La scelta dello smart switch più adatto alle vostre necessità (accensione luci o apparecchi elettrici/elettronici, commutazione, ecc.) dipende soprattutto dalla tensione di alimentazione, dagli ingressi e dalle uscite presenti sui morsetti di collegamento. Ecco la guida per capire quale modello acquistare e come collegarlo per ottenere il risultato desiderato.
Gli smart switch sono interruttori e pulsanti intelligenti che si comandano dallo smartphone (grazie alle app come eWeLink e Shelly Cloud) e con i comandi vocali di Alexa, Google e Siri, anche a centinaia di chilometri di distanza.
Le possibilità di utilizzo sono quasi illimitate perché qualunque circuito o dispositivo elettrico ed elettronico può essere controllato da un interruttore o un pulsante: pensiamo, ad esempio, alle luci di casa (lampadine, strisce led, abat jour, piantane, ecc.), ai cancelli elettrici (pedonale e carrabile), ai motori per tende e tapparelle, all’impianto audio/video (Tv, decoder, lettore DVD/Blu-ray, console videogiochi, ecc.) e a qualsiasi elettrodomestico (macchina del caffè, bollitore, forno microonde, ventilatore, ecc.).
Per il loro basso costo (si parte da soli 10-15 euro) e le dimensioni contenute rappresentano la soluzione più semplice ed economica per la smart home “fai-da-te”.
Gli smart switch non sono tutti uguali ma si differenziano per alcune caratteristiche tecniche da valutare attentamente al momento dell’acquisto in base a come utilizzarli e collegarli.
In questo articolo analizziamo le principali caratteristiche tecniche e vi spieghiamo come scegliere lo smart switch più adatto alle vostre esigenze e come collegarlo in base al suo utilizzo e al risultato che volete ottenere.
Tensione di alimentazione: 220Vac, 12Vcc o variabile?
La maggioranza degli smart switch si alimenta con la tensione di rete, ovvero con i 220-240Vac (Vac = volt in corrente alternata) presenti negli impianti elettrici domestici.
Se lo smart switch viene installato in casa oppure in giardino vicino a prese, interruttori o scatole di derivazione che ospitano i cavi di rete (fase e neutro sotto quadro elettrico – sezione “prese” o dedicata), la soluzione migliore è acquistare un modello da 220Vac.
Alcuni smart switch funzionano invece solo in corrente continua (cc) con tensione fissa (es.: 12 volt, 24 volt, ecc.) oppure variabile (es.: 5-30 volt sia in corrente continua che alternata).
Gli smart switch a bassa tensione in corrente continua sono perfetti se installati a bordo di apparecchiature elettriche ed elettroniche che richiedono l’uso di adattatori di rete esterni (es.: trasformatore da 220Vac a 12Vcc), su automezzi o giocattoli con batteria a 5/12/24 Vcc, nelle centraline dove è presente una tensione in corrente continua (es.: 24Vcc per motori e accessori negli impianti apricancello).
Altri smart switch possono lavorare in corrente alternata (es.: 220Vac, 30-50Vac) oppure in corrente continua (12Vcc, 24Vcc, 5-30Vcc) così da adattarsi a qualsiasi tipologia di impianto elettrico ed elettronico. Per cambiare la tensione di lavoro basta modificare i collegamenti sui morsetti oppure spostare un ponticello (es.: Shelly 1 V3 – vedi sotto).
Smart switch con uscita sotto tensione: vediamoci chiaro
I morsetti di collegamento di uno smart switch non servono solo ad alimentarlo come abbiamo appena visto ma anche a comandare l’apparecchiatura che si vuole accendere e spegnere (attivazione/disattivazione).
Alcuni smart switch forniscono in uscita (comando) la stessa tensione di alimentazione come i 220Vac della rete elettrica domestica.
Questi smart switch sono perfetti per comandare l’accensione e lo spegnimento di apparecchiature elettriche ed elettroniche alimentate a 220Vac: basta collegarli in serie lungo il cavo di alimentazione (fili di fase e neutro) e il gioco è fatto.
Se in cucina avete le strisce led sotto o sopra i pensili e volete comandarle da app o comandi vocali (“Alexa, accendi i led pensili”) invece che dal tradizionale interruttore meccanico basta interrompere i cavi di fase e neutro (anche solo la fase – marrone, nero, ecc.) e collegarli ai morsetti di ingresso (alimentazione) e uscita dello smart switch (verso l’alimentatore delle strisce led).
Esistono sul mercato anche soluzioni pratiche, eleganti ed economiche come lo Shelly Button da posizionare sul cavo di alimentazione di lampade da tavolo o pavimento per domotizzarle in tutta sicurezza.
Gli smart switch possono avere una sola uscita, due oppure quattro per comandare altrettanti dispositivi in modo indipendente oppure coordinato tramite timer, routine e scenari.
Smart switch a contatto pulito: doppia funzione, massima versatilità
Altri smart switch, soprattutto quelli a marchio Shelly, sono invece dotati di morsetti di uscita a “contatto pulito”, cioè senza tensione ai loro capi (220Vac, 12Vcc, ecc.).
Un contatto pulito è paragonabile a un normale interruttore o pulsante che, quando viene attivato, unisce tra loro due poli (contatti normalmente aperti che vengono chiusi) oppure li separa (contatti normalmente chiusi che vengono aperti).
Negli smart switch tutto questo avviene grazie ad un relè interno dotato di due o tre piedini: il primo si chiama “Comune” (C) e rappresenta il polo comune di commutazione mentre gli altri due si chiamano “Normalmente Aperto” (NA o NO – Normally Open) e/o “Normalmente Chiuso” (NC) per distinguere il loro stato di funzionamento a riposo (relè spento, non eccitato).
Quando la bobina del relè si eccita grazie alla tensione applicata ai suoi poli, il polo Comune si sposta dal pin NC al NA per attivare il contatto come richiesto dallo smart switch quando tocchiamo l’icona sul touch dello smartphone, pronunciamo un comando vocale (es.: “Alexa, attiva lo smart switch”), si verifica un evento (es.: programmazione oraria, alba/tramonto, ecc.) o come conseguenza di scenari e routine (Google Home, Alexa, SmartThings, ecc.).
Gli smart switch a contatto pulito sono utili per attivare l’apertura, lo stop e la chiusura di un cancello elettrico (vedi qui il nostro articolo di approfondimento), per attivare l’elettroserratura di un cancello pedonale (anche tramite il citofono), per accendere e spegnere la caldaia sfruttando i morsetti dedicati al cronotermostato ambientale, per simulare la pressione dei tasti del telecomando per tapparelle elettriche, cancelli elettrici condominiali, ecc.
Gli smart switch con uscita a contatto pulito sono più versatili rispetto a quelli con uscita sotto tensione perché il contatto pulito può essere usato anche per fornire tensione a un apparecchio. Basta infatti collegare al polo C (Comune) la fase o il positivo di alimentazione (220vac, 12vcc, ecc.) per ottenere sul polo NA la stessa tensione quando lo smart switch si attiva.
In pratica lo smart switch a contatto pulito può svolgere due funzioni alternative a seconda delle necessità: quella di “interruttore/pulsante” e quella di “alimentazione diretta”.
Smart switch sotto tensione con relè aggiuntivo per contatto pulito
Anche da uno smart switch con uscita sotto tensione (vedi sopra) si può ottenere un contatto pulito ma solamente aggiungendo un relè in uscita. Ad esempio, se prendiamo uno smart switch Sonoff Basic con uscita a 220vca (la stessa con cui viene alimentato) e gli colleghiamo ai morsetti L (linea/fase) e N (neutro) l’ingresso (bobina) di un relè da 220vca, le uscite di quest’ultimo sono a tutti gli effetti dei contatti puliti.
Esistono in commercio relè a 1 via (3 contatti – C, NA, NC) che si comportano con un deviatore singolo, a 2 vie (6 contatti – C, NA e NC) come un deviatore doppio e indipendente oppure a 4 vie (12 contatti) come un deviatore quadruplo e indipendente, con contatti a morsetto, a saldare (per circuiti stampati) o predisposti per l’inserimento in uno zoccolo con morsetti.
I relè a due o quattro vie servono a gestire due, tre o quattro dispositivi indipendenti e isolati tra loro (es.: due tapparelle, due linee luci, ecc.) con un solo comando.
Configurare l’uscita come interruttore o pulsante
L’uscita sotto tensione oppure a contatto pulito dello smart switch è di norma impostata come “on-off”, ovvero passa da “off” a “on” quando si preme l’icona “standby” sullo schermo touch dello smartphone (o si pronuncia il comando vocale) e da “on” a “off” quando si preme nuovamente l’icona.
Tutte le app di controllo come eWeLink e Shelly Cloud supportano anche la funzione “inching” che trasforma il comando “off-on-off” da permanente a temporaneo.
Dopo aver attivato la funzione inching e impostato la sua durata (da 1 secondo a diverse ore), il comando “off-on” rimane sempre manuale (tocco icona, Alexa o Google) mentre quello “on-off”, cioè lo spegnimento, viene eseguito automaticamente al termine del tempo impostato.
Alcuni smart switch si possono anche configurare in modalità inching tramite un tasto a bordo scheda.
Grazie alla funzione inching impostata su 2-4 secondi si può simulare la pressione di un pulsante apricancello o telecomando (vedi qui), attivare una sirena per 30 o 60 secondi (in caso di allarme generato da un sensore ambientale esterno – vedi sotto) oppure le luci del cortile o del pianerottolo per il tempo necessario (es.: 3 minuti).
Ingressi ausiliari per interruttori, deviatori e pulsanti
Alcuni smart switch sono dotati di morsetti ausiliari per comandi esterni ma il manuale d’istruzione e gli schemi di collegamento non sono sempre chiari riguardo al loro funzionamento e impiego pratico.
Questi morsetti, chiamati “SW”, “S1/S2” oppure “P1/P2”, servono a collegare interruttori, pulsanti o relè elettromeccanici per attivare o disattivare manualmente lo smart switch, cioè senza bisogno di usare lo smartphone oppure i comandi vocali.
Ipotizziamo di voler domotizzare l’impianto di illuminazione del garage senza però perdere la possibilità di comandarlo anche dall’interruttore a parete preesistente. Con uno smart switch come il Sonoff Mini R2 possiamo ottenere questo risultato collegandolo alla rete 220Vca (morsetti N In e L In – Ingressi), alle luci (morsetti N In e L Out – Uscite) e ai due fili che vanno all’interruttore meccanico esistente (morsetti S1 e S2).
I morsetti di comando esterno supportano non solo interruttori e pulsanti ma anche deviatori (per due punti di comando luce – es.: ingresso di casa e corridoio), invertitori (tre o più punti di comando luce – es.: ingresso camera da letto e sopra i comodini) e gli impianti luci con relè passo-passo per semplificare il cablaggio di due o più punti di comando luce con pulsanti (es.: open space, corridoi lunghi, ecc.).
Smart switch e sensori esterni per allarmi e notifiche
Al posto di interruttori, pulsanti e deviatori è possibile collegare le uscite a contatto pulito di sensori e rilevatori ambientali come i contatti magnetici per porte e finestre, i sensori di presenza e movimento a infrarossi o microonde, i rilevatori di gas, fumo o allagamento.
Questi sensori possono quindi fungere da evento scatenante (trigger) per attivare le uscite dello smart switch (collegate a luci, sirene, ecc.) e creare scenari domotici personalizzati (es.: accensione luci ingresso casa quando si apre la porta) oppure in caso di allarme (intruso che apre una finestra o si avvicina al portone di ingresso).
La app collegata allo smart switch può anche inviare una notifica push sullo smartphone quando si attivano i sensori collegati (es.: “Attenzione: finestra aperta” o “Allarme allagamento”) mentre gli assistenti Alexa e Google possono generare messaggi vocali per allertare le persone presenti in casa (es.: “La porta del garage è aperta”). Queste funzionalità si possono ottenere anche con i sensori ambientali smart che vi abbiamo presentato in questo articolo.
Se volete scoprire tutti i segreti sugli smart switch, capire come funzionano, come si installano e quali acquistare vi rimandiamo a questi articoli:
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