione con incporporato igià il decoder

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