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Switch-off del digitale terrestre, le 25 cose da sapere

Cosa succederà alle frequenze del digitale terrestre quando ci sarà lo switch-off? Le risposte ai dubbi che molti hanno in una situazione ancora confusa dal punto di vista dell’informazione.

Aggiornamento del 29 luglio 2021 – Il MISE ha proposto di rinviare le date degli switch-off inizialmente previste per il 1° settembre 2021 (da DVB-T MPEG-2 a DVB-T MPEG-4) e 1° luglio 2022 (da DVB-T MPEG-4 a DVB-T2 HEVC). In base alla nuova roadmap, lo spegnimento dell’MPEG-2 e l’adozione dell’MPEG-4 per i canali DTT SD avverrà progressivamente su base volontaria a partire dal 15 ottobre 2021 e potrebbe proseguire per tutto il 2022. L’obbligo di passaggio al DVB-T2 HEVC è slittato al 2023. I rilasci delle frequenze in banda 700 MHz partiranno il 15 novembre (invece del 1° settembre) e si concluderanno il 30 giugno 2022 come già stabilito nella roadmap originaria (nessun rinvio). Per gli ultimi aggiornamenti vai qui.

 

Dovrò cambiare l’antenna e le prese Tv? Il prossimo anno tutti i canali saranno in HD? Perché si devono cambiare gli standard DVB-T, MPEG-2 e MPEG-4 AVC? Per queste e altre domande sullo switch-off abbiamo preparato altrettante risposte per chi deve affrontare questo delicato momento e non sa come orientarsi tra le migliaia di informazioni che arrivano dai social e in Tv, spesso incomplete e confuse se non addirittura sbagliate.

Cos’è un Multiplex?

Il Multiplex, detto anche “Mux”, è un “contenitore” che ospita diversi canali televisivi, radiofonici e vari servizi su una singola frequenza VHF o UHF, unica per tutta Italia o differente per area o regione. Ad esempio, il mux 3 nazionale della Rai comprende i canali Rai 1 HD, Rai 4, Movie, Premium, Gulp e viene trasmesso principalmente sul canale UHF 26.

Nel corso di quest’anno cambieranno le frequenze e le trasmissioni dei canali terrestri? Devo già sostituire il mio vecchio Tv?

Fino al 31 agosto 2021 è previsto solo il rilascio delle frequenze UHF 50, 51, 52 e 53 da parte dei mux nazionali e locali. Bisognerà quindi eventualmente risintonizzare il Tv e il decoder ma non sarà necessario cambiarli anche se molto vecchi.

Quando verranno spostate le altre frequenze UHF?

La cessione delle altre frequenze al 5G avverrà tra il 15 novembre 2021 e il 30 giugno 2022 con tempistiche differenti nelle 4 aree identificate.

Al termine dei due switch-off, quali frequenze saranno ancora utilizzabili dai canali DTT?

Tutte quelle in banda VHF (177,5÷219,5 MHz – CH 5÷11) e parte di quelle in banda UHF (474÷690 MHz – CH 21÷48).

Con lo spegnimento delle frequenze a 700 MHz sarà necessario modificare o cambiare anche l’antenna ed il centralino Tv?

Dipende dai casi. Nelle aree dove il rischio di interferenze dei segnali 5G è basso o nullo si potrà mantenere il vecchio impianto se ancora efficiente. In quelle dove i ponti ripetitori 5G possono disturbare la ricezione dei canali televisivi, bisognerà affidarsi ad un antennista professionista che valuterà le soluzioni da adottare (aggiunta filtri, cambio antenna e/o centralino, ecc.).

 

Bisognerà cambiare anche i cavi, i divisori/partitori e le prese antenna?

No, se sono ancora in buone condizioni.

Dopo lo switch-off del 2022 potrò ancora utilizzare il modulatore analogico o DVB-T HD installato nell’impianto?

Sì. Il modulatore è un dispositivo che trasforma il segnale audio/video di decoder, lettori DVD, ecc. (sorgenti HDMI o Scart) in un canale VHF/UHF ed opera solo sulla rete coassiale interna. Se non sono stati installati filtri che tagliano le frequenze 4G e 5G (700-800 MHz), potrà essere ancora impiegato anche sui canali UHF 49…69 anche se non più utilizzati dai canali DTT. Tutti i decoder ed i Tv con tuner DVB-T2 HEVC supportano anche il precedente DVB-T MPEG-4/MPEG-2. Non tutti, invece, supportano anche i segnali generati dai modulatori RF analogici.

Cosa comporta il nuovo Piano Nazionale delle Frequenze?

I mux nazionali vengono dimezzati (da 24 a 12) e riassegnati agli operatori televisivi nelle frequenze VHF/UHF ancora a disposizione. I nuovi mux cambieranno frequenza, ordinamento e bisognerà quindi risintonizzare il Tv o il decoder.

Dove posso trovare la roadmap aggiornata degli switch-off?

La roadmap con gli ultimi aggiornamenti si trova qui

Cos’è la LCN?

È l’ordinamento prestabilito dei canali, sia nazionali che regionali (es.: 1 per Rai 1, 5 per Canale 5, 50 per SkyTG24, ecc.). La numerazione è stabilita dal MISE sulla base della regolamentazione dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni).

Con lo switch-off cambierà anche la numerazione LCN?

Solo in parte. L’AGCOM ha deciso di confermare la stessa ripartizione e struttura dei blocchi di numerazione utilizzati attualmente. Nel gruppo 0-99 ci saranno sempre i canali nazionali e locali di qualità e legati al territorio (10-19 e 71-99) con precedenza alle reti ammiraglie di Rai, Mediaset, Cairo, Sky e Discovery. Ai consorzi e alle intese di emittenti locali che diffondono la stessa programmazione su più aree del territorio nazionale sono stati invece riservati i blocchi 71-74 e 171-174.

Che differenza c’è tra il DVB-T e il DVB-T2?

Il DVB-T2 consente di raddoppiare la capacità di trasmissione rispetto al DVB-T (a parità di banda occupata) e migliorare la copertura del territorio a parità di potenza irradiata (meno emissioni elettromagnetiche).

Che differenza c’è tra il DVB-T2 e il DVB-S2?

Il DVB-T2 è lo standard di seconda generazione utilizzato per trasmettere sul digitale terrestre (T sta per Terrestrial) mentre il DVB-S2 viene impiegato per le trasmissioni satellitari (S – Satellite).

Che differenza c’è tra l’MPEG-2, l’MPEG-4 AVC e l’HEVC?

La principale differenza sta nell’efficienza di compressione del segnale video. L’MPEG-2 richiede il doppio della banda dell’MPEG-4 AVC e il quadruplo dell’HEVC a parità di qualità video. I codec più efficienti come l’AVC e l’HEVC permettono di raddoppiare e quadruplicare il numero dei canali DTT all’interno di un multiplex (sempre a parità di qualità video) e trasmettere diversi canali HD o Ultra HD senza saturare il multiplex.

Perché non è stato scelto l’MPEG-4 AVC come standard unico visto che è già compatibile con milioni di Tv e decoder presenti nelle case degli italiani?

Solo l’accoppiata DVB-T2 + HEVC permette di mantenere lo stesso numero di canali con la metà dei mux a disposizione. Altre tecnologie meno efficienti come il DVB-T con MPEG-4 AVC avrebbero costretto gli operatori ad eliminare decine e decine di canali.

Switch-off

Cambierà qualcosa per chi guarda i canali DTT tramite internet, su PC o smartphone (app), ad esempio con RaiPlay e Mediaset Play?

No

I canali DVB-T2 HEVC si vedranno solo a partire dal 2023 oppure potrebbero arrivare anche prima?

I broadcaster hanno la facoltà di trasmettere in DVB-T MPEG-4 e DVB-T2 HEVC anche prima delle scadenze prefissate in base al principio della neutralità tecnologica. La decisione dovrà ovviamente tenere conto del ruolo del servizio pubblico (canali Rai) e dell’audience potenziale (reti commerciali) connessa all’andamento delle vendite di nuovi Tv/decoder nei prossimi mesi.

Dal 2023 si potranno vedere i canali Rai in HD anche sul digitale terrestre?

Sì. Rai prevede di utilizzare i 2,5 mux a sua disposizione (che potrebbero diventare 3) per trasmettere 14 canali in HD, indicativamente Rai 1-2-3-4-5, News 24, Movie, Gulp, Yoyo, Premium, Sport, Storia ed altri 2 nuovi canali che saranno lanciati prossimamente.

Con il DVB-T2 HEVC ci saranno alcuni canali in HDR?

La tecnologia HDR (High Dynamic Range) si può applicare ai segnali HD e Ultra HD. È probabile, ma non ancora confermato, che sarà utilizzata per alcune trasmissioni di pregio come film, serie Tv ed eventi sportivi diffusi sulle reti ammiraglie di Rai e Mediaset. Di sicuro verrà utilizzata da Rai 4K. Quasi tutti i Tv venduti negli ultimi 2-3 anni (anche Full HD) ed alcuni decoder supportano uno o più sistemi HDR, in particolare quello chiamato HLG (Hybrid Log Gamma) e impiegato nelle trasmissioni terrestri e satellitari. Dal 2022, inoltre, non tutti i canali passeranno all’alta definizione: molti rimarranno in SD.

Dopo lo switch-off si potrà vedere Rai 4K anche sul digitale terrestre?

Probabilmente sì e senza bisogno di CAM né di smart card (obbligatorie su tivùsat) in quando la rete terrestre è limitata geograficamente al territorio italiano. Con 3 mux a disposizione la qualità video sarà paragonabile a quella attuale via satellite (bitrate 22-25 Mbps) mentre con 2,5 mux sarà leggermente inferiore (15 Mbps).

Dopo il 2023 sarà possibile vedere sul DTT qualche canale in formato 8K?

Quasi sicuramente no. I video in formato 8K (ben 33 milioni di pixel per ogni singolo fotogramma) richiedono un’enorme quantità di banda che, con le tecnologie attuali, è disponibile solo sul satellite, sulle reti mobili 5G e su quelle in fibra ottica più performanti.

Dopo lo switch-off saranno ancora visibili i canali Sky sul digitale terrestre?

Sì e no. Probabilmente Sky cercherà di convincere i clienti DTT a passare al satellite o alla fibra. Se la migrazione avrà successo, non è escluso che nel medio periodo possa interrompere le trasmissioni terrestri dei suoi canali pay.

Cos’è tivùsat?

È una piattaforma satellitare italiana che trasmette una parte dei canali del DTT per coprire l’intero territorio italiano, anche nelle zone dove il DTT si riceve male o per nulla. tivùsat non è una pay-tv come Sky perché non è previsto alcun abbonamento mensile o annuale. Tuttavia richiede un esborso iniziale (dai 70-100 euro in su) per l’acquisto di un decoder certificato oppure di un modulo CAM. Entrambi questi dispositivi includono una smart card da attivare gratuitamente per vedere le trasmissioni codificate.

Su tivùsat sono visibili gli stessi canali del digitale terrestre?

No. Al momento mancano all’appello Boing Plus, Sportitalia ed altri canali nazionali, regionali e locali. Di contro, tivùsat ospita già ora decine di canali HD e 4K di Rai, Mediaset, Discovery e Viacom non visibili sul DTT oltre a molti altri canali internazionali, anche in HD e UHD. Con la stessa parabola e lo stesso decoder è possibile ricevere gratuitamente altri 400 canali Tv e 300 radio da Europa, Asia e Nord Africa.

Ho visto nei negozi che alcuni Tv hanno il bollino “LaTivù” e “LaTivù4K”. Di cosa si tratta?

Il bollino LaTivù certifica che l’apparecchio adotta il doppio sintonizzatore terrestre e satellitare di seconda generazione (DVB-T2/S2 HEVC, quindi idoneo per gli switch-off), è compatibile con tivùsat e supporta i servizi interattivi HbbTV (tivùon!, RaiPlay, Mediaset Play, ecc.).

Il bollino LaTivù4K aggiunge anche il sistema ECP (Enhanced Copy Protection) come ulteriore protezione anticopia di film, serie Tv e eventi sportivi pay-tv in formato Ultra HD 4K. I Tv con questo bollino devono per forza avere lo slot CI+ in versione 1.4 compatibile ECP. Per la decodifica dei contenuti pay con ECP è necessario anche inserire nello slot un modulo CI+ ECP come la CAM tivùsat 4K Ultra HD.

 

Switch-off

Ci saranno altri switch-off dopo quello del 2023?

Probabilmente sì. In futuro, le frequenze VHF e UHF saranno quasi esclusivamente destinate ad altre tipologie di servizi mentre i canali televisivi terrestri si potranno ricevere principalmente in streaming sulla rete internet fissa e mobile (fibra, FWA, 5G, ecc.).

3 COMMENTI

  1. Credo che i nostri politici i quali quadagnano più di quello che si meritano dovrebbero calarsi nelle condizioni di molte famiglie italiane che molto spesso non superano i mille euro non possono concedersi di pagare oltre l’abbonamento TV anche internet mi fermo qui ma ci sarebbe da dire ancora molto un saluto a chi riceve questo comm.
    Q

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