Mancano solo 8 mesi alla prima fase dello switch-off che, ancora una volta, rivoluzionerà la ricezione dei canali televisivi terrestri da parte dei telespettatori italiani. Per non farsi trovare impreparati al fatidico appuntamento del 1° gennaio 2020, quando tutti i canali DTT inizieranno ad abbandonare lo standard MPEG-2 per abbracciare l’MPEG-4 (attualmente impiegato dai soli canali HD), è necessario verificare se tutti i televisori di casa supportano il nuovo standard.
La prova è semplicissima. Basta digitare sul telecomando il numero di un canale che trasmette in HD, come per esempio 501 per Rai 1, 57 per Rai Sport + o 505 per Canale 5. Se sullo schermo appaiono le immagini significa che il televisore supporta le trasmissioni in MPEG-4, sia in HD sia in SD. E quindi permetterà di continuare a vedere regolarmente i programmi preferiti.
Se, invece, sullo schermo appare il messaggio “HD non supportato” e si può ascoltare solo l’audio del canale, allora il televisore non supporta l’MPEG-4. Dovrà quindi essere sostituito oppure affiancato da un decoder, anche uno zapper da poche decine di euro.
Ma per il DTT del 2022 servono altre verifiche
La migrazione dall’MPEG-2 all’MPEG-4, che sarà effettuata gradualmente e in tempi successivi a fronte di una suddivisione del’Italia in macroaree, è solo il primo passaggio verso la transizione definitiva. Questa comporterà l’adozione da luglio del 2022 di due nuove tecnologie di trasmissione, gli standard HEVC e DVB-T2. Tali standard fanno parte già da qualche anno della dotazione di molti televisori, ma sono obbligatori dal gennaio 2017. Per cui per essere sicuri che anche a luglio del 2022 si proseguirà a vedere senza problemi il digitale terrestre bisogna verificare che il TV supporti tali tecnologie. Se così non fosse, di nuovo ci sono solo due alternative: si acquista un decoder o si cambia il televisore.