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Modulatori DVB-T HD dalla A alla Z

Dodici domande (e risposte) sui modulatori DVB-T HD: a cosa servono, come funzionano, come si collegano e configurano per vedere lo stesso contenuto video, come ad esempio un canale televisivo satellitare, su tutti i Tv di casa e in contemporanea. Avete qualche ulteriore dubbio? Scriveteci e i nostri esperti vi risponderanno oppure leggete il nostro articolo-vetrina.

Cos’è il modulatore DVB-T HD?

È un dispositivo elettronico che trasforma un segnale audio/video analogico (da presa Scart, Cinch, ecc.) e/o digitale (da HDMI) proveniente da una sorgente (come decoder satellitare, box Android, lettore DVD/Blu-ray, ecc.) in un canale digitale terrestre modulato in DVB-T MPEG-4 e visibile su qualsiasi televisore.

Il segnale modulato viaggia sul cavo antenna insieme agli altri canali del digitale terrestre (es.: Rai 1, Canale 5, Nove, ecc.) e quindi non richiede cavi aggiuntivi.

A cosa serve?

La sua funzione principale è di trasmettere un contenuto audio/video come un programma televisivo satellitare (Sky, tivùsat, ecc.), una partita di calcio in streaming (da box Android, chiavette Fire TV Stick o dongle Chromecast con Google TV, ecc.), le immagini delle telecamere di sorveglianza oppure un film in DVD su tutti i televisori di casa senza bisogno di acquistare altri decoder, box o switch multimediali, posare cavi, ecc.

Immagine del canale CNBC HD ricevuto da un decoder tivùsat e modulato su un canale DVB-T (chiamato “BozTV”) per la visione su qualsiasi televisore o decoder DTT di casa

In pratica il modulatore DVB-T HD funge da “distributore centralizzato” di segnali audio/video per tutti i televisori collegati allo stesso impianto d’antenna terrestre (da una a infinite prese di casa). È compatibile con i segnali a bassa definizione (SD), alta definizione (HD 720p/1080i) e, in alcuni casi, anche in altissima definizione (solo modelli Ultra HD 4K come questo).

Come fa il modulatore a creare un canale televisivo?

I circuiti elettronici del modulatore DVB-T HD generano un multiplex DTT (bouquet digitale) simile a quello degli operatori televisivi (Rai, Mediaset, Cairo, ecc.) con al suo interno uno o più canali terrestri che trasmettono lo stesso contenuto della sorgente (canale SAT, film in streaming, ecc.), ciascuno con i propri parametri audio/video (bitrate, livello segnale, codec audio, ecc.).

Per ciascun canale è possibile stabilire anche la frequenza VHF o UHF di trasmissione così da poterlo sintonizzare sul televisore oppure sul decoder DVB-T HD esterno tramite ricerca manuale o automatica.

Quali sono i collegamenti di un modulatore DVB-T HD?

Pannello collegamenti di un modulatore DVB-T HD Edision

Il modulatore DVB-T HD è dotato di uno o più ingressi audio/video (prese Cinch CVBS e/o HDMI) che vanno collegati alle sorgenti da distribuire a tutti i televisori di casa (es.: decoder Sky, box Android, lettore DVD).

Sono presenti anche l’uscita antenna attraverso la quale il modulatore “iniettail segnale VHF/UHF nell’impianto DTT (centralino, cavi coassiali, ecc.) e un eventuale ingresso antenna che serve a ricevere tutti gli altri mux/canali del digitale terrestre tramite l’antenna da tetto.

È quasi sempre presente anche una presa USB che serve ad aggiornare il firmware del modulatore, caricare/scaricare la configurazione (frequenza VHF/UHF, bitrate, LCN e altri parametri) e, in alcuni casi, anche per riprodurre file video AVI/DivX/MP4 da distribuire ai televisori in alternativa al programma televisivo SAT, film DVD, ecc.

Come faccio a vedere i programmi di Sky sul Tv del salotto se collego il decoder Sky Q al modulatore?

Se il decoder HD/4K ha una sola uscita HDMI ed è collegata al Tv non rimangono altre prese audio/video a disposizione del modulatore.

Per risolvere questo problema esistono due soluzioni. La prima è acquistare un modulatore dotato sia di ingresso HDMI (da collegare alla sorgente – decoder nel nostro caso) sia di uscita HDMI “passante” dedicata proprio al Tv.

Gli stessi segnali presenti sull’ingresso HDMI del modulatore vengono “replicati” sull’uscita HDMI così da preservare la visione “locale” sul Tv.

Ingresso e uscita HDMI su modulatore DVB-T HD

La seconda soluzione è acquistare uno switch HDMI con un ingresso da collegare all’uscita del decoder e due uscite per il modulatore e il Tv.

Che vantaggi offrono i modulatori con 2, 3 o 4 ingressi HDMI?

I modulatori multi-ingresso come l’Edision Modulator Lite Quad e l’Anttron TMX 2HD hanno il vantaggio di distribuire 2, 3 o 4 sorgenti differenti su altrettanti canali VHF/UHF.

Modulatore DVB-T HD Edision Quad

Ad esempio potete collegare il decoder Sky all’ingresso HDMI 1 e vedere i programmi Sky sul canale UHF 60 e con LCN 900 (numero 900 del telecomando), il decoder tivùsat all’ingresso 2 e vedere i canali tivùsat su UHF 61 (LCN 901), la chiavetta Fire TV Stick all’ingresso 3 e vedere i contenuti in streaming sul canale UHF 61 (LCN 902), ecc.

Tutto questo richiede un solo collegamento all’impianto d’antenna terrestre al posto dei 2, 3 o 4 necessari per i modulatori singoli collegati in parallelo o cascata.

Come si collega il modulatore all’impianto antenna terrestre?

Esistono vari schemi di collegamento del modulatore all’impianto d’antenna terrestre a seconda di come è strutturato quest’ultimo (posizione centralino Tv e ingressi liberi a disposizione, numero e posizione di partitori e derivatori di segnale, percorso cavi coassiali, numero e tipologia antenne, ecc.).

Schema installazione modulatore in impianto DTT
Schemi di collegamento di un modulatore DVB-T HD all’impianto di distribuzione terrestre

Nei casi più semplici (vedi Schemi 2-3) basta collegare la presa RF OUT del modulatore all’ingresso del partitore che smista i segnali provenienti dall’antenna (centralino Tv) in tutte le stanze. In questo caso è necessario raggiungere il partitore, solitamente inserito in una scatola di derivazione, posando un nuovo cavo coassiale.

Partitore in scatola di derivazione

In altri casi bisogna portare l’uscita RF del modulatore fino al centralino Tv (vedi Schema 1), sempre con un nuovo cavo coassiale, e collegarlo ad uno degli ingressi antenna non utilizzati (es.: banda VHF III, UHF, IV e V) oppure miscelandolo in uscita dal centralino con un normale partitore.

È possibile anche collegare l’uscita RF del modulatore direttamente ad una presa TV di casa, inutilizzata oppure occupata ma splittabile con il solito partitore. Tuttavia, l’attenuazione di partitori, derivatori e prese lungo il percorso potrebbe rendere difficoltosa o addirittura impossibile la ricezione del canale modulato in una o più stanze.

Se avete poca esperienza di impianti DTT terrestri potete sempre rivolgervi al vostro antennista di fiducia che esaminerà la struttura dell’impianto, valuterà le opzioni a disposizione e suggerirà quella più rapida, economica e affidabile.

È difficile configurare il modulatore DVB-T HD?

No. I modulatori DVB-T HD sono già configurati in fabbrica per un funzionamento ottimale con i segnali audio/video forniti da decoder e altri apparecchi sorgente.

Di norma basta scegliere il nome del canale (o lasciare quello di default), la sua numerazione LCN (es.: 500, 999 o altra a piacimento per richiamarlo rapidamente da telecomando) e la frequenza VHF/UHF occupata dal nuovo canale DTT (es.: 10 VHF o 55 UHF).

Menu OSD per la configurazione del modulatore (Credit: QMM)

Solo in caso di problemi o malfunzionamenti è possibile modificare gli altri parametri come il livello dell’uscita RF (per allinearlo a quello degli altri canali – serve un misuratore di campo), il bitrate video e audio, la risoluzione video (consigliata 1080i o 720p in base alla sorgente utilizzata), il FEC, la modulazione e la sincronizzazione audio/video (PCR Gap) se il labiale non corrisponde all’immagine.

Quale canale VHF/UHF è meglio scegliere?

Non esiste una regola fissa nella scelta del canale VHF o UHF da impostare sul modulatore DVB-T HD.

Display a led con indicazione del numero canale VHF/UHF

Prima di tutto bisogna verificare che il canale scelto non contenga alcun mux del digitale terrestre, effettuando una ricerca canali manuale con Tv o decoder. In alcuni casi la scelta del canale è vincolata alla modalità di collegamento utilizzata (vedi sopra).

Il nostro consiglio è quello di rinunciare all’attuale banda UHF (canali 21-48 – 470-694 MHz) perché troppo affollata e scegliere un canale libero in banda VHF III (5-12) o nella vecchia UHF ora utilizzata dai servizi 4G (61-69) e 5G (49-60).

Se si sceglie un canale tra il 49 e il 61 non c’è alcun rischio che il modulatore subisca interferenze dalle reti mobili perché il segnale viaggia protetto lungo il cavo coassiale e non via etere.

In casa ho un vecchio televisore HD senza T2/HEVC: potrò utilizzarlo anche in futuro con il modulatore?

. La quasi totalità dei modulatori terrestri HD utilizza ancora il vecchio standard DVB-T (non il futuro T2) con codifica MPEG-4 (no HEVC).

Questo significa che si può utilizzare il vecchio televisore DVB-T MPEG-4 sia adesso che in futuro come “ricevitore” per vedere i contenuti audio/video modulati anche quando i canali televisivi Rai, Mediaset, ecc. passeranno ai nuovi standard DVB-T2 HEVC.

Tutti i televisori acquistati dopo il 22 dicembre 2018 con tuner DVB-T2 HEVC Main 10 supportano al 100% i modulatori HD attuali e futuri perché il sintonizzatore è retrocompatibile con gli standard DVB-T MPEG-4.

I televisori molto vecchi che invece supportano solo il codec MPEG-2 (e non l’MPEG-4) non sono invece compatibili né con gli attuali canali terrestri (ormai tutti trasmessi in MPEG-4) né con quelli generati dal modulatore.

Posso vedere sul Tv del salotto un canale (es.: Sky Sport) e sugli altri Tv un altro canale (es.: Sky Uno)?

No. A meno di utilizzare più decoder satellitari collegati ad altrettanti modulatori (oppure a un modulatore con 2, 3 o 4 ingressi – vedi sopra), il segnale modulato DVB-T HD distribuito sull’impianto antenna è sempre lo stesso.

Con due decoder si possono vedere due diversi canali (es.: Sky Sport sul 900 e Sky Uno sul 901 – vedi sopra), con tre decoder si arriva a tre canali, ecc.

In questo caso, però, è necessario che ogni decoder satellitare abbia a disposizione un segnale antenna SAT indipendente, ovvero un’uscita dedicata di un LNB Twin/Quad oppure “splittata” con tecnologie SCR/dCSS come vi abbiamo spiegato qui.

Posso controllare il decoder SAT o il box Android con il suo telecomando da tutti i televisori di casa?

Dipende. Quasi tutti i modulatori DVB-T HD non integrano un ricetrasmettitore di segnali telecomando: il cambio del canale, la selezione delle app e altre funzioni (menu, EPG, play, stop, ecc.) sono quindi possibili solo nelle vicinanze dell’apparecchio sorgente e non da remoto (es.: dalla cucina, camera da letto, ecc.).

Esistono però modulatori come l’Edision Xtend con tecnologia IR via radio oppure over Coax (ricetrasmissione su cavo antenna) che permettono di controllare la sorgente anche da remoto, cioè in tutte le stanze dove è presente un televisore che riceve i segnali audio/video modulati su un canale VHF/UHF.

Schema di collegamento del modulatore Edision Xtend con ripetitore di telecomando integrato

Se la sorgente è “connessa” a internet e controllabile via app o voce (Alexa, Google, ecc.) è possibile gestire le sue funzioni con smartphone, tablet e smart speaker/display, in qualsiasi stanza di casa coperta dal Wi-Fi e senza bisogno di ripetitori di telecomando.

App Fire TV per controllare le chiavette Fire TV Stick su rete Wi-Fi con smartphone e tablet (Android/iOS)

È possibile anche acquistare un ricetrasmettitore di telecomando esterno IR via radio con un modulo trasmettente da posizionare di fronte all’apparecchio e uno o più moduli riceventi da collocare invece nelle altre stanze accanto ai televisori.

È bene però ricordare che questi ricetrasmettitori IR utilizzano onde radio con copertura limitata (massimo 20-30 metri senza ostacoli) e spesso insufficiente per un intero appartamento. Inoltre funzionano solo con i telecomandi tradizionali a raggi infrarossi e non con quelli Bluetooth in dotazione a decoder multimediali avanzati, box Android, Fire TV Stick, ecc.

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