Anche nelle abitazioni più vecchie con impianti elettrici che risalgono agli anni 60, 70 e 80 è possibile installare smart switch esterni, integrati e comandi retrofit per controllare luci, prese e tanti altri dispositivi con lo smartphone e i comandi vocali. Basta scegliere i prodotti adatti e, se necessario, chiedere all’elettricista di aggiungere uno o più cavi elettrici. Scopriamo quali sono gli ostacoli più comuni alla “smartizzazione” delle case vecchie e le soluzioni per risolverli rapidamente, facilmente e con poca spesa.
Gli smart switch “fai-da-te” di tipo esterno, quelli integrati nei comandi touch da incasso e le soluzioni retrofit “plug&play” di BTicino, Vimar e Gewiss non permettono solo di “smartizzare” l’impianto elettrico di una casa nuova o ristrutturata ma si adattano anche alle abitazioni costruite negli anni 60, 70, 80 ancora con l’impianto originale e senza bisogno di opere murarie.
Gli impianti elettrici realizzati in quegli anni avevano un numero limitato di interruttori, deviatori, prese e, soprattutto, poche scatole di derivazione. Inoltre non avevano la messa a terra (obbligatoria solo dal 2008 – D.L. n. 81/2008, D.M. n. 37 del 22/01/2008, norma CEI 64.8/4) e, molto spesso, nemmeno la distinzione tra linee luci, prese ed elettrodomestici (cucina).
Nelle abitazioni degli anni 50 e 60 le scatole da incasso per interruttori, deviatori e prese erano piccole e rotonde (diametro 60 mm), niente a che vedere con quelle quadrate e rettangolari utilizzate a partire dagli anni 70, decisamente più spaziose e comode per futuri “upgrade”.

Nonostante queste limitazioni, anche nella vostra vecchia casa di città, montagna o mare potete utilizzare i comandi smart per accendere luci e ventilatori, comandare aspiratori e prese anche da remoto grazie allo smartphone e ai comandi vocali di Google, Alexa e Siri.
Per ottenere tutto questo non è necessario rifare l’impianto elettrico, aggiungere nuove canaline oppure effettuare opere murarie: basta scegliere i dispositivi di comando smart compatibili con il vostro impianto e collegarli senza rinunciare a interruttori, deviatori e pulsanti originari.
È bene, però, sottolineare che un impianto elettrico realizzato con cavi rigidi vecchi di 50 anni (e oltre), interruttori/prese ancora in bachelite e senza messa a terra rappresenta un rischio per la sicurezza di persone e cose. Per questo motivo vi consigliamo di procedere quanto prima al suo completo rifacimento e messa in sicurezza.
Non serve il cavo di terra
La quasi totalità degli smart switch non richiede il collegamento alla linea di terra perché il relativo cavo di colore giallo-verde viaggia esternamente al modulo per collegarsi direttamente alle prese di corrente, ai punti luce/comando a soffitto/parete (lampadari, applique, ecc.), ai morsetti delle scatole di derivazione, ecc.

Questo significa che potete utilizzare gli smart switch anche se il vostro impianto elettrico non ha la messa a terra: basta infatti collegare il modulo alla fase di alimentazione (cavo nero, blu o di altro colore – verificare sempre con il “cercafase”), alla fase di comando/uscita (sempre nero/blu per le prese, rosso/arancio per i punti luce – lampadari) e al neutro (cavo marrone o altro colore, superfluo per alcuni smart switch – vedi sotto).

Comandi luci senza filo neutro
Nelle scatole murate/esterne che ospitano pulsanti, interruttori, deviatori e invertitori elettromeccanici è raro trovare il cavo del neutro. Non ci riferiamo solo agli impianti elettrici molto vecchi ma anche a quelli più recenti.
Per comandare l’accensione e lo spegnimento del lampadario, dell’abat-jour, del ventilatore o dell’aspiratore del bagno basta infatti interrompere solamente il cavo della fase che dal quadro elettrico o dalla scatola di derivazione più vicina arriva al “punto di comando” (interruttore, deviatore, ecc.) e da qui prosegue al “punto luce” (es.: lampadario) o alla presa (es.: per il collegamento dell’aspiratore).

A volte il cavo del neutro “viaggia” all’interno della scatola dell’interruttore senza alcuna interruzione (ovvero è “passante”), altre volte segue un percorso differente (altra canalina).
Dal momento che quasi tutti gli smart switch funzionano solo se alimentati con la fase e con il neutro, se manca quest’ultimo cavo è necessario trovare una soluzione.
La prima soluzione è infilare un nuovo cavo del neutro tra la scatola di derivazione più vicina (stessa linea – es.: luci oppure prese) e il punto di comando (interruttore, deviatore, ecc.) e collegarlo insieme alla fase allo smart switch.

La seconda soluzione è installare lo smart switch direttamente nella scatola di derivazione da cui parte il cavo di fase che transita dal punto di comando e termina al punto luce/presa.
La terza ed ultima soluzione consiste nell’utilizzare smart switch “speciali” che non richiedono il cavo del neutro perché sfruttano la corrente minima che transita sempre nel cavo di fase anche quando il “carico” (lampadario, ventilatore, ecc.) è disattivato.


Purtroppo questo “trucco” funziona solo se il carico è resistivo o capacitivo (lampadine a incandescenza, stufette elettriche, ecc.) con una certa potenza (es.: minimo 20 watt) mentre i moderni sistemi di illuminazione a led sono carichi “non resistivi” (induttivi/capacitivi) e a bassa potenza.
Per aggirare anche questo ostacolo basta collegare un modulo bypass come questo tra la fase e il neutro destinati alla lampadina led. Il bypass può essere incluso nella confezione dello smart switch oppure acquistato separatamente.

Tra gli smart switch funzionanti senza neutro segnaliamo lo Shelly 1L, lo Shelly Dimmer 2, il Sonoff Mini R3 con S-Mate, il Sonoff ZBMini-L e il Sonoff ZBMini-L2 (Extreme – versione ultracompatta per scatola da incasso molto piccole – solo 39,5x32x18,4 mm).




Smart switch esterno, da parete oppure “retrofit”?
Esistono varie soluzioni per “smartizzare” gli interruttori luci e le prese di corrente di un vecchio impianto elettrico.
La più economica è, come abbiamo appena visto, lo smart switch esterno da collegare ai cavi di alimentazione (fase/neutro o solo fase), luci o prese.
Tenuto conto che le scatole da incasso (comando e derivazione) sono quasi sempre piccole e già affollate di cavi, la soluzione migliore è scegliere uno smart switch “ultra-compatto” come il Sonoff ZBMini-L2 e lo Shelly 1 V3 che stanno comodamente anche dietro l’interruttore della luce o la presa di corrente a incasso.

Altra soluzione sono gli Smart Wall Switch (SWS) che sostituiscono i tradizionali interruttori, deviatori e pulsanti elettromeccanici.

Abbinano le funzioni degli smart switch “tradizionali” (on/off da smartphone/voce, timer, scenari, automazioni, ecc.) a quelle di un comando touch (quasi sempre retroilluminato) per ridurre l’ingombro totale e consentire l’installazione anche nelle scatole da incasso rotonde più vecchie.

Sul mercato si trovano SWS che funzionano senza cavo del neutro (vedi sopra), di forma quadrata o rettangolare, con uno, due o tre comandi, di colore bianco, nero, grigio, ecc.. Per ulteriori dettagli e approfondimenti vi rimandiamo a questo articolo.

L’ultima opzione a disposizione sono gli interruttori/pulsanti retrofit che permettono di domotizzare l’intero appartamento (oppure una sola stanza) mantenendo l’impianto il più originale possibile e senza utilizzare “componenti terzi”.

I principali produttori italiani di dispositivi elettrici per il controllo di luci, clima e sicurezza come BTicino, Vimar e Gewiss hanno in catalogo almeno una gamma di interruttori, deviatori, pulsanti e prese “smart”, spesso “plug&play”, che permettono di aggiornare l’impianto esistente sostituendo solo alcuni moduli e mantenendo i supporti e le placche originarie. Per ulteriori informazioni e approfondimenti vi rimandiamo a questo articolo.

Predisposizione per interruttori e deviatori meccanici
Alcuni smart switch sono dotati di morsetti ausiliari chiamati “SW”, “S1/S2” oppure “P1/P2” che servono a collegare interruttori, pulsanti o relè elettromeccanici già presenti nell’impianto elettrico per accendere e spegnere luci e prese manualmente in aggiunta (o alternativa) alle funzionalità smart (app, voce, routine, ecc.).

Se volete automatizzare la luce del salotto oppure la presa della abat-jour della camera da letto senza perdere l’uso dell’interruttore a parete preesistente vi basta collegare uno smart switch come lo Shelly 1L alla rete 220Vca (anche solo la fase – morsetto L), alla luce/presa (morsetto 0) e ai due/quattro fili che vanno ad uno o due interruttori meccanici preesistenti (morsetti SW1, SW2 e SX).

Per ulteriori informazioni e approfondimenti vi rimandiamo alle nostre FAQ e a questi articoli.
Interruttori e prese smart “retrofit”: come sono fatti, quali scegliere